La Turchia ha bloccato l’accesso alla piattaforma di social network Instagram, come annunciato dall’autorità di regolamentazione informatica turca, BTK. La decisione di Ankara è arrivata dopo che Fahrettin Altun, presidente dell’ufficio nazionale delle Comunicazioni, ha criticato Instagram per aver bloccato i post di condoglianze per l’uccisione di Ismail Haniyeh. La restrizione ha suscitato l’indignazione dell’opinione pubblica.
La Turchia blocca Instagram senza fornire spiegazioni ufficiali
Venerdì 2 agosto, la Turchia ha bloccato l’accesso a Instagram. Le autorità turche non hanno specificato i motivi di questa restrizione. La decisione segue le critiche di Fahrettin Altun, il quale, il 31 luglio, aveva commentato in un post su X la rimozione dei post di condoglianze per l’uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, definendola una “censura pura e semplice”:
Condanno fermamente anche la piattaforma di social media Instagram, che impedisce alle persone di pubblicare condoglianze per il martirio di Haniye senza fornire alcuna motivazione. Questo è un tentativo di censura molto chiaro ed evidente.
Filistin direniş hareketi Hamas'ın siyasi büro şefi İsmail Heniye, düşmanlarının asla anlayamayacağı bir tevazuyla şehadete yürüdü. Filistin davasının en büyük kahramanlarından biri olarak tarihe geçen şehidimize Allah’tan rahmet diliyoruz. İslam aleminin ve Filistin’in başı…
— Fahrettin Altun (@fahrettinaltun) July 31, 2024
Quali sono le motivazioni del divieto?
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa online Mediascope, citando un funzionario della Btk, il divieto di accesso a Instagram è stato imposto a causa di vari reati, tra cui “insulti ad Ataturk”, “abuso sessuale su minore” e “incitamento all’uso di alcol e al gioco d’azzardo”. Quindi, secondo il funzionario, la rimozione dei contenuti sulla morte di Haniyeh non è stata la causa del blocco di Instagram.
Il coordinatore della strategia dell’accademia di giornalismo digitale NewsLabTurkey, Ahmet Alphan Sabanci, ribadisce in un intervista a Tag24 che le informazioni sulle motivazioni del divieto sono ancora vaghe. “Il Btk, che ha preso la decisione di bloccare l’accesso, afferma che la piattaforma non ha rimosso alcuni contenuti che rientrano nei reati catalogati dalla legge 5651”. Questa legge comprende, infatti, una serie di reati tra cui abusi sessuali sui minori, facilitazione all’uso di sostanze stupefacenti, fornitura di luoghi e opportunità di gioco d’azzardo, e crimini commessi contro Ataturk. Tuttavia, non è ancora possibile confermare le motivazioni, dato che “non ci sono prove o decisioni giudiziarie visibili al riguardo”.
“Molti ritengono che la tensione iniziata dopo il blocco della condivisione del messaggio di condoglianze di Fahrettin Altun per Ismail Haniyeh su Instagram, e il conseguente blocco da parte dei sistemi di Meta, sia il risultato di questo evento. Considerando il tempismo e la storia della Turchia riguardo ai blocchi dei siti web, è molto probabile che ci sia una certa verità in questa dichiarazione”, afferma Sabanci.
Il peso delle restrizioni su Meta
Il giornalista turco Ibrahim Haskologlu, in un’intervista a Tag24, ha sostenuto che il blocco di Instagram è legato alla condivisione di contenuti sulla morte di Haniyeh. Secondo Haskologlu, “sebbene tali restrizioni esistessero da tempo, il governo turco ha preso questa misura perché considera la questione palestinese una linea rossa”:
“La morte di Haniyeh e i commenti correlati sono stati considerati sensibili e controversi da alcune parti, e per questo motivo il blocco degli accessi ai post del Dipartimento della comunicazione è stato interpretato in questo contesto. Il governo turco ritiene che la censura imposta da Meta sia unilaterale”.
Inrahim Haskologlu conferma che attualmente si è accesa una “discussione politica e sociale” in Turchia provocata dalla morte del leader di Hamas. All’interno della società turca “alcuni gruppi sostengono Haniyeh, mentre altri ritengono che le critiche verso Israele debbano aumentare”.
L’opinione pubblica sul divieto
Molti turchi hanno criticato la decisione di Ankara su un’altra piattaforma social X. Alcuni utenti hanno contestato gli attacchi alla libertà di espressione, mentre altri hanno criticato la sensibilità dell’amministrazione turca riguardo alla morte di Haniyeh. Il paese ha annunciato un giorno di lutto nazionale per l’uccisione del leader di Hamas.
Sabanci ricorda che “Instagram svolge un ruolo importante come piattaforma di informazione e messaggistica istantanea”, ma questo non è l’unico ruolo di questa piattaforma per la società turca:
“Mentre piattaforme più politiche come Twitter o piattaforme con un uso diminuito come Facebook hanno un pubblico più limitato, Instagram era un luogo che raggiungeva una platea più ampia e ospitava ogni tipo di contenuto. A meno che non si consideri una piccola parte di persone che si sentono obbligate a sostenere questa decisione per motivi politici o che affermano che piattaforme come Instagram sono dannose, è possibile affermare che ha colpito praticamente tutti gli utenti di internet nel paese.”
La libertà di espressione
Non è la prima volta che Ankara blocca i social network o altri siti di informazione. La Turchia ha imposto un divieto su Wikipedia nel 2017 per oltre due anni e ha bloccato X più volte. Il coordinatore della strategia di NewsLabTurkey ha ricordato che i turchi non avevano assistito al blocco di una grande piattaforma da tempo:
“La libertà di espressione in Turchia è stata da anni un diritto molto precario. Con l’effetto restrittivo delle leggi attuali e il fatto che il governo possa utilizzarle in modo arbitrario, si era creato un ambiente in cui qualsiasi cosa potesse essere bloccata in qualsiasi momento.
Purtroppo, in Turchia la produzione politica riguardante internet e i diritti digitali è ancora estremamente limitata e distante dal comprendere le condizioni e le esigenze attuali. Abbiamo visto questo con ogni proposta di ampliamento della legge 5651 che ha reso possibile questo blocco. Questa situazione porta anche le persone a normalizzare la censura e i blocchi. È molto probabile che, se il blocco viene rimosso, venga rapidamente dimenticato, o se non viene rimosso, si passerà ad un’altra piattaforma, normalizzando la situazione.”
Le conseguenze economiche del divieto
Le conseguenze del divieto di Instagram sono varie. Secondo alcune stime, il costo giornaliero della chiusura della piattaforma in Turchia ammonta a 1,9miliardi di lire (circa 52.400.000 euro). Ahmet Alphan Sabanci sottolinea che “Instagram è alla base della pubblicità digitale e dell’economia degli influencer in Turchia”:
“È la piattaforma di social media più utilizzata dopo WhatsApp nel paese e viene utilizzata in moltissimi modi diversi. Coloro che hanno avviato iniziative basate sugli strumenti commerciali qui stanno parlando del rischio di perdere completamente i loro guadagni”.
Le posizioni della Corte costituzionale
In mattinata, la Corte costituzionale turca ha pubblicato un comunicato stampa in cui ha annunciato l’annullamento delle disposizioni legislative che conferivano alla Direzione delle comunicazioni il potere di intervenire nella libertà di stampa e di espressione. Tuttavia, successivamente gli utenti non sono riusciti ad accedere temporaneamente al sito della Corte e questa comunicazione è stata successivamente rimossa.