L’inchiesta sulla morte di Fatou Sarr, bambina annegata al parco acquatico di Inzago (Milano) lo scorso 17 giugno 2024, va avanti e la pm titolare delle indagini ha inscritto 8 persone sul registro degli indagati.

I titolari della struttura, i gestori della sua sicurezza e gli accompagnatori della comitiva della quale la piccola Sarr faceva parte dovranno spiegare come sia stato possibile che un’11enne si sia arrivata a tuffare in una piscina non per bambini.

Le indagini per la morte della bambina annegata al parco acquatico di Inzago (Milano) vanno avanti: 8 indagati

La morte di Fatou Sarr, bambina senegalese di 11 anni, lo scorso 20 giugno 2024 aveva sconvolto la comunità di Inzago. Arrivata all’Acquaneva della città in provincia di Milano, un parco acquatico dotato di strutture anche per bambini, insieme ad altre 200 persone circa, la piccola era finita sul fondale di una piscina e poi aveva subito un arresto cardiocircolatorio.

L’incidente era avvenuto il 17 giugno e, nonostante i tentativi di salvataggio, la bambina era venuta a mancare all’affetto di amici e genitori. Riportata la sua salma in Senegal, la madre ed il padre di Fatou aveva chiesto risposte ad una morte che non si rassegnano a considerare accidentale.

E’ quanto vuole scoprire la pm che ha in carico le indagini, Alessandra Cerreti, che oggi 31 luglio ha inscritto nel registro degli indagati 8 persone. Oltre al parroco che accompagnava quel giorno il gruppo di bambini, Don Andrea Piana (il responsabile del centro estivo dell’oratorio di Caravaggio), fra gli indagati ci sono anche il bagnino, i vertici ed i responsabili per la sicurezza del parco acquatico.

Si aspetta ancora l’esito dell’autopsia che dovrebbe arrivare a stretto giro di posta.

Dall’età del bagnino al numero degli accompagnatori: i punti ancora oscuri della vicenda

La decisione della pm permetterà a tutte le persone coinvolte nel capire quali sono in dettaglio le accuse mosse loro ma soprattutto consentirà ai loro avvocati di preparare le difese dei loro assistiti. Gli inquirenti hanno necessità di capire, comunque, perché ci fossero soltanto due persone ad accompagnare un gruppo di circa 200 bambini all’Acquaneva di Inzago.

Anche i gestori dell’acquapark sono sotto osservazione, giacché sarà necessario stabilire se da parte loro ci sia stata tutta l’accortezza ed il rispetto necessario delle regole per offrire ai piccoli bagnanti un’esperienza sicura. Perché la piccola Sarr era arrivata in una piscina non per bambini ed il bagnino presente nella struttura doveva essere maggiorenne o meno?

Gli inquirenti sentiranno altre persone per cercare le risposte a queste domande e per capire se la morte della bambina potesse essere evitata o meno.