È passato quasi un mese dalla scomparsa di Katia Zei, 41enne di Cuorgnè, in provincia di Torino e di lei, ancora nessuna traccia.
La donna, di professione OSS (operatore socio sanitario) e madre di un bambino, stava attraversando un forte periodo di fragilità, causato da problematiche lavorative e familiari. Per questo motivo, si sarebbe allontanata dalla propria abitazione l’8 luglio 2024, dopo aver spento definitivamente il suo smartphone.
A segnalarne la sparizione, il coinquilino, con il quale condivide un appartamento da diversi anni. Potrebbe trovarsi in potenziale stato confusionale: è amichevole e può essere fermata senza pericolo.
Era già andata via altre volte in passato, ma aveva sempre fatto ritorno a casa, per intercessione della polizia municipale, a conoscenza delle sue precarie condizioni di salute. Il pensiero dei familiari a riguardo è “Perché gli agenti, pur sapendo del suo malessere, non hanno mai preso provvedimenti per aiutarla in via definitiva?”.
Secondo il fidanzato di Katia Zei, Ivan Mabrito, le ricerche della partner non sono mai partite e ha definito le forze dell’ordine di Cuorgnè “totalmente disinteressate al caso“, probabilmente a causa di potenziali reati commessi in gioventù dalla compagna.
Tag24 ha raccolto in esclusiva il suo appello, con la speranza che nei prossimi giorni, i carabinieri possano dare il via alle indagini.
Katia Zei scomparsa da Cuorgnè l’8 luglio. Intervista al fidanzato Ivan: “La mia compagna ha precedenti penali. Per questo motivo non la cercano…”
Al telefono con la redazione di Tag24, Ivan è deluso e affranto per non aver ricevuto – a detta sua – nessun aiuto dalla istituzioni: “Katia è stata totalmente abbandonata a sé stessa. Dopo giorni e giorni sono riuscito finalmente a mettermi in contatto con i carabinieri.
Io sentivo perfettamente l’agente e viceversa lui. Stranamente, quando ho specificato di essere il ‘partner della donna scomparsa’, dall’altro capo del telefono mi è stato risposto ‘non la sento, mi dispiace, non riesco a capire cosa stia dicendo‘”.
“Se voglio ritrovare la mia compagna, purtroppo ci sono delle precisazioni che devo fare al quotidiano e ai lettori” sottolinea Ivan: “Mi prendo tutte le responsabilità delle mie parole. In passato Katia ha fatto degli errori, ed è stata condannata a quattro mesi per aver coltivato marijuana nella propria abitazione.
Il motivo di così tanto disinteresse da parte loro, è parzialmente legato a questo precedente penale. Le persone possono sbagliare, specialmente in gioventù, ma non mi sembra un buon motivo per non ritrovare una donna potenzialmente in pericolo e madre di un bambino”.
Il fidanzato: “Mi sento preso in giro, ho bisogno di risposte”
Il racconto prosegue ed Ivan ritiene che i carabinieri abbiano ignorato le piste da lui consigliate: “Ho consigliato agli agenti di parlare con amici e conoscenti di Katia, alcuni dei quali potrebbero conoscere qualche informazione in più sugli ultimi giorni prima del suo allontanamento”.
Inoltre, ho chiesto ai carabinieri di accedere alle coordinate bancarie della mia compagna per sapere se avesse o meno prelevato denaro utile al suo sostentamento” spiega. “Come avrà capito, non m’interessa conoscere le cifre o altro, m’importa solo sapere se qualcuno ha toccato o meno il suo denaro, per avere certezza che sia ancora viva e potenzialmente in viaggio. Invece nemmeno questo…”.
“Katia è una brava persona, è sempre disponibile con tutti, non merita di essere dimenticata dalle istituzioni”
“Il suo precedente errore non può compromettere o arrestare un lavoro di ricerca così delicato, Katia è benvoluta e apprezzata dalla comunità locale. Quando c’è bisogno di offrire una mano, lei è sempre stata la prima a farlo, nei confronti di tutte le persone in difficoltà. Le istituzioni non devono dimenticarla e devono ascoltare ciò che ho da dire, mi appello a tutti gli enti che possono offrirmi una mano, alla Prefettura, a tutti coloro che possono dare il via a delle ricerche spontanee, volontariamente”.
“Anche il padre di Katia, che abita in Romania, si è interessato alla vicenda. Ha chiamato personalmente le forze dell’ordine ma le risposte fornite nel suo caso, l’hanno soddisfatto. A me assolutamente no, sono poche e lasciano il tempo che trovano“.
Ivan: “Ci sono delle piste, i carabinieri devono seguirle. Un potenziale avvistamento a Torino” | FOTO
Infine, Ivan afferma di aver ricevuto una segnalazione di potenziale avvistamento, prontamente segnalato ai carabinieri di Cuorgnè: “Ho detto agli agenti di aver ricevuto una testimonianza su Messenger, ma non mi hanno ascoltato“.
La persona in questione avrebbe visto una donna similare a Katia Zei martedì 16 luglio 2024 intorno alle 18:22, al binario 5, alla stazione di Torino Lingotto. Mi ha consigliato di provare a chiedere i tabulati delle telecamere di sorveglianza di quel giorno. Non ha voluto illudermi, ma non ha nemmeno voluto smentire totalmente la possibilità che si tratti della mia fidanzata“.
“Queste sono informazioni importanti, con screenshot alla mano e da non sottovalutare. Spero che i carabinieri si mettano una mano sulla coscienza e facciano tutto il possibile per aiutarci” conclude Mabrito.