Consob, crescono gli investimenti in criptovalute: quali sono i vantaggi? La Commissione ha messo in evidenza che nell’ultimo biennio il numero degli investitori che scelgono le valute digitali è raddoppiato.
Questa scelta di investimento non è associata da una piena consapevolezza sulle caratteristiche delle criptovalute. Oltre alla crescita dell’investimento in criptovalute sono cresciuti gli investimenti green, anche se è ancora piuttosto diffuso lo scetticismo tra i risparmiatori. Per quanto concerne le fonti informative, i giovani, le donne e tutti coloro che hanno una cultura finanziaria bassa preferiscono ricorrere all’utilizzo dei Social nella fase di raccolta delle informazioni. Se si prende in considerazione le famiglie a compiere le scelte di investimento sono i membri che percepiscono reddito più elevato e prevale il gender gap.
Consob, crescono gli investimenti in criptovalute: il report
Il rapporto pubblicato dalla Consob mette in evidenza che nel corso degli ultimi due anni la percentuale dei risparmiatori italiani che hanno deciso di puntare sulle criptovalute nel portafoglio investimenti è salita dall’otto percento al 18 percento. Il report pubblicato dalla Consob indica una crescita degli investimenti sostenibili, passati dall’11 percento al venti percento. La crescita degli investimenti in criptovalute non è accompagnata da una piena consapevolezza dei rischi associati. L’oro delle criptovalute rimane il Bitcoin, il cui fondatore è il misterioso Satoshi Nakamoto è stato creato durante la piena crisi finanziaria del 2008 con la finalità di aggirare il concetto di moneta tradizionale e le autorità centrali che ne gestiscono la circolazione.
Infatti, il Bitcoin è una moneta digitale non gestita da alcuna autorità sovrana ed è basata sul meccanismo della “catena di blocchi” o blockchain. Gli scambi di criptovaluta sono validati da utenti registrati e alla pari in un archivio diffuso. Il rapporto diffuso dalla Consob mette in evidenza che a incentivare l’investimento è la volontà di proteggere il capitale (oltre 80 punti percentuali). Poco più della metà degli intervistati si prefigge la finalità di accrescere i propri profitti.
Consob, crescono gli investimenti: le fonti informative ed i Social
Lo studio Consob passa in rassegna le fonti informative utili ad effettuare un investimento. Nelle famiglie italiane, i giovani, le donne e coloro che hanno una cultura finanziaria bassa sono le categorie che si affidano maggiormente ai Social Media nella fase di raccolta di informazioni. I Social superano di gran lunga i canali più tradizionali, come i giornali e le riviste specializzate nel comparto finanza.
Dal report emerge che Internet sia il canale più utilizzato per ricercare utili informazioni, al secondo posto si colloca la televisione ed al terzo posto troviamo i Social. Secondo il rapporto Consob, l’utilizzo dei Social per finalità di investimento risulta essere significativo per oltre 1/3 degli uomini, per gli investitori con basso livello educativo e per le famiglie che investono redditi inferiori ai 50mila euro.
Dalla ricerca emerge che all’interno delle famiglie italiane a decidere sull’investimento è il componente che percepisce un livello di reddito più elevato. In oltre sette famiglie su dieci il profilo dell’investitore un membro di sesso maschile che ha un’età media paria a 51 anni. Nel contesto nazionale permane il gender gap, con riferimento agli aspetti socio-culturali e retributivi.
Consob, crescono gli investimenti sostenibili
Il rapporto Consob mette in evidenza che nel corso degli ultimi due anni è cresciuta la quota degli investimenti sostenibili, in particolare di quelli green, che ha subito un incremento dall’undici percento al 20 percento. Per l’acquisto degli investimenti sostenibili, il ruolo dell’intermediario finanziario assume un peso rilevante rispetto ad agli altri canali. Ciò che frena gli investimenti green, oltre il 40 percento degli intervistati non li considera più vantaggiosi e non li associa a minori costi. Si deve poi tenere conto della bassa trasparenza della finanza green e molti investitori la considerano una “moda”, ovvero uno strumento di marketing volatile.