Lavori, per alcuni fino a 1.500 euro di pensione: una realtà concreta per pochi, non un sogno per tutti. Il sistema previdenziale italiano, sebbene stia migliorando, richiede ancora tempo per soddisfare pienamente le esigenze dei lavoratori. La prospettiva di una pensione fino a 1.500 euro al mese è certamente allettante, ma al momento non è alla portata di tutti. Per poter contare su un futuro pensionistico più sereno, saranno necessari interventi strutturali e tempi più lunghi.

Lavori: per alcuni, fino a 1.500 euro di pensione

Le attuali misure previdenziali sono il frutto delle scelte politiche adottate nell’ultimo decennio. In molti sperano, anzi si augurano, che nel prossimo futuro si parli di più delle esigenze dei lavoratori e meno dei problemi di cassa. Le modifiche al sistema previdenziale non dovrebbero rappresentare una minaccia per i lavoratori più grande della pandemia e della crisi energetica che abbiamo affrontato nell’ultimo decennio.

I lavoratori non dovrebbero temere di restare senza pensione o con un assegno basso, almeno non nell’immediato. Tuttavia, il calcolo contributivo riduce le aspettative di ricevere un assegno pensionistico sufficiente a garantire una vita agiata.

Mentre si ritorna a parlare del lavoro di una vita e di una pensione fino a 1.500 euro lordi, c’è chi non riesce nemmeno a maturare il diritto alla pensione

 Anticipo pensionistico a 63 anni e 5 mesi

È evidente che per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver compiuto 67 anni di età e aver maturato un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. È altrettanto evidente che non esiste una vera misura flessibile anticipata in grado di contrastare la rigidità della pensione di vecchiaia. Sebbene l’INPS riconosca come pensione anticipata flessibile Quota 41, questa misura, ottenibile dopo 41 anni di contributi e 62 anni di età, presenta dei limiti. Infatti, l’assegno è calcolato interamente con il sistema contributivo e non può superare il quadruplo del trattamento minimo.

Inoltre, i lavoratori che hanno maturato il diritto a Quota 41 ma desiderano continuare a lavorare possono richiedere il bonus Maroni, un aumento in busta paga dovuto all’esonero contributivo. Tuttavia, questo bonus non incrementa il montante contributivo ai fini pensionistici.

Pertanto, pur con qualche sfumatura, l’accesso anticipato pensionistico tramite APE sociale potrebbe rappresentare una valida alternativa. È importante sottolineare che questa misura è riservata a specifiche categorie di lavoratori meritevoli di tutela. Vediamo ora a chi è destinata l’APE Sociale.

Quali categorie di lavoratori possono richiedere l’APE Sociale?

Lavori, per alcuni fino a 1.500 euro di pensione: una realtà concreta per pochi.

Sono tante le domande che sorgono sull’APE sociale, ma spesso non si inquadra bene il motivo per cui è stata introdotta nel sistema previdenziale italiano. È evidente che si tratta di una misura nata per sostenere il reddito di determinate categorie di lavoratori che, pur avendo raggiunto i 63 anni e 5 mesi, non sono in grado di continuare a lavorare e allo stesso tempo non hanno ancora maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia.

I beneficiari dell’APE Sociale devono rientrare in una delle seguenti categorie:

  • disoccupazione: riguarda coloro che hanno perso il lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o scadenza di un contratto a termine, hanno esaurito la disoccupazione e hanno almeno 30 anni di contributi;
  • assistenza a familiari disabili: riguarda coloro che assistono un familiare con handicap grave da almeno 6 mesi e hanno almeno 30 anni di contributi;
  • invalidità civile: riguarda coloro che hanno una disabilità superiore al 74% e almeno 30 anni di contributi;
  • lavoratori in professioni gravose: riguarda coloro che hanno almeno 36 anni di contributi e hanno svolto per almeno 7 anni negli ultimi 10 una delle professioni considerate gravose (ad esempio, edilizia, trasporti, ecc.).

 Come funziona l’APE Sociale?

L’APE Sociale è un’indennità erogata per un periodo massimo di 12 mesi e riconosciuta fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. L’importo massimo mensile corrisponde a quello della pensione calcolata al momento della domanda, con un tetto massimo stabilito per legge fino a 1.500 euro lordi mensili.

Tuttavia, è importante considerare alcune implicazioni relative all’APE Sociale: la misura non è rivalutata annualmente e, soprattutto, non è reversibile, il che significa che non sono tutelati i diritti degli eredi in caso di decesso del beneficiario.