Ricorre oggi – 4 agosto 2024 – cinquantesimo anniversario di quella che è passata alla storia come la ‘Strage del treno Italicus’, un attentato terroristico di matrice neo-fascista, come accertato da una sentenza della Corte di Cassazione, oltre che dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2. Un attentato in cui persero la vita 12 persone e altre 48 rimasero ferite. Tra le vittime anche il ferroviere eroe, Silver Sirotti, medaglia d’oro al valor civile che perse la vita cercando di salvare quelle degli altri.
In una nota il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato – come già aveva fatto due giorni fa con la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 – la responsabilità dello stragismo nero nell’attentato che è anche tristemente noto come ‘la strage dimenticata’.

Attentato al treno Italicus: cosa è successo la notte del 4 agosto 1974?

Era l’una di notte del 4 agosto 1974 quando alla stazione di San Benedetto Val di Sambro, sull’appennino bolognese, esplose una bomba che sventrò la carrozza 5 dell’espresso Roma-Monaco di Baviera, noto come treno Italicus, uccidendo 12 persone e ferendone gravemente altre 48. I viaggiatori – in totale erano 342 – erano quasi tutti migranti italiani che quella notte di inizio agosto tornavano al loro lavoro in Germania dopo aver trascorso le vacanze con le famiglie in Italia. L’attentato fu rivendicato dall’associazione terroristica neofascista Ordine Nero.

Chi sono i colpevoli e perchè è definita la “strage dimenticata?

Perché la strage del treno Italicus è stata definita la strage dimenticata? Perché, a distanza di 50 anni, ancora non si conoscono i nomi dei responsabili.
Una sentenza della Corte di Cassazione e la relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla vicenda hanno chiaramente indicato nella matrice neo-fascista le responsabilità dell’attentato. La strage dell’Italicus si inserisce nella più ampia strategia della tensione che trascinò il paese in una sanguinosa stagione stragista, di cui due giorni fa, il paese ha commemorato un’altra pagina buia, l’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

La bomba sull’espresso Roma-Monaco di Baviera esplose all’1,23 del 4 agosto 1974, esattamente 50 anni fa eppure ad oggi è senza colpevoli. Della carrozza sventrata dall’esplosione, la numero 5, ci restano solo le foto in bianco e nero dell’epoca, perché non è stata conservata. Un’anomalia che non è la sola in una vicenda processuale che in mezzo secolo non è riuscita da individuare e quindi a condannare i colpevoli.

“Una strage dimenticata dalla giustizia italiana per la quale non ci sono colpevoli”, sono le parole più volte ripetute da Franco, fratello di Silver Sirotti.

La storia dell’Italicus è simile alla storia di tante altre stragi italiane di quegli anni, fatta di depistaggi, coperture e segreti di Stato che hanno reso impossibile arrivare ad una completa verità. Ad oggi tutti gli imputati sono stati assolti per mancanza di prove.

Mattarella: “E’ parte di una stagione stragista dell’estrema destra che il paese respinse”

Una strage che non ha dimenticato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che con una nota diffusa oggi dal Quirinale ha ribadito la matrice neofascista dell’attentato inserito all’interno di una strategia della tensione che puntava a destabilizzare la Repubblica. Queste le parole del presidente Mattarella:

“Nella catena sanguinosa della stagione stragista dell’estrema destra italiana, di cui la strage dell’Italicus è parte significativa, emerge la matrice neofascista, come sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione e dalle conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2, pur se i procedimenti giudiziari non hanno portato alla espressa condanna di responsabili. La società italiana e le sue Istituzioni seppero respingere quell’attacco alla convivenza civile grazie alla forza e alla coesione dell’unità della comunità nazionale, fondata sui principi della nostra Costituzione”.

La Russa: “Attentato di matrice neofascista”. Fontana: “Fari accesi su ricerca della verità”

Ricorda con ‘profonda commozione’ la strage dell’Italicus anche la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato, Ignazio La Russa che richiamando anche lui la sentenza della Corte di Cassazione definisce ‘attentato di matrice neofascista’.

“A distanza di 50 anni da questo attentato di matrice neofascista – come stabilito dalla Corte di Cassazione – rinnoviamo il nostro dolore e ci stringiamo alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti per una ferita che resta ancora aperta.”

Ha scritto il presidente La Russa a distanza di due giorni dalle dichiarazioni sulla strage della stazione di Bologna che innescarono una serie di polemiche ancora non del tutto sopite.

Sottolinea la necessità di ‘tenere i fari accesi’ per la ricerca della verità il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

“Onorarne la memoria significa tenere accesi i fari del ricordo e continuare a percorrere con determinazione la strada della verità e della giustizia”.