Dopo quanti anni affitto si diventa proprietari? Non paga l’affitto per 15 anni e diventa proprietario! Un passo alla volta, l’inquilino può attivare le condizioni per diventare proprietario di casa, in modo semplice, graduale e senza sforzo. La vicenda non è italiana, questa storia, proveniente dall’Irlanda, riguarda una decisione innovativa della Corte irlandese che ha permesso a un inquilino di diventare proprietario dell’immobile in cui ha vissuto per 15 anni senza pagare l’affitto. Analizziamo come si potrebbe diventare proprietari in Italia senza pagare l’affitto.

Dopo quanti anni in affitto si diventa proprietari?

Un giudice della Corte irlandese ha permesso a un inquilino moroso di diventare proprietario dopo 15 anni in cui ha vissuto nella casa posta a sud di Dublino.

In particolare, a stupire, oltre alla decisione dei giudici, è il valore della casa, stimato circa 1 milione di euro. Oltretutto, la casa è stata al centro di diverse dispute tra proprietari e diversi inquilini. Tuttavia, sembrerebbe che a spuntarla sia stato l’ultimo inquilino, il quale pare abbia ottenuto il certificato di possesso dell’immobile direttamente dal curatore fallimentare. In sostanza, l’inquilino ha dimostrato l’inesistenza di un contratto di locazione datato 2007 nella fase della vendita all’asta dell’immobile.

Alla luce dei fatti, il proprietario dell’immobile avrebbe riscosso all’incirca 18 pigioni. Tuttavia, in merito a questa circostanza, l’inquilino non ha fornito prove dettagliate. Inverosimilmente, pare che sia venuto a conoscenza dell’azione di esproprio della casa, tant’è vero che doveva corrispondere l’affitto pari a 4.500 euro al mese al curatore fallimentare.

Come riportato da money.it, l’inquilino ha intralciato l’accesso alla casa del proprietario. Il che ha generato una serie di avvertimenti e diffide fino alla convalida del tribunale di lasciare l’immobile entro il 13 settembre 2023.

Tuttavia, l’inquilino non si è lasciato intimorire, anzi ha presentato ricorso adducendo l’assenza di prove sulla reale esistenza di un contratto di locazione. In conclusione, l’inquilino ha vinto il ricorso in appello e la questione è passata al riesame del Residential Tenancies Board che gestisce tali dispute, in quanto le registrazioni promosse nel registro RTB non rappresentano una prova dell’esistenza del contratto di locazione.

L’assenza della prova del contratto di affitto ha portato l’inquilino a reclamare l’immobile con l’atto di usucapione. Al momento, la vicenda è ancora attiva, ma ben presto dovrebbe concludersi e, con molta probabilità, a beneficio dell’inquilino.

Come funziona l’usucapione in Italia?

In molti si chiedono come sarebbe finita la storia in Italia se l’inquilino avesse avuto più “chance” di diventare proprietario con causali diverse.

Scenari diversi, con lo stesso fine, ma con quale risultato? Vediamo insieme come funziona l’usucapione nel nostro Bel Paese.

Cos’è l’usucapione?

L’usucapione, più conosciuta come prescrizione acquisitiva, indica l’acquisizione del titolo di proprietà di un immobile a seguito del perdurare di un determinato periodo di possesso dell’immobile. In particolare, l’articolo 1158 del Codice Civile recita:

 “La proprietà dei beni  immobili  e  gli  altri  diritti  reali  di godimento sui beni medesimi si  acquistano  in  virtu’  del  possesso continuato per venti anni”.

 In Italia, attraverso l’usucapione, si diventa proprietari decorsi 20 anni di possesso continuativo del bene.

Dopo quanti anni affitto si diventa proprietario: affitto con riscatto

L’affitto con riscatto è un sistema previsto dalla normativa italiana (D.L. 133/2014), che consente all’inquilino di acquisire l’immobile al termine del contratto di locazione.

Una prassi che prevede la fissazione di un prezzo di vendita stabilito al momento della stipula del contratto, con l’indicazione della quota delle somme versate a titolo di affitto che verrà detratta dal prezzo totale dell’immobile.

Generalmente, il canone di locazione in presenza di questa clausola aumenta del 20% al 30% rispetto all’affitto ordinario, per includere la quota destinata al riscatto dell’immobile.