Il termine femminicidio indica gli omicidi di genere, in particolar modo quelli femminili. Si tratta di una discriminazione dettata da fattori soprattutto psicologici. Da secoli si assiste ad una vera e propria lotta interna alle società di tutto il mondo, dove sembra impossibile oltrepassare i preconcetti legati alla figura della donna.
Il femminicidio è in poche parole una forma di violenza imperdonabile: ecco cosa vuol dire essere donne?
Donna è colei che genera la vita, è premurosa, è una sorella, una madre, una fidanzata. Donna non è colei che non può ricoprire un alto status sociale, non è colei che non può accedere all’istruzione, non è colei che deve sottostare all’uomo, non è colei che deve soltanto badare ai figli e curare la casa. Nel secolo in cui ci troviamo può sembrare scontato pensare al superamento delle disparità di genere, ma purtroppo siamo invischiati in dinamiche inaccettabili. La donna è fragile, ma non per questo meno importante dell’uomo.
Uomini e donne, diversi ma entrambi umani
La donna è vivace, è solare, è bella, ma non per questo non merita di vivere in un mondo in cui tutto verte sul potere e si pensa che questo debba stare nelle mani degli uomini. Bisogna entrare nell’ordine di idee che donne e uomini sono diversi, ma alla fine dei conti sono esseri umani: respirano, si nutrono, camminano, parlano, e poi si emozionano. Le disparità costruite nel tempo aumentano concezioni patriarcali non più accettabili.
Superiamo stereotipi miseri
Il femminicidio è un omicidio. Bisogna superare queste concezioni misere, siamo tutti esseri umani, c’è bisogno di rispetto, comprensione che ognuno, a modo suo, è in grado di svolgere determinati compiti o di ricoprire determinate cariche, senza distinzione di genere.