Un’altra orribile tragedia è avvenuta in un carcere italiano a Palermo, il 2 agosto 2024: un agente penitenziario si è suicidato mentre era di guardia all’Ucciardone. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato da un collega al momento del cambio del turno.

Chi è l’agente penitenziario che si è suicidato nel carcere Ucciardone di Palermo?

Un agente della polizia penitenziaria si è tolto la vita nel carcere Ucciardone di Palermo. L’uomo – la cui identità ancora non è stata diffusa – aveva appena finito il suo turno nella struttura detentiva quando ha scelto di compiere il drammatico gesto. Sono ancora in corso le indagini sulla vicenda.

Il corpo dell’agente è stato ritrovato da uno dei suoi colleghi nel momento del cambio di turno di sentinella. Si tratta del settimo agente che ha deciso di uccidersi in carcere nel corso del 2024. La situazione all’interno delle strutture di detenzione è sempre più tragica, come testimoniano i casi di suicidio dei prigionieri, al momento 61, quest’anno.

Il cordoglio dei sindacati e dei colleghi del carcere

Dopo la notizia del suicidio dell’agente penitenziario all’Ucciardone di Palermo, arrivano i primi messaggi di cordoglio da parte dei sindacati Consipe e Uilpa. Mimmo Nicotra, presidente della confederazione sindacati penitenziari ha detto:

“In questo momento di dolore il suo profondo rammarico per l’incidente, sottolineando come questi tragici eventi sollevino dubbi su se le situazioni personali e familiari o lo stress lavorativo a cui sono sottoposti i poliziotti penitenziari possano contribuire a tali fatti. In questo momento di dolore, i nostri pensieri vanno a tutti coloro che sono stati colpiti da questa perdita. Continueremo a seguire da vicino gli sviluppi dell’indagine”.

Gennarino De Fazio segretario generale Uilpa, sulla tragedia ha dichiarato:

“Sappiamo bene che a provocare un gesto estremo come il suicidio contribuiscono una serie di concause, ma ciò che si sta verificando con un’incidenza senza precedenti non può non derivare direttamente anche da ragioni connesse al lavoro prestato. Per questo per noi si tratta di morti in servizio e per servizio”.

Mimmo Ballotta, segretario generale della Fns Cisl Sicilia, ha aggiunto:

“Gli agenti di polizia penitenziaria operano in condizioni inaccettabili. Il rischio di un crollo psicofisico è sempre dietro l’angolo. Siamo vicini ai familiari del collega e auspichiamo che in tempi brevi si faccia luce su questa morte. Ribadiamo la necessità di accendere i riflettori sulle carceri, perché siamo di fronte a un’emergenza”.

Sulla vicenda avvenuta all’Ucciardone di Palermo, si è espresso anche Donato Capece, segretario generale del Sappe:

“I poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Il fenomeno dei suicidi è in crescita in tutti i corpi di polizia, ma tra noi di più. Dietro ogni morte c’è un mix di fattori, ma c’entra di sicuro lo stress correlato. La vita dentro gli istituti è diventata infernale per noi come per i detenuti. Manca il personale, i turni sono massacranti. Le liti e le aggressioni, continue. E così c’è la fuga. Molti colleghi, appena possono, vanno via; pochissimi aspettano di maturare il massimo della pensione. I giovani sperano di passare subito in altri corpi di polizia. C’è una demotivazione generale”.

Per approfondire la crisi delle carceri in Italia, ecco un’intervista in esclusiva di Tag24 al Segretario Generale del Sappe, Donato Capece.