Imane Khelif è donna. A dirlo la scienza, o meglio, la medicina. La pugile algerina, protagonista, alle Olimpiadi di Parigi 2024, del match di ieri, 1 agosto 2024, contro l’italiana Angela Carini, infatti, è finita al centro di aspre polemiche. In molti hanno sollevato dubbi sulla sua legittimità a partecipare ai Giochi nella categoria femminile, vista la sua conformazione fisica, che la avvicina molto a quella di un uomo.

TAG24, perciò, ha voluto approfondire la questione insieme al dott. Stefano Eleuteri, sessuologo clinico, psicoterapeuta e psicologo dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma.

Polemiche sui genitali di Imane Khelif: cosa vuol dire intersex?

Critiche e insurrezioni da leoni da tastiera sui social e nel mondo politico, più che in quello sportivo, sul caso della pugile algerina Imane Khelif, che nel match di ieri mattina, 1 agosto 2024, ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, ha sfidato l’avversaria italiana Angela Carini.

Un incontro durato pochi secondi e vinto da Khelif per l’abbandono da parte di Carini, la quale ha deciso di ritirarsi dal combattimento dopo aver ricevuto un pugno che le ha fatto particolarmente male. Le lacrime e l’inginocchiarsi sul ring dell’atleta italiana, però, hanno avuto un effetto devastante sui telespettatori.

Si è, così, urlato allo scandalo e da ogni pulpito è arrivata la proverbiale predica sull’impossibilità per una donna di combattere contro un uomo. Infatti, a destare scompiglio è stato – più che altro – l’aspetto fisico di Khelif e la notizia che abbia cromosomi XY, che determinano il sesso maschile.

Da qui, anche la morbosa curiosità sui genitali della pugile. Eppure non è tutto come sembra. Come ha spiegato il dott. Eleuteri a TAG24:

Si sta facendo molta confusione sul fatto che questa persona possa essere una persona transgender. Mentre, invece, si tratta di una persona intersessuale e queste sono due cose molto diverse. Quando parliamo di persone intersessuali parliamo di soggetti che nascono con un corredo genotipico e fenotipico che possono essere diversi tra loro. In questo caso da quello che ho potuto comprenderequesta donna ha un cariotipo che ha delle caratteristiche maschili e questo la porta ad avere degli ormoni maschili più alti rispetto alle altre donne.

Le differenze a livello ormale, però, sono variabili normali che esistono anche tra tutti gli uomini e le donne che non sono intersessuali. I livelli di testosterone che hanno gli uomini o le donne sono variabili. Quindi, è normale che, nelle competizioni, venga stabilito un cut-off. Soglia che nel caso delle Olimpiadi non è stato superato, altrimenti non la avrebbero fatto partecipare“.

Eleuteri: “Si confonde l’intersex con il transgenderismo: sono diversi”

Coinvolta, suo malgrado, anche la Comunità LGBTQ+ nel caos generato dallo sfortunato match. Alcune fake news hanno identificato la pugile algerina come una transgender, anziché come una intersessuale. Ma che differenza c’è fra le due? Lo ha spiegato Eleuteri, che ha dichiarato:

L’intersex attualmente viene inserito all’interno delle categorie della Comunità, tant’è che in questo acronimo viene spesso inserita anche la I. Ovviamente, l’intersessualità è una categoria molto ampia, che fa riferimento a tutte quelle condizioni dove c’è stata una situazione atipica nello sviluppo. Il fatto è che “intersessuali” è un termine-ombrello per indicare casi l’uno diverso dall’altro. Quindi, dal fenomeno che viene percepito come più atipico, quello dell’ermafroditismo, dove – appunto – la persona nasce con una parte o entrambi i genitali, alle situazioni (come quelle di Khelif) dove c’è una diversità tra l’aspetto genotipico e fenotipico.

Per cui questa persona si mostra come una donna, ma a livello genotipico ha un cariotipo che sarebbe di tipo maschile. Fino ad arrivare anche a delle forme più a mosaico. Con “intersessuale”, quindi, intendiamo che non c’è esatta congruenza tra cromosomi XY o XX ed espressione esteriore. La maggior parte di queste persone hanno un vissuto molto difficile correlato alla sterilità, perché non essendo un cariotipo normativo, purtroppo, spesso non c’è la possibilità di produrre dei gameti e quindi di essere fertili.

Poi, anche l’aspetto psicologico varia sia dipendentemente da quando viene scoperta questa situazione. In alcuni casi, si scopre alla nascita. Nel caso degli ermafroditi, per esempio, è evidente fin dalla nascita e nel nostro Paese non c’è la possibilità, per la persona, di vivere come terzo genere. Perché in Italia è necessario che una persona abbia un’identità legale maschile o femminile, quindi in queste situazioni sono i genitori a decidere il sesso biologico della persona, ovviamente potendosi basare sui consigli medici. Tutto questo può provocare una sofferenza perché, magari, viene scelta una cosa che sembra avvicinarsi a livello biologico e, invece, crescendo, la persona si sente diversa“.

