PIL e PIN: ecco quali sono le differenze che intercorrono tra queste due grandezze macroeconomiche. Il PIL misura il valore di mercato di tutti i prodotti finiti e di tutti i servizi erogati all’interno di una nazione in un dato lasso temporale.

Il Pil lordo indica il valore della produzione è al lordo degli ammortamenti: la nozione di “prodotto” è riferita ai beni e servizi che hanno una valorizzazione in un processo di scambio. Scorporando dal PIL gli ammortamenti si ottiene il Prodotto Interno Netto.

PIL e PIN: le differenze che intercorrono tra queste due grandezze

PIL e PIN sono indicatori macroeconomici importanti nelle analisi e nelle decisioni di politica economica. Tra le due grandezze intercorre una differenza, che è necessario conoscere. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è il valore dei prodotti e dei servizi realizzati all’interno di uno Stato in un determinato lasso di tempo. Il valore è ciò che risulta dalla vendita di prodotti e servizi: ciò implica che sono esclusi dal conteggio i prodotti ed i servizi che sono erogati da un soggetto per finalità di autoconsumo.

Nel computo non conta la nazionalità del produttore, ma l’area geografica in cui il prodotto viene realizzato. Una vettura prodotta in Italia da un produttore inglese entra nel Pil italiano, mentre un motoveicolo prodotto in Cina da un produttore italiano entra nel PIL cinese. Nel PIL sono compresi gli ammortamenti, ovvero il deprezzamento di tutti gli impianti e macchinari, che compongono il sistema di produzione. Con l’utilizzo nel tempo gli impianti ed i macchinari di deprezzano e devono essere ripristinati.

Calcolo del PIL

Ci sono tre metodologie per computare il valore del Prodotto Interno Lordo (PIL). Il valore del Pil è determinato da un processo di scambio tra chi acquista e chi vende. La prima metodologia di computo è il “metodo della spesa”: viene esaminato il PIL dal punto di vista di chi acquista.

Altra metodologia di calcolo è il “metodo del valore aggiunto”: viene esaminato il PIL dal punto di vista dell’offerta, ovvero dalla parte di chi vende. Terza metodologia di calcolo del PIL è il “metodo dei redditi”: viene esaminato il Prodotto Interno Lordo dal punto di vista dei fattori di produzione (capitale finanziario e lavoro). Tali input sono remunerati con profitti e stipendi. A questi vanno sommate le tasse sulla produzione e l’IVA, al netto dei contributi alla produzione.

PIL: a cosa serve?

Il PIL è la principale grandezza macroeconomica di salute di uno Stato o Paese: rappresenta la capacità dello stesso di produrre e commercializzare beni. Le attenzioni degli economisti si concentrano sull’analisi del trend passato e presente del Prodotto Interno Lordo e sulle stime delle proiezioni future. Nelle decisioni di politica economica il PIL è la variabile più rilevante. Tassi di crescita rilevanti garantiscono elevati livelli di benessere economico per un Paese e le entrate fiscali capaci di supportare economicamente i bilanci statali.

Le interazioni intercorrenti tra PIL, debito pubblico e deficit sono i parametri rilevanti che gli Stati membri dell’Eurolandia si sono impegnati a rispettare al fine ultimo di garantire la solidità monetaria ed economica. Il Prodotto Interno Lordo simboleggia il benessere nazionale della collettività ed il suo livello di progresso. Grazie al PIL è possibile calcolare il reddito pro-capite dato dal rapporto tra questo indicatore macroeconomico e il numero della popolazione nazionale.

Prodotto Interno Netto (PIN): cos’è?

Per calcolare il Prodotto Interno Netto è necessario decurtare dal PIL il valore degli investimenti che va a coprire l’ammortamento dei beni capitali soggetti a deperimento. Con il trascorrere del tempo parte del capitale fisico non può essere più utilizzato per la produzione. Pertanto, il capitale fisico è soggetto al processo di deperimento. Una parte degli investimenti fatta da un’azienda va a sostituire beni capitali oggetto di deperimento. Questa grandezza macroeconomica tiene conto di tali investimenti volti a coprire l’ammortamento dei beni capitali.