Sono ormai passate due settimane dal ritiro del presidente Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca. Kamala Harris gode di maggiori consensi rispetto a Biden e inizia a stabilire un trend di vantaggio contro il suo avversario repubblicano, Donald Trump, nei sondaggi. Diversi temi che facevano guadagnare terreno al tycoon otto anni fa contro Hillary Clinton, si rilevano oggi un ostacolo per il candidato repubblicano.
Harris è in vantaggio su Trump: ultimi sondaggi
Kamala Harris ha ottenuto abbastanza voti per la nomination democratica. La vicepresidente accetterà ufficialmente la nomina la prossima settimana. Harris gode del sostegno di un’ampia maggioranza all’interno del Partito democratico. È una figura politica giovane e riesce a raggiungere diverse fasce della società americana.
I sondaggi indicano una tendenza di crescita per Harris. Secondo YouGov/Economist, il 16 luglio, Trump era in vantaggio contro Harris del 5 per centro (44 a 39). Il 23 luglio, Harris ha iniziato a recuperare due punti percentuali su Trump ed è salita al 41 per cento contro il 44 per cento del tycoon. Il 30 luglio Harris era in vantaggio su Trump del due per cento (46 a 44).
La stessa tendenza è stata monitorata anche da altri sondaggi che hanno confrontato le intenzioni di voto con Biden candidato e quelle successive al suo ritiro. Per esempio Reuters-Ipsos ha indicato Trump in vantaggio su Biden di due punti (43 contro 41 per cento). Il 23 luglio, lo stesso sondaggio ha dato a Harris un vantaggio di due punti (44 contro 42 per cento).
I sondaggi indicano Harris in vantaggio rispetto al suo avversario, l’ex presidente Trump, anche al livello statale. Secondo Bloomberg News/Morning Consult martedi 30 luglio, la vicepresidente ha superato Trump in diversi stati tra cui Arizona, Michigan, Neveda e Wisconsin.
Trump attira le critiche
Donald Trump riceve un ampio sostegno da bianchi, cristiani evangelici e americani delle aree rurali grazie alla sua retorica nazionalista e conservatrice. Le sue politiche sulla sovranità nazionale, contro l’immigrazione ed a favore della protezione dell’industria manifatturiera e agricola risuonano con questi gruppi. Inoltre, ha promesso di affrontare la globalizzazione e i trattati commerciali definiti da lui dannosi per le economie locali. Questi fattori combinati hanno contribuito a consolidare il sostegno di Trump tra questi gruppi specifici.
Trump ha recentemente acceso le critiche con la sua solita retorica polemica. Nelle elezioni del 2016 i suoi soliti commenti su Hillary Clinton avevano indebolito l’immagine dell’ex first lady ma con Kamala Harris è diverso. Harris riesce a raggiungere ad una grande fascia di società come donna, per le sue eredita culturali e razziali e anche per le sue opinioni liberali.
Il tycoon durante una recente conferenza di giornalisti neri a Chicago, ha messo in dubbio l’identità razziale di Harris affermando che “si è trasformata in nera”. L’uscita di Trump non è stata apprezzata dalla pubblica opinione. Inoltre, Harris ha origini asiatiche grazie alla madre, di origine indiana, e eredita la discendenza giamaicana dal padre.
La campagna di Trump continua ad avere difficoltà nel raggiungere gli elettori ispanici e afroamericani e i suoi recenti commenti potrebbero mettere i repubblicani in difficoltà. Il voto di questi elettori sarà decisivo in particolare negli swing state, ovvero negli stati che non votano tradizionalmente per un partito specifico.
Le posizioni di JD Vance
Il candidato vicepresidente dei repubblicani, JD Vance, ha innescato un’altra serie di discussioni. Vance ha posizioni esattamente opposte di Kamala Harris. È, per esempio, un convinto critico dell’aborto, e attira l’attenzione sulle sue opinioni sul matrimonio tradizionale e sul ruolo delle donne in casa. Ha attaccato Kamala Harris fin dal ritiro di Biden per non aver mai avuto i figli. I suoi commenti complicano la campagna di Trump, innescando un nuovo capitolo nel dibattito sulle opinioni di Trump sulle donne e sull’aborto.