Il referendum sull’Autonomia differenziata non passa in Consiglio regionale, la Basilicata non sarà la prima regione a guida centrodestra a dire di sì alla richiesta per la consultazione popolare contro la Legge 86/2024, la cosiddetta Legge Calderoli.
Ad affossare la mozione presentata dai partiti di opposizione sono stati i consiglieri di Azione e Italia Viva, due partiti che a livello nazionale appoggiano la battaglia contro la riforma dell’autonomia, ma che nel consiglio regionale lucano siedono tra i banchi della maggioranza.
Il tema ‘scottante’ dell’autonomia differenziata, però, a quanto pare fa litigare anche la maggioranza del governatore di Forza Italia, Vito Bardi, dal momento che non è passata neanche la mozione del centrodestra che, invece, era a sostegno della riforma, facendo suonare un campanello d’allarme sulla solidità della maggioranza del presidente azzurro.
Referendum, la Basilicata dice ‘no’ ma la maggioranza si spacca sull’Autonomia Differenziata
A conclusione di una seduta fiume, nella serata di ieri – 2 agosto 2024 – il Consiglio regionale della Basilicata ha bocciato la mozione per la richiesta del referendum sull’autonomia differenziata presentata dall’opposizione. La mozione ha ottenuto solo 8 voti favorevoli, quelli appunto dei consiglieri di minoranza. Decisiva la scelta dei consiglieri di Azione e Italia Viva (tre in totale) di non votare la mozione, in disaccordo con quella che è la linea nazionale dei rispettivi partiti. Nello specifico i due consiglieri del partito di Carlo Calenda si sono astenuti, mentre è risultato assente il consigliere di Italia Viva-Orgoglio Lucano.
“La Basilicata, dunque, non percorrerà la via referendaria contro l’autonomia differenziata. La minoranza – che si è fermata a otto voti – non ha avuto l’appoggio di Italia Viva e Azione (che a livello nazionale hanno espresso contrarietà alla legge Calderoli) e ha fallito l’obiettivo”.
Si legge in una nota della Giunta regionale diffusa in serata.
Lettieri (PD): “Occasione persa. Azione e IV non hanno avuto coraggio”
Nota a cui, però, risponde l’opposizione di centrosinistra che, sempre in una nota, sottolinea come la maggioranza si sia spaccata e sia andata sotto in consiglio regionale
“Non è passata la mozione proposta dal centrodestra a sostegno della autonomia differenziata. Il segno evidente di contraddizioni di una maggioranza che sostiene il Presidenti Bardi”.
Sì perché, ieri sera, il Consiglio regionale ha bocciato anche la mozione sull’autonomia differenziata presentata dal centrodestra che, invece, sosteneva la Legge Calderoli, facendo emergere anche un altro dato politicamente rilevante: la spaccatura nella maggioranza di Vito Bardi.
Spaccatura evidenziata a Tag24.it, anche dal segretario regionale del Partito Democratico, Giovanni Lettieri.
“E’ un’occasione persa. Sarebbe stato una bella pagina per il Consiglio regionale della Basilicata. Purtroppo non è stato possibile nonostante la spaccatura nel centrodestra. La cosa più rilevante è che Bardi non ha avuto i numeri per approvare la sua mozione. La notizia è questa: Bardi va sotto in consiglio regionale”.
Sulla scelta di Azione e Italia Viva di far venire meno l’appoggio alla mozione dell’opposizione, nonostante la posizione favorevole dei rispettivi partiti a livello nazionale, il segretario democratico ha sottolineato:
“Ripeto per noi è un’occasione persa perché con un po’ più di coraggio, Azione e Italia Viva avrebbero potuto garantire un segnale diverso dalla Basilicata a tutta Italia. Il perché bisogna chiederlo a loro. Le dichiarazioni di Azione sono state chiare, assolutamente contrarie all’autonomia differenziata, mentre il resto della maggioranza è allineata sulle posizioni nazionali di Lega e Fratelli d’Italia”.
Perchè era importante il voto della Basilicata sul referendum contro l’Autonomia Differenziata?
Con il voto contrario alla proposta dell’opposizione di ieri sera, la Basilicata ha perso l’occasione di diventare la prima regione governata dal centrodestra ad approvare la richiesta per il referendum abrogativo contro l’autonomia differenziata. Ad oggi sono già cinque le regioni – tutte di centrosinistra – che hanno approvato nei consigli regionali la richiesta di referendum abrogativo: Campania, Sardegna, Puglia, Emilia Romagna e Toscana, rendendo quindi possibile lo svolgimento della consultazione. La Basilicata avrebbe potuto essere la sesta e la prima a guida centrodestra.
Per capire l’importanza del voto del consiglio regionale lucano bisogna fare un passo indietro e analizzare le ripercussioni che l’approvazione della Riforma dell’Autonomia Differenziata ha avuto in termini di consensi nelle regioni meridionali e la posizione scomoda in cui si trova Forza Italia, partito del governatore Vito Bardi.
La Basilicata è una regione meridionale e come in Sicilia e Calabria (altre due regioni guidate dal centrodestra) il fronte dei contrari alla riforma della Lega è molto forte. Nelle ultime settimane Forza Italia, preoccupata dalla perdita di consensi tra gli elettori meridionali causata dall’appoggio all’autonomia differenziata, ha cercato di correggere il tiro passando da una posizione più prudente e sottolineando il proprio impegno a vigilare affinchè l’attuazione della riforma non crei disparità tra regioni del nord e del sud.
L’approvazione della richiesta di referendum da parte del consiglio regionale della Basilicata avrebbe, quindi, rappresentato un segnale forte a tutte le altre regioni del Mezzogiorno governate dal centrodestra.