Lutto nel mondo della cultura: è morto Roberto Herlitzka, attore nato il 2 ottobre 1937 a Torino, ha avuto una carriera teatrale lunga e prestigiosa, con circa sessanta film al suo attivo e collaborazioni con i più celebri registi italiani come Lina Wertmüller, Luigi Magni e Marco Bellocchio. La sua carriera si estende anche alla televisione, dove ha ottenuto numerosi successi. È morto all’età di 86 anni.

Roberto Herlitzka: causa morte

La causa della morte di Roberto Herlitzka non è stata ancora resa nota, ma non si hanno notizie legate ad una possibile malattia dell’attore.

Vita privata

Roberto Herlitzka è sposato con Chiara Cajoli, ex-attrice, da ben quarantasette anni. Chiara è sempre presente nelle produzioni teatrali di Roberto e insieme si considerano inseparabili. La coppia, che non ha avuto figli, risiede a Roma da molti anni e ha un forte legame con la città.

Carriera

Durante la sua carriera, Herlitzka ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Ha vinto il Premio Ubu come miglior attore italiano nelle stagioni teatrali 2002-2003 e 2003-2004. Nel 2004 ha ottenuto un Nastro d’argento e un David di Donatello come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione di Aldo Moro nel film “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio, e ha ricevuto un Premio Gassman come miglior attore per le sue performance teatrali in “Lasciami andare madre” e “Lighea”. Nel 2013, al Bari International Film Festival, è stato premiato con il Premio Vittorio Gassman come miglior attore protagonista per “Il rosso e il blu”. Tra i suoi ruoli più memorabili c’è quello del cardinale ossessionato dalla cucina nel film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino. Ha anche lavorato come doppiatore, prestando la voce al barista Lloyd nel film cult “Shining”.

La famiglia paterna di Herlitzka era di origine ebrea. L’attore raccontava che, nonostante il cognome complicato proveniente da Brno e il suo significato evocativo di Kafka, non aveva mai pensato di cambiarlo. I suoi genitori si separarono quando era molto piccolo e suo padre, dopo aver sposato la pittrice Giorgina Lattes, emigrò in Argentina nel gennaio 1939 per sfuggire alle leggi razziali. Herlitzka e il fratello maggiore Paolo ottennero temporaneamente il cognome della madre, Berruti. Dopo gli studi a Torino, si trasferì a Roma per studiare all’Accademia nazionale d’arte drammatica sotto la guida di Orazio Costa. Questo segnò l’inizio di una carriera teatrale ricca e diversificata, caratterizzata dalla collaborazione con importanti registi teatrali italiani come Costa, Gabriele Lavia, Luca Ronconi e Luigi Squarzina.

Il debutto nel cinema avvenne nel 1973 con “Film d’amore e anarchia” di Lina Wertmüller. Collaborò con la regista in altri quattro film e diverse produzioni teatrali. Negli anni Settanta, lavorò anche in televisione con fiction come “Il dipinto” (1974), “Boezio e il suo re” (1974) e la miniserie “Nucleo Centrale Investigativo” (1974). Dopo aver lavorato con Vittorio Cottafavi in “I persiani” (1975), fu protagonista nello sceneggiato “L’agente segreto” (1978) di Antonio Calenda, e successivamente apparve in “In tre dentro un fondo di caffè” (1979) ed “Episodi della vita di un uomo” (1980). Mauro Bolognini lo scelse per “La Certosa di Parma” (1981).

Nel film “Marcellino (pane e vino)” di Luigi Comencini, interpretò il ruolo del precettore. Il primo di numerosi lavori con Marco Bellocchio fu “Il sogno della farfalla” (1990), dove interpretava il padre del protagonista. Seguirono molte altre collaborazioni, tra cui “Buongiorno, notte”, “Bella addormentata”, “Sangue del mio sangue” e “Fa bei sogni”. Il suo ruolo più iconico è forse quello del segretario della DC rapito dai terroristi in “Buongiorno, notte”. Gli ultimi film di Herlitzka includono “Il bambino nascosto” di Roberto Andò, presentato alla Mostra di Venezia nel 2021, e “Leonora addio” di Paolo Taviani, presentato al festival di Berlino.