È morto in carcere nella sperduta terra ghiacciata di Birobizhan, nell’Estremo Oriente di Russia a confine con la Cina, il pianista, attivista e anti-Putin, Pavel Kushnir: chi è il giovane che già da tempo era in sciopero della fame e della sete? La conferma ufficiale del decesso, tuttavia, non è ancora arrivata.
Pavel Kushnir, chi è il giovane morto in carcere per aver criticato Putin?
La storia di Pavel Kushnir ricorda, per certi versi, quella del giovane cantante rap iraniano Toomaj Salehi. Come Salehi, che si è schierato contro il governo iraniano, infatti, anche Kushnir è finito dietro le sbarre per aver espresso il suo dissenso contro il regime: quello di Putin. E in particolare contro la guerra mossa contro l’Ucraina.
Kushnir, pianista e attivista 39enne, infatti, ha pacificamente criticato l’invasione russa dell’Ucraina con alcuni video postati su Youtube. Purtroppo, però, proprio questi video gli hanno valso l’accusa di “incitamento al terrorismo” e lo hanno fatto rinchiudere nel carcere di Birobizhan.
Secondo i suoi amici e stando a quanto dichiarato dalla direttrice di una Ong, Olga Romanova, l’uomo avrebbe avviato uno sciopero della fame e della sete che lo avrebbe portato alla morte a 2 giorni dall’accordo per il rilascio dei prigionieri, lo scorso 27 luglio 2024.
Tuttavia, la notizia del decesso è trapelata solamente oggi 5 agosto 2024, sebbene le autorità russe non abbiano ancora dato la conferma della morte del musicista. Neppure il Cremlino ha rilasciato alcun commento sulla vicenda, provocando un’aspra reazione della famiglia Kushnir.
Le lettere dei compagni di cella: “Non ci sono dubbi sulla morte”
A denunciare la morte del pianista 39enne la madre, Irina Levina, e un’amica d’infanzia di Pavel, Olga Shkringunova, che hanno dichiarato ai media locali di aver ricevuto delle lettere dai compagni di cella. Stando a quanto si legge nelle missive, le donne, alle quali fa seguito anche Romanova, hanno dichiarato:
Abbiamo ricevuto lettere dai suoi compagni di prigionia e, provenendo da questo centro di detenzione, non ci sono più dubbi che sia morto
Così come la sua morte, anche il suo arresto, avvenuto nel maggio 2024, non è mai stato confermato dalle forze di polizia russe. Infatti, è stato un canale Telegram ad annunciare la notizia della sua carcerazione.
Avviata una raccolta fondi per riportare la salma a Tambov
I fedelissimi di Alexei Navalny, lo storico e agguerrito oppositore di Putin, morto in un carcere in Siberia lo scorso 16 febbraio 2024, sono insorti sui social lanciando una raccolta fondi per rimpatriare la salma di Kushnir.
Secondo la squadra che ha collaborato con Navalny, infatti, il corpo del 39enne deve essere restituito alla sua famiglia e, quindi, riportato nella sua città natale, Tambov, nella Russia sud-occidentale.