Dubbi sulla portata degli incentivi legati alla Zona economica speciale (Zes) Unica 2024 sono all’ordine del giorno delle imprese che hanno presentato domanda per il bonus. L’agevolazione, stando ai calcoli dell’Agenzia delle entrate, avrebbe una percentuale in caduta a poco più del 10% se considerata in termini reali. Per questa situazione, varie imprese sarebbero pronte a spostare il progetto sulla Transizione 5.0 (che comunque rimane non cumulabile con la Zes).
È questo il quadro della situazione delle oltre 16.000 imprese che hanno presentato i progetti per i crediti d’imposta sugli acquisti di beni materiali e immateriali mediante la piattaforma dell’Agenzia delle entrate ZES UNICA e alle quali era stato prospettato fino al 60% di incentivo per le spese effettuate dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre prossimo.
Incentivi Zes Unica 2024, quali sono le agevolazioni?
Risulta molto meno attrattivo il credito d’imposta legato alla Zona economica Speciale (Zes) Unica 2024 rispetto all’incentivo prospettato nella fase di presentazione della domanda (dal 12 giugno al 12 luglio 2024) fino al 60%.
La nota dell’Agenzia delle entrate di qualche settimana fa – che si basa sulle risorse stanziate e sulle domande pervenute – stabilisce una media di percentuale di credito d’imposta del 17,6668% calcolata su 16.064 domande, delle quali oltre 13.000 presentate dalle micro e piccole e medie imprese (Mpmi), su un totale di fondi stanziati di 1,8 miliardi di euro (dei quali 130 milioni a vantaggio delle imprese agricole).
A fronte, dunque, di 1,67 miliardi di euro, le domande delle imprese hanno raggiunto il picco di incentivi richiesti per 9,4 miliardi di euro, dei quali solo 240 milioni di euro riferiti a investimenti effettivamente effettuati già nella finestra temporale di presentazione delle domande. La stragrande maggioranza degli incentivi sono legati a investimenti che dovranno essere realizzati entro il 15 novembre 2024 e per i quali, nella pratica della domanda, si doveva procedere a una stima.
Qual è il credito d’imposta della Zona economica speciale 2024?
Risorse stanziate per la misura e numero ed entità degli investimenti nelle domande presentate hanno determinato una caduta consistente del bonus rispetto al 60% prospettato per molte imprese. Il massimo ottenibile da una piccola impresa con sede in Sicilia, Puglia, Campania o Calabria, alla quale spetterebbe il 60% di credito d’imposta sulle spese sostenute e presentate nel prospetto della domanda in scadenza il 12 luglio scorso, si riduce al 17,6668% medio calcolato dall’Agenzia delle entrate. La percentuale, se prese in considerazione in termini reali (il 17,6668% del 60%), dà quale risultato il 10,6%.
Zes 2024 bonus basso, perché il ritiro domanda e presentazione progetto per Transizione 5.0?
Lo scenario sarebbe sufficiente a indurre molte imprese che hanno presentato domanda e progetto per la Zona economica speciale (Zes) Unica 2024 a virare sulla Transizione 5.0, misura di previsione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che incentiva le imprese per investimenti in beni materiali e immateriali dello stesso tipo, purché si realizzi un risparmio energetico e un maggiore utilizzo delle fonti alternative.
Per il bonus 5.0 sono a disposizione delle imprese 6,3 miliardi di euro, da destinare nel 2024 e nei prossimi anni. Tuttavia, la misura rimane incompatibile con la Zes Unica 2024. Ciò significa che la stessa spesa e lo stesso investimento non può ricevere il credito d’imposta da entrambe le misure.
La norma era stata fatta in epoca in cui si credeva che la Zes Unica potesse assicurare il 60% di bonus, con eventuale sforamento del 100% di finanziamento in caso di doppio incentivo, dal momento che la Transizione 5.0 assicura fino al 45% di contributo.
Quanto conviene il credito d’imposta della Transizione 5.0?
Lo scenario, tuttavia, è cambiato e si potrebbe pensare a due misure cumulative che potrebbero aumentare l’effettiva percentuale di copertura della Zes Unica 2024. Nel frattempo, molte delle imprese che hanno presentato domanda per la Zona economica speciale potrebbero ritirarla e utilizzare il progetto per partecipare alla Transizione 5.0 del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).