Angela Andreoli, Alice D’Amato, Manila Esposito, Elisa Iorio, Giorgia Villa: nomi che vanno impressi bene in testa, perchè queste ragazze hanno riscritto la storia. Era infatti dal 1928 che l’Italia non riusciva a conquistare una medaglia olimpica femminile a squadre, ma ieri queste giovani atlete si sono tinte d’argento. Hanno fatto una prestazione straordinaria, senza mollare di un centrimento in nessun attrezzo e si sono posizionate alle spalle solo degli Stati Uniti, capitanati da una meravigliosa Simone Biles. Il sogno è diventato realtà, e adesso guai a svegliarsi. In questi giorni infatti le nostre atlete torneranno in gara, ma a livello individuale, e dopo le Fate, a Parigi arriveranno anche le Farfalle della ritmica e le aspettative sono altissime. Per commentare questa storica medaglia d’argento nella ginnastica artistica dell’Italia alle Olimpiadi 2024, l’ex atleta e capitano della Nazionale di ginnastica ritmica, Marta Pagnini, è intervenuta in esclusiva a Tag24.

Italia storica medaglia d’argento nella ginnastica artistica alle Olimpiadi 2024. Marta Pagnini commenta a Tag24

D: Una gioia incredibile alle Olimpiadi di Parigi 2024, con l’argento conquistato dalle ragazze della ginnastica artistica. Te lo aspettavi e quando hai capito che sarebbe stato possibile?

R: Non mi aspettavo di preciso l’argento, ma mi aspettavo un grandissimo risultato perché sapevo che l’Italia poteva contare su una squadra davvero molto forte. Io vengo dalla ritmica, ma mi sono molto avvicinata a queste atlete, di cui conosco tutta la storia. Ho seguito da vicino soprattutto Giorgia Villa e le gemelle D’amato e avevo visto le loro prestazioni anche agli Europei. Sapevo perfettamente qual era il loro livello ed ero davvero fiduciosa. È arrivato un grande risultato e certo, l’argento dopo l’America, probabilmente è il massimo che potevo immaginare e a cui si poteva ambire.

D: C’è stato un momento preciso in cui hai capito che era possibile?

R: Ho seguito tutta la gara con massima attenzione e mi sono affidata al commento di Ilaria Colombo, che per me è illuminante perché spiega benissimo tutto ciò che succede. È stato l’ultimo corpo libero, quello di Angela Andreoli, a dare la stoccata finale. Quando l’ho vista uscire, ho visto la reazione delle compagne, l’ultima diagonale praticamente perfetta, lì ho pensato che fosse andata.

D: La gioia è stata incredibile e la cosa che fa ben sperare è che parliamo di ragazze giovani, con un importante futuro davanti. Possono crescere ancora?

R: Assolutamente sì, anche perché oggi l’età media si è alzata moltissimo, sia nell’artistica che nella ritmica. Questo è un bene perché significa che le nostre atlete stanno bene sia fisicamente che mentalmente e questo gli permette di andare avanti a gareggiare per più anni, rispetto al passato. Se siamo così vincenti a questa giovane età, è evidente che possiamo sognare in grande. Il margine di miglioramento è ancora enorme e io auguro a tutte loro di poter dare ancora tantissimo.

Le gare individuali della ginnastica, e la ritmica

D: Un gioco di squadra, ma al tempo stesso l’importanza dell’individualità. Ora quali sono le aspettative nei confronti di queste ragazze, e anche della ritmica?

R: Per quanto riguarda le ragazze di artistica ogni gara è a sé, ma io sono sicura, conoscendole e da loro tifosa, che questo risultato non andrà a compromettere la loro concentrazione. Sono certa che potranno dare ancora tanto e augura ognuna di loro di godersi l’esperienza olimpica a 360 gradi. Non devono preoccuparsi solo di portare a casa i risultati, ma devono abbracciare tutto ciò che ti regalano i Giochi. Questo lo dico soprattutto a chi sta affrontando la sua prima Olimpiade. Per quel che riguarda la ritmica, è chiaro che ci aspettiamo tanto.

D: Tanto, ovvero qualche medaglia?

R: Veniamo da una lunga tradizione di vittorie e quest’anno non dobbiamo conquistare solo la medaglia con le squadre, ma possiamo ambire a fare bene anche nell’individuale. Questa è la grande novità. A Tokyo il risultato migliore è stato il sesto posto di Milena Baldassarri, mentre adesso possiamo addirittura batterci per una medaglia, con una ginnasta come Sofia Raffaeli, che è vice campionessa del mondo. L’emozione è a mille. Non vogliamo assolutamente fermarci qui.

D: Tra tante gioie e, c’è anche qualche piccolo dolore. Purtroppo Vanessa Ferrari ha dovuto rinunciare alle Olimpiadi all’ultimo istante, cosa ti senti di dire?

R: Ho espresso a Vanessa tutto il mio affetto e supporto, perché parliamo di una professionista pazzesca, che ha dimostrato che voleva quella medaglia ed è riuscita a prendersela a Tokyo. È stata un’emozione unica, ma voleva esserci anche a questa Olimpiade. Per lei non è stato semplice, ma l’ho vista fare un tifo genuino ed affettuoso alle sue compagne. Era lì, insieme alla gemella D’Amato, anche lei infortunata, e questo mi ha davvero commosso. Un grosso applauso va anche a loro due, perché stare solo a guardare non è semplice, ma è evidente che c’è una bella unione e che questa è una squadra coesa.

D: C’è una stella pronta a brillare più delle altre?

R: Secondo me sono talmente complementari che non ne vedo soltanto una, rispetto alle altre. È chiaro che Manila Esposito, che è la più piccola, ha tutti gli occhi puntati addosso. Ha già fatto un exploit pazzesco e ha già conquistato un sacco di medaglie, anche agli Europei, pur essendo giovanissima. Detto questo però, ognuna di loro ha una grossa particolarità rispetto alle altre ed è proprio questo a renderle così forti.