Per tutti era e rimane Corrado. In pochi conoscono il cognome di quello che Renzo Arbore ha definito “il papà della radio”. Per la cronaca era Mantoni il cognome del conduttore radiofonico e televisivo nato cento anni fa, il 2 agosto del 1924, e scomparso l’8 giugno del 1999, ideatore di trasmissioni destinate a lasciare il segno nella storia del costume. Basti pensare che Corrado, rigorosamente senza il cognome, nel ’68 ha lanciato “La Corrida” dei dilettanti allo sbaraglio e poi “Domenica in…” (1976) e “Il Pranzo è servito” (1982).
Con la sua dizione perfetta annunciò la fine della seconda guerra mondiale
In pochi ricordano che toccò a lui, il 9 maggio del 1945, annunciare alla radio la resa della Germania alle forze angloamericane e la fine delle ostilità. Poche parole ma solenni: “Interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria. Le forze armate tedesche si sono arrese agli angloamericani, la guerra è finita; ripeto: la guerra è finita!”. E anche l’annuncio del referendum del 2 giugno 1946 con la vittoria della repubblica sulla monarchia venne affidata al timbro caldo della sua voce e alla sua dizione perfetta.
Nella sua autobiografia dal titolo “…E non finisce qui”, pubblicata da Mondadori nel febbraio del 1999, scrisse: “Per me la radio è stata veramente il primo amore. La radio è una grande scuola e chi viene da lì ha molta più possibilità di avere successo. Dico di più: ai miei tempi la radio insegnava anche una forma di modestia che in questo mestiere non guasta affatto e che un po’ tutti dovrebbero avere”. E il consiglio di Corrado vale non solo per chi parla in radio e in televisione.