Centinaia di soccorritori sono in azione senza sosta mentre l’India affronta uno dei peggiori disastri degli ultimi anni a causa delle intense piogge. Le frane verificatesi nello stato meridionale del Kerala hanno causato oltre 150 vittime e si teme che il bilancio delle vittime possa ulteriormente aggravarsi.

India, frane nello stato di Kerala: almeno 150 morti

Le forti piogge monsoniche hanno colpito lo stato del Kerala, nel sud dell’India, nelle prime ore di martedì 30 luglio, innescando due frane mortali. Le abitazioni sono state travolte e vaste aree sono sepolte sotto i detriti nel distretto nordorientale di Wayanad. È il secondo giorno del disastro e i soccorritori sono impegnati in una corsa contro il tempo, proseguendo senza sosta con le operazioni di ricerca e salvataggio.

Secondo le autorità indiane, circa mille persone sono state salvate, mentre oltre 180 indiani risultano ancora dispersi. Il bilancio dei morti è aumentato in modo esponenziale rispetto al giorno precedente, superando quota 150.

Il maltempo ostacola i soccorsi

I soccorritori stanno affrontando condizioni meteorologiche pericolose per proseguire con le operazioni di salvataggio. La circolazione è gravemente compromessa a causa delle strade bloccate da alberi caduti e ponti distrutti e a queste difficoltà si aggiunge anche la mancanza di elettricità. Almeno 400 famiglie sono al momento irraggiungibili. Sarà necessario ulteriore tempo per valutare completamente l’entità del disastro.

L’impatto del cambiamento climatico

Le piogge monsoniche offrono sollievo dal caldo estremo che caratterizza il periodo estivo, da giugno a settembre, ma portano anche con sé inondazioni e frane. Negli ultimi anni, il numero di frane in India è aumentato, e gli esperti attribuiscono questo incremento al cambiamento climatico, senza escludere altri fattori come la deforestazione.

Nel 2018, lo stato del Kerala è stato colpito da inondazioni che hanno causato la morte di circa 500 persone, in una delle tragedie più gravi del paese.