Daniele Lavia è un pallavolista italiano, schiacciatore della Trentino, nato il 4 novembre 1999 a Cariati, in provincia di Cosenza.
Chi è Daniele Lavia?
Daniele Lavia ambisce a completare la sua collezione di trofei con la Nazionale italiana di pallavolo: dopo il trionfo ai Mondiali del 2022 e la vittoria agli Europei del 2021, l’obiettivo per le Olimpiadi di Parigi 2024 è conquistare la medaglia d’oro. Gli azzurri hanno dominato il girone, con un contributo significativo dello schiacciatore classe ’99, attualmente in forza a Trento. Scopriamo di più su di lui.
Nella vita di Daniele Lavia non c’è solo la pallavolo. Da piccolo, il suo primo sport è stato il calcio, che ha praticato brevemente all’età di 7 anni. Anche se è un tifoso dell’Inter, il calcio non è la sua passione principale: “Subito dopo la pallavolo viene il tennis. Il mio preferito? Federer. Quando guardavo le sue partite con mio padre mi chiedevo come facesse a vincere senza sudare”, ha raccontato a Vanity Fair.
Gli atleti devono fare molti sacrifici a tavola, ma alcuni più di altri. Daniele Lavia non esagera con le rinunce, ma nemmeno fatica troppo a mantenersi in forma: “Ho la fortuna di non dover rinunciare a niente, sono fin troppo magro”. Il suo regime alimentare prevede quattro pasti al giorno: colazione due ore prima dell’allenamento, pranzo alle 13, spuntino alle 17 e cena alle 20. Il suo piatto preferito? La pasta in tutte le sue varianti e condimenti. “E poi il gelato. Anzi, il gelato prima”. Non c’è nulla che Daniele non mangi.
Fuori dal campo, Lavia trascorre il tempo con la sua fidanzata Elena, sempre presente nei momenti cruciali della sua carriera. La passione per la pallavolo è una tradizione di famiglia: ha iniziato a giocare seguendo l’esempio dei suoi fratelli e di una cugina. E poi c’è la musica, “soprattutto quella italiana”: da Baglioni a Battiato, passando per Pino Daniele, Venditti e Mengoni.
In un’intervista a Vanity Fair, Daniele Lavia ha rivelato di essere iscritto a Economia dopo aver studiato per diventare consulente del lavoro, come i suoi genitori. Anche se è un classe ’99, sta già pianificando il futuro oltre la pallavolo: “Ho pensato a cosa farò dopo la carriera sportiva. Anche se non ho ancora deciso, volevo avere più opportunità, magari considerando anche il management sportivo”.