L’uccisione del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh in un raid israeliano a Teheran oggi avrà delle importanti ripercussioni sul conflitto in corso in Medio Oriente. Subito dopo l’attacco sono seguite forti condanne da diversi Stati e sembra impossibile che Hamas possa intavolare a queste condizioni una trattativa con Israele per la fine delle ostilità.

Il giornalista ed analista geopolitico Antonello Sacchetti spiega a Tag24 cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni e quali ripercussioni avrà il raid israeliano sulla guerra. Solo qualche giorno fa, Tel Aviv ha bombardato alcune aree del Libano suscitando reazioni contrarie da parte della Turchia.

Sacchetti: “L’uccisione di Haniyeh a Teheran avrà ripercussioni”

L’ultima settimana potrebbe aver portato la guerra in Medio Oriente in una nuova fase. Oggi in un attacco mirato israeliano ad un palazzo di Teheran è morto Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas. L’uccisione del leader del movimento islamico ha destato scalpore e rabbia non solo in Medio Oriente: dure condanne all’azione israeliana sono arrivate da svariati Paesi, a partire dal Qatar fino alla Russia.

L’omicidio del capo politico di Hamas, sommato agli attacchi in Libano contro Hezbollah, potrebbe aprire un nuovo sanguinoso capitolo nel conflitto in corso ed avere gravi ripercussioni sulla stabilità della regione come spiega Antonello Sacchetti a Tag24.

Il futuro del conflitto dopo la morte di Haniyeh

Cosa potrebbe succedere dopo l’uccisione di Haniyeh? Ci saranno ripercussioni?

“Haniyeh era il capo politico di Hamas ed era delegato a trattare con Israele, a questo punto direi che non c’è possibilità di trovare un accordo. In secondo luogo, questo è un omicidio che va contro l’Iran: colpire il capo politico di Hamas a Teheran nel giorno dell’insediamento del neoeletto presidente Pezeshkian è un atto che cancella ogni prospettiva nel breve periodo di riavvicinamento tra Usa ed Iran”.

“Dopo l’omicidio di Haniyeh ci sarà una risposta da parte dell’Iran e da parte dell’Asse della ResistenzaIran, Hezbollah, Siria e Houthi yemeniti. Si rischia la guerra totale in questo modo”.

Le difficoltà di Pezeshkian

Questo atto rallenterà il dialogo voluto da Pezeshkian?

“Nelle ultime ore Israele ha colpito sia Beirut che Teheran, attaccando i vertici di Hezbollah e di Hamas. Quello che potrà fare Pezeshkian è ancora molto limitato: non ha ancora presentato la sua squadra di governo ed ha già subito un colpo molto duro. All’interno dell’Asse l’Iran paradossalmente appare come l’anello debole ed ora la morte del presidente Ebrahim Raisi avvenuta lo scorso maggio sembra ancora più sospetta…”

Oggi alcuni leader occidentali – sia statunitensi che europei – hanno invocato il cessate il fuoco: c’è una possibilità che questa vicenda dia una spinta alla diplomazia?

“Non vedo come e non vedo perché, onestamente. Usa ed Ue hanno posizioni molto differenti. Se gli Stati Uniti non sapevano nulla di quanto accaduto oggi a Teheran è grave perché vuol dire che ad Israele è perdonato tutto, se invece erano al corrente del raid non credo che potranno parlare di pace”.

“Le recenti parole di Blinken sembrano un’operazione di facciata a fronte di nove mesi di guerra e delle continue violazioni del diritto internazionale commesse da Tel Aviv. Dubito che possa arrivare un cessate il fuoco dopo i fatti recenti…Hamas non ha intenzione di trattare da una posizione di debolezza. Haniyeh era favorevole e non è una novità che Israele elimini chi vuole il dialogo: il senso del raid è quello di non arrivare alla tregua“.

La guerra estesa in tutta la regione

Sono stati giorni molto intensi per il Medio Oriente. C’è il rischio di una guerra che coinvolga l’intera regione?

Israele vuole un’escalation. L’attacco in Libano e l’omicidio di Haniyeh servono a portare l’intera regione in un conflitto aperto. E’ una situazione che non va esclusa, non so più quale possa essere una ‘linea rossa‘ da oltrepassare”.

“Il recente raid a Teheran va contro anche a quanto fatto dalla Cina negli scorsi giorni: Pechino ha ‘ricomposto’ il fronte nazionale palestinese facendo ritrovare Hamas ed l’Anp in un vertice, questo poteva significare andare ad una trattativa portata avanti da un soggetto comune e compatto. Dopo l’assassinio di Haniyeh sembra difficile che si possa seguire una linea moderata”.