Il caso di Angela Carini che ha deciso di ritirarsi dopo appena 46 secondi nel match contro Imane Khelif nel corso delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha fatto il giro del mondo. Una vicenda su cui da giorni c’era un’attenzione mediatica a tratti spasmodica e che si è conclusa nel peggiore dei modi. La pugile italiana, dopo i primi due colpi, ha deciso di ritirarsi, suscitando la reazione di tutto il mondo dello sport, ma soprattutto di quello politico. Davanti a lei c’era un’alteta algerina intersex, ovvero con una eccessiva produzione di ormoni maschili, tra cui il testosterone, ma regolarmente ammessa da Cio alla competizione. Sono stati in tanti, soprattutto sui social, a schierarsi dalla parte di Angela, ma pensano lo stesso anche gli sportivi? Lo abbiamo chiesto all’ex pugile e campione olimpico, Maurizio Stecca, intervenuto in esclusiva a Tag24.
Angela Carini si ritira contro Imane Khelif a Parigi 2024? Il campione, Maurizio Stecca a Tag24
D: Tante chiacchiere, prima, durante e dopo il match tra Angela Carini e la pugile algerina Imane Khelif a Parigi 2024: che idea ti sei fatto e cosa ne pensi di quello che è successo?
R: Penso che se c’era l’intenzione di smettere il combattimento dopo neanche 50 secondi, a quel punto sarebbe stato meglio non salire sul ring. Angela si è riportata all’angolo, davanti al suo maestro, dopo aver preso il primo colpo, ma credo che sia stata una decisione controproducente. Non so se sia stata una questione politica-sportiva o se ci siano altre cose in mezzo, ma un’atleta dovrebbe pensare solo a fare la sua competizione. Se non te la senti, non devi gareggiare per niente, ma se ci provi devi farlo fino alla fine.
D: L’attenzione mediatica nei confronti di questa gara è stata altissima, hai la sensazione che tutto quello che è avvenuto nei giorni precedenti abbia condizionato Angela?
R: Sicuramente sì, non ci sono dubbi. La pugile algerina ha già combattuto in Mondiali precedenti, alle Olimpiadi di Tokyo, e anche ai Giochi del Mediterraneo e spesso e volentieri ne è uscita sconfitta. Non capisco per quale motivo adesso c’è stata questa attenzione così elevata, se consideriamo che ormai sono anni che è in attività. Nel 2018 è arrivata a diciassettesima al Mondiale, eliminata al primo round; nel 2019 ha fatto il trentatreesimo posto e a Tokyo è stata sconfitta ai quarti. Di cosa stiamo parlando? Imane Khelif l’hanno incontrata tutti in questi anni e non è una che gira per il mondo, vincendo in wall over. A cosa serve tutto questo caos?
D: Nessuna ingiustizia sportiva quindi?
R: Assolutamente no, dove la vedono questa ingiustizia sportiva? Ognuno ha le sue caratteristiche e non capisco per quale motivo si sia sviluppata questa polemica inutile. Che cosa avrebbe dovuto dire a chi si trovava a dover combattere con Mike Tyson? Vinceva tutte le gare in KO in uno o due round. È diventato imperfetto soltanto nel momento in cui doveva combattere per più round, e a quel punto il suo fisico non era abituato. Ma senza andare troppo lontano, anch’io ero particolare a livello fisico. Sin dall’età di 21 anni ero bradicardico e quindi avevo tra i 29 e i 39 battiti al minuto, con una frequenza cardiaca molto lenta. Questo mi portava a poter sforzare molto di più di un atleta normale, con tempi di recupero più rapidi. Io me la giocavo, sfruttando il mio corpo, ma chi doveva combattere contro di me cosa avrebbe dovuto fare?
L’atteggiamento di Angela Carini
D: Pensi che Angela possa pentirsi di come ha gestito questo match?
R: Sinceramente non lo so, ma quello che è avvenuto è davvero molto strano. Il contorno è delicato e non ci dobbiamo dimenticare che lei fa parte delle fiamme oro e che dunque deve anche render conto a chi è più alto in grado di lei. Quel che non mi spiego è a cosa possa essere servito tutto questo. Credo che nessuno abbia fatto una bella figura per come è stata gestita questa vicenda. Solo noi ci siamo comportati in questo modo, e nessuna altra Nazione. Vedremo come si comporterà la prossima avversaria dell’algerina e vi assicuro che non è così scontato che lei possa arrivare fino in fondo. Nel corso della sua carriera ha perso spesso, e perderà ancora.
D: Angela ha già chiesto scusa, ma ieri sul ring ha addirittura evitato di salutare la sua avversaria. Che ne pensi?
R: Il Coni e il CIO ci impongono a noi tecnici, e a tutti gli sportivi, di avere un comportamento etico sportivo adeguato, a prescindere dal risultato della gara. Questo ciò che mi ha colpito di più, anche perché la colpa di tutto questo non è certo dell’avversario. Chi sale con te sul ring deve essere sempre rispettato e invece ieri così non è stato. Per arrivare a quel punto, Imane Khelif ha fatto esattamente gli stessi sacrifici che ha dovuto fare Angela Carini.
D: Tra l’altro si erano anche già allenate insieme ad Assisi…
R: Ma certo, perché le squadre straniere vengono ad allenarsi da noi perché ad Assisi c’è un centro internazionale molto importante. È un posto tranquillo, di cultura e di preghiera, perfetto per il ritiro prima di competizioni così importanti. Giriamo il mondo insieme e ci conosciamo tutti e quando accade che ci dobbiamo incontrare la prerogativa è una soltanto: che vinca il migliore.