Immobiliare, è boom del microliving: ecco un’analisi sul fenomeno. Si tratta di una realtà diffusa oramai anche in Italia.
Nel corso degli ultimi anni abbiano assistito alla diffusione del microliving: a contribuire alla crescita del fenomeno è il decreto Salva Casa, che ha ridotto le superfici minime dei monolocali e dei bilocali. Il comparto immobiliare è attraversato da una serie di mutamenti voluti dal Legislatore, venendo a registrare una vera e propria svolta decisiva senza precedenti. Ciò confermato anche dal fatto che gli italiani preferiscono sempre di più i mini-appartamenti.
Immobiliare, è boom del microliving: un’analisi sul fenomeno
Il settore immobiliare è attraversato da profondi mutamenti: il Decreto Salva casa ha ridotto le superfici dei monolocali e dei bilocali. La metratura dei monolocali è scesa da 28 mq a 20 metri quadrati e quella dei bilocali è scesa da 38 a 28 metri quadrati. Non solo la regolamentazione ha influito sul settore immobiliare, ma anche le preferenze dei consumatori sono cambiate: gli italiani preferiscono sempre d più i mini-appartamenti. Il micro-living è un fenomeno sempre più diffuso non solo in Italia, ma anche all’estero: Canada, Europa settentrionale, Australia, USA, Giappone e Nuova Zelanda.
Il micro-living è un fenomeno destinato ad accentuarsi dopo il via libera all’abilità degli immobili di piccole dimensioni. Si è ridotto il limite minimo della superficie dei beni immobiliari abitabili e dell’altezza del soffitto. Il fenomeno del microliving sarà sempre più una realtà nel Belpaese: il Decreto Salva Casa sta incentivando fortemente il trend, viste le rettifiche ad alcuni parametri. Oltre ad altre semplificazioni, il provvedimento in questione legalizza metrature fino ad oggi ammesse. La superficie minima dei monolocali è passata da 28 mq a 20 mq, quella dei bilocali è scesa da 38 mq a 28 metri quadrati. Le normative di semplificazione edilizia e urbanistica intervengono anche sulle altezze. Prima del provvedimento, i requisiti erano sanciti da una legge degli anni ’70 ed erano differenti: i monolocali avevano un’ampiezza di almeno 28 mq, i bilocali avevano una metratura minima di almeno 38 metri quadrati. Nel caso di immobili di metratura più ampia, erano richiesti 14 mq per ciascun abitante se nella casa convivevano al massimo quattro componenti.
Microliving: la definizione mutuata dalle riviste di architettura
Il termine microliving è utilizzato soprattutto nei paesi anglosassoni e fa riferimento agli spazi abitativi di piccole dimensioni. Il microliving è una scelta in quanto molti si adattano a vivere in immobili di piccole dimensioni per necessità. Come riportano le riviste di architettura il microliving rappresenta una scelta stilistica, rientrante nel movimento minimalista. Oltre al mondo occidentale, è necessario guardare al mondo orientale (in particolare al Giappone). Le unità abitative di piccole dimensioni vantano una storia di secoli e secoli, così come l’utilizzo efficiente degli spazi.
Il fenomeno del microliving ha avuto un’ampia diffusione in tutto il continente europeo: in Germania gli investimenti non sono mai mancati. Tra il 2019 ed il 2020 il governo federale ha speso oltre 120 milioni di euro. Francoforte, Amburgo e Berlino sono le città nelle quali il mercato immobiliare si sta rapidamente sviluppando. Gli immobili di piccole dimensioni non sono una novità sul mercato real estate del capoluogo milanese.
Alcuni appartamenti piccolissimi sono utilizzati per gli affitti brevi, anche se c’è il rischio che qualcuno possa approfittarne nel mercato degli affitti ordinari. Il canone di locazione include tutte le spese, incluso il servizio di lavanderia, lo spazio coworking e un garage sotterraneo, oltre il giardino. Le richieste sembrano essere elevate ed i proprietari raccontano che il tasso occupazionale è di pochi mesi e l’istanza è già molto alta. Ci sono le liste di attesa per il mese di settembre quando apriranno altri due edifici di sette piani.