Lavoro, crescono gli occupati e cala il rischio povertà. Dai dati Eurostat emerge che il rischio di povertà in Italia è in calo, ma si attesta al di sopra della media comunitaria.

Lo scorso anno la popolazione con un reddito disponibile equivalente inferiore alla soglia di rischio di povertà è inferiore al 19 percento con un calo di 1,2 punti percentuali sul 2022, ma al di sopra della media comunitaria pari a 16 punti percentuali. L’occupazione delle persone di età compresa tra i 20 ed i 64 anni è incrementata dell’1,5 percento lo scorso anno rispetto al 2022. L’Italia resta all’ultimo posto per tasso di occupazione.

Lavoro, il rischio povertà è in calo: i dati Eurostat

I dati Eurostat hanno confermato che il rischio di povertà è in calo, ma si attesta al di sopra della media comunitaria. Lo scorso anno la percentuale di popolazione con un reddito disponibile equivalente inferiore alla soglia di rischio di povertà fissata al 60 percento del reddito disponibile equivalente nazionale è inferiore al 19 percento, con un calo di oltre un punto percentuale rispetto all’anno 2022. Si tratta della percentuale minima da oltre dieci anni.

In Italia le persone a rischio povertà sono oltre 11 milioni in meno, quasi 670mila in meno rispetto a due anni fa. In Italia la popolazione che si trova in una condizione di disagio economico e sociale è pari a quasi 23 punti percentuali, in calo di due punti rispetto a due anni fa. Il dato è superiore rispetto alla media europea pari a 21,4 punti percentuali. Quantificando sono oltre 13 milioni gli italiani che vivono in questa situazione di disagio. Rispetto al 2022 il dato ha registrato una riduzione pari a 900.000 persone.

Lavoro, il rischio di povertà per i minori è più alta

Per i minori il rischio di povertà è più elevato rispetto alla percentuale media complessiva. Lo scorso anno in Italia oltre il 27 percento dei minori viveva in questa situazione di disagio economico e sociale. Si tratta di un dato in calo rispetto al 28 percento del 2022, ma rimane superiore rispetto alla media europea (quasi 25 punti percentuali).

In buona sostanza ci sono oltre 2 milioni di minorenni che vivono in una situazione di disagio economico e di esclusione sociale. Tra i fattori di privazione materiale c’è la non possibilità di fare un pasto vegetariano o con pesce o carne ogni 2 giorni. Se in media in Unione Europea oltre il 9 percento non può permettersi di cibarsi in modo adeguato, in Italia la percentuale sale a oltre 19 punti percentuali per coloro che hanno un reddito inferiore del 60 percento di quello medio.

Lavoro, crescono gli occupati

Il rapporto comunitario “Key figures on Europe” analizza lo scenario sull’occupazione. In Italia nel 2023 l’occupazione delle persone di età compresa tra i venti ed i 64 anni è incrementata dell’1,5 percento rispetto all’anno 2022, con la percentuale più elevata in Europa dopo Malta (1,6 percento).

L’Italia resta l’ultima in classifica per tasso di occupazione con oltre il 66 percento al lavoro (per le persone di età compresa tra i 20 ed i 64 anni) a fronte di oltre 75 punti percentuali nell’UE. In Italia, si registra uno dei più bassi “gender pay gap” tra uomini e donne: il Belpaese registra il migliore dato dopo il Lussemburgo.

Lavoro, i tassi occupazionali

L’Olanda è il paese con il più elevato tasso di occupazione tra i giovani di fascia anagrafica compresa tra i 20 ed i 64 anni con oltre 83 punti percentuali. Segue la Svezia con quasi 83 punti percentuali, l’Estonia con l’82 percento. I paesi con il più basso tasso occupazionale sono: l’Italia (oltre 66 punti percentuali), la Grecia (oltre 67 punti) e la Romania (oltre 68 punti percentuali).