Come il sessuologo afferma, infatti, questo sarebbe un tema che andrebbe affrontato anche – e soprattutto – a livello politico. Come, ad esempio, è accaduto in Germania, dove esiste la tematica del “terzo sesso“. In questo modo, chi nasce intersessuale ha, quindi, un terzo sesso se non c’è una predominanza così forte. Eleuteri ha spiegato che, così facendo, la persona ha occasione di decidere, crescendo, se si sente più vicina all’uno o all’altro sesso e deciderà di adeguarsi.

Tutto ciò, ovviamente, viene a scontrarsi con una società, che spesso non sa come confrontarsi con queste persone, che inevitabilmente finiscono per essere vittime di bullismo. Eleuteri, ha opportunamente sottolineato come gli intersessuali debbano essere “attenzionati” e non marginalizzati.

Imane Khelif, Eleuteri: “Nessun collegamento diretto fra forza e testosterone. Discriminazione insensata”

Una parte delle perplessità, tuttavia, è ruotata attorno agli alti livelli di testosterone, che secondo alcuni avrebbero reso Khelif molto più forte rispetto a una “donna normale“. Anzi, si è utilizzata questa motivazione per gridare all’“ingiustizia”. Sul punto Eleuteri ha spiegato:

Non esistono esattamente dei livelli correlati, in modo così diretto, tra il testosterone e la forza fisica. Tant’è vero che, nelle precedenti gare, si è visto che è stata battuta un sacco di volte. Non è mai arrivata prima. Insomma, non credo che il testosterone sia stato così fondamentale. Sappiamo che la preparazione fisica e i fattori psicologici, ad esempio, sono fattori molto importanti, dove la biologia è importante, ma in parte. Ma questo in tutte le situazioni“.

Infatti, come il dottore ha chiaramente illustrato, non è raro trovare delle situazioni biologicamente più avvantaggiate di altre:

Per esempio, se una persona è più alta è normale che sia più veloce, in media. Allora non dovrebbe gareggiare contro persone più basse? Khelif, comunque, rientra negli standard di peso. Sappiamo che in quel tipo di sport gli unici due criteri che vengono presi in considerazione sono il sesso biologico e il peso. Nel caso di Khelif, appunto, questi due criteri erano considerati.

Fra l’altro, tutte queste confusioni che stanno facendo – anche i nostri politici – sottolineano la poca conoscenza della questione. Ricordiamoci che questa è un’atleta algerina, figuriamoci se lo Stato algerino mette delle persone transgender all’interno del proprio parterre. Certo, c’è questo aspetto che lo scorso anno sia stata squalificata per i livelli di testosterone. Però, come già detto, i criteri sono insindacabili, quindi, semmai, bisognerebbe ragionare un po’ di più su questi criteri. Si sente tanto dibattere su queste situazioni, ma a mio parere sarebbe il caso di aprire pian piano delle categorie specifiche per queste situazioni un po’ ibride.

Infatti, questi sono casi, ad esempio in cui persone transgender non possono gareggiare o ci stanno delle condizioni intersessuali – non come quelle di questa atleta – che, magari, provocano una condizione androgenica più forte. O ancora, delle situazioni in cui queste persone risultano incompatibili e ledono l’opportunità di poter partecipare“.

Il caso del testosterone di Khelif: è doping?

Non a caso, infatti, nel marasma di critiche e frecciatine velenose, l’argomentazione che è tornata più volte è stata proprio quella sul doping. O meglio, il presunto vantaggio dopante fornito, appunto, dagli alti livelli di testosterone di Khelif.

Eluteri ha specificato che l’ormone naturalmente prodotto dall’organismo di Khelif non può essere considerato come doping, dal momento che, appunto, è una caratteristica fisica:

Questa è un’altra situazione che è stata molto confusa e sarebbe il caso delle persone transgender, nelle quali il livello di testosterone viene somministrato in modo esterno. Quindi, è normale che se assumo del testosterone per via orale, allora può essere considerata una situazione dopante. Non si può considerare, invece, dopante una situazione prodotta a livello endogeno.

Ripeto, anche negli uomini i livelli di testosterone prodotti sono diversi e non si è mai pensato di dire che un uomo dovesse essere squalificato perché ha dei livelli più alti dell’altro. Secondo me c’è proprio un aspetto politico importante nel voler fare polemiche su questi temi. Credo che sia molto spinta, si sarebbe potuta dare un’attenzione minore.

Poi, sui social è diventata virale… però, vederla anche tra le notizie in prima pagina del telegiornale mi sembra assurdo. Sarebbe stato diverso secondo me se non ci fossero state queste tematiche care – diciamo – in senso negativo all’attuale clima politico. Ogni piccolo appiglio è una fonte di strumentalizzazione per andare contro queste tematiche percepite come particolari. Quale sarebbe l’intenzione? Togliere tutte le persone intersessuali dalla possibilità di gareggiare?“.