Chi può andare in pensione a 56, 61 o 63 anni? Il sistema pensionistico italiano non è un treno da prendere al volo. Non vale la regola “motori avanti tutta” oltre il 2025. Sono molti i lavoratori italiani che vorrebbero la possibilità di avere un’uscita flessibile anticipata, e perché no, senza penalizzazioni. Purtroppo, non è ancora il tempo di pensare in grande, mancano le risorse finanziarie per permettere l’introduzione di misure meno incisive di quelle attualmente in vigore. Ciò spinge i lavoratori all’uscita a 67 anni di età o 41 anni di versamenti contributivi. Tornando alla domanda iniziale, vediamo chi può andare in pensione a 56, 61 o 63 anni.

Chi può andare in pensione a 56, 61 o 63 anni?

 Premesso che, ad oggi, i pilastri del sistema pensionistico italiano sono la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata ordinaria, appare chiaro che per andare in pensione a 56, 61 o 63 anni è indispensabile rientrare in categorie di maggior tutela.

In altre parole, bisogna soddisfare requisiti e condizioni specifiche, pena l’inammissibilità alla misura. Tuttavia, è fondamentale verificare se sia davvero possibile maturare i requisiti per l’Ape sociale, Quota 41 precoci e la pensione di vecchiaia anticipata. Infatti, anche se queste misure venissero confermate fino al 2026, non sarebbero accessibili a tutti i lavoratori. Vediamo perché.

 Pensione anticipata ed età pensionabile

 La pensione di vecchiaia anticipata per invalidità permette di anticipare l’uscita dal lavoro con un requisito anagrafico ridotto. Infatti, alcune categorie di lavoratori possono anticipare l’uscita a 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne, senza dover attendere l’età pensionabile fissata a 67 anni.

Tuttavia, per accedere a questa misura è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi, oltre al possesso di un verbale di riconoscimento dell’invalidità, rilasciato dalla Commissione medica ASL-INPS, in misura non inferiore all’80%. La pensione di vecchiaia anticipata per invalidità consente l’uscita dal lavoro a 56 o 61 anni e prevede una finestra mobile di 12 mesi. Inoltre, la pensione può decorrere anche nel 2025.

Lavoratori categorie fragili in pensione a 63 anni con l’Ape sociale

 L’Anticipo pensionistico Ape sociale permette l’uscita dal lavoro a 63 anni e 5 mesi con un montante contributivo di 30 o 36 anni di versamenti, a seconda della categoria di lavoro.

Tuttavia, per poter accedere a questa misura, il lavoratore non deve violare i requisiti normativi e, soprattutto, l’Ape sociale è in vigore fino al 31 dicembre 2024, salvo proroghe. Al momento, possono accedere all’anticipo pensionistico i lavoratori che rientrano in una delle condizioni indicate nel seguente schema:

CategoriaDescrizione
DisoccupatiLavoratori che si trovano in stato di disoccupazione a seguito di licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale o fine di un contratto a tempo determinato. È necessario aver lavorato da almeno 18 mesi nei 36 mesi precedenti la fine del contratto, aver terminato il periodo di disoccupazione spettante e avere almeno 30 anni di contributi.
CaregiverLavoratori che assistono, da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con grave disabilità (come definito dalla legge 104/1992). L’assistenza può essere estesa anche a un parente o affine di secondo grado convivente se i genitori o il coniuge della persona disabile hanno più di 70 anni, sono affetti da gravi patologie o sono deceduti. È necessario avere almeno 30 anni di contributi.
InvalidiLavoratori con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, certificata dalle commissioni per l’invalidità civile, e con almeno 30 anni di contributi.
Lavoratori in mansioni gravoseLavoratori dipendenti con almeno 36 anni di contributi che, inoltre, devono aver svolto per almeno sette degli ultimi dieci anni, o sei degli ultimi sette anni, una o più delle professioni considerate gravose secondo la legge n. 234/2021.

Quota 41 precoci

  La pensione anticipata per i precoci è una prestazione economica che non richiede un’età minima, ma solo un determinato numero di contributi.

Pertanto, possono accedere a questa misura i lavoratori che maturano 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivamente versati.Tuttavia, per poter beneficiare di questa pensione, è necessario aver versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni.

Attenzione: anche se un lavoratore avesse iniziato a lavorare a 18 anni, maturando un anno di contributi prima dei 19, non avrebbe diritto alla pensione anticipata per i precoci se non rientra in una delle categorie di maggior tutela indicate nello schema INPS.

CondizioneDescrizione
Stato di disoccupazioneA seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi.
InvaliditàSuperiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile.
Assistenti a persone con handicapAssistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Lavoratori in attività usurantiHanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67 (attività usurante di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 19 maggio 1999, addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo).
Lavoratori in attività gravoseSono ricompresi tra le categorie di lavoratori dipendenti di seguito elencate e hanno svolto l’attività lavorativa cd. gravosa per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa.