Debiti fiscali: le soluzioni tra prescrizione e sgravi delle cartelle esattoriali. In tema fiscale, non si può essere maldestri. Anzi, per dirla in parole semplici, bisogna evitare di commettere grossolani errori. Ci sono debiti fiscali che vanno in prescrizione, mentre per altri è possibile ottenere degli sgravi sulle cartelle esattoriali. Vediamo insieme i termini e le condizioni da considerare per pagare di meno o addirittura non pagare i debiti fiscali.

Debiti fiscali: le soluzioni tra prescrizione e sgravi delle cartelle esattoriali

 Chi più, chi meno, possiamo evitare di pagare qualche fardello, anche perché è necessario considerare che, spesso, si rischia di pagare a caro prezzo la scelta di aderire alla Definizione agevolata. Lo sanno molto bene i molti contribuenti che hanno aderito alla Rottamazione quater e, nel giro di poco, sono decaduti dai benefici della misura agevolativa. Altri, invece, sono in attesa di una proroga per la scadenza del 31 luglio 2024. Un differimento che dovrebbe permettere di pagare la quinta rata il 15 settembre.

La nuova riforma della Riscossione, per molti, somiglia a una stretta mascherata, tra promesse di disporre di più tempo per pagare i debiti esattoriali, senza considerare che si lega il contribuente a un circolo vizioso di sovraindebitamento. Avere più tempo per pagare le cartelle esattoriali non sempre significa alleggerire la pressione debitoria dei contribuenti, questo perché, nel medesimo lasso di tempo previsto per il pagamento dei debiti, arrivano altri fardelli da pagare. Insomma, un po’ alla volta, il contribuente rischia di trovarsi in un imbuto devastante di debiti. Forse si potrebbe fare di più che allungare un piano di rateizzazione a cui si aggiungono interessi e sanzioni.

Quali sono le cartelle esattoriali che verranno cancellate?

Prescrizione, sgravi e annullamento delle cartelle esattoriali

Uno dei punti centrali della riforma della Riscossione approvata in Consiglio dei Ministri riguarda il discarico automatico delle cartelle esattoriali a partire dal 1° gennaio 2025.

Secondo le nuove disposizioni normative, l’ente impositore dispone di 5 anni di tempo per recuperare i debiti delle cartelle esattoriali, prima di effettuare un discarico d’ufficio e monitorare a vita il contribuente in attesa di un cambiamento delle condizioni economiche tale da soddisfare il credito.

Quando un debito con l’Agenzia delle Entrate va in prescrizione?

In generale, a sollevare l’eccezione della prescrizione delle cartelle esattoriali deve essere il contribuente; pertanto, il contribuente deve eccepire la presenza della prescrizione della cartella di pagamento mentre l’Agente per la Riscossione deve fornire la prova contraria. Come riporta Laleggepertutti.it, l’agente della riscossione deve dimostrare la presenza di atti interruttivi della prescrizione, come ad esempio un sollecito, un’intimazione di pagamento, un pignoramento o un preavviso di fermo, e molto altro.

Per le cartelle esattoriali, la prescrizione si calcola prendendo come riferimento la data di notifica della cartella esattoriale. Se la notifica è avvenuta con deposito al Comune o all’ufficio postale, il termine di prescrizione inizia dal ritiro della cartella di pagamento. Mediamente, la cartella esattoriale si prescrive in dieci anni, ma il termine varia in base alla natura dell’imposta contestata. Per questo motivo, esistono cartelle esattoriali che si prescrivono in 3, 5 o 10 anni.

Sospensione legale della riscossione (Legge n. 228/2012)

 In determinati casi, è possibile richiedere la sospensione o l’annullamento della cartella direttamente all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

I casi previsti includono: pagamento anticipato, sgravio emesso, prescrizione, sospensione amministrativa o giudiziale e sentenza che annulla, in tutto o in parte, il debito. La richiesta deve essere presentata entro 60 giorni dalla notifica della cartella.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione sospende la riscossione in attesa della risposta dell’ente creditore, che deve pervenire entro 220 giorni per evitare l’annullamento del debito. In assenza di riscontro da parte dell’ente entro tale termine, la legge prevede l’annullamento della cartella esattoriale.

Si ricorda che, se la documentazione fornita non è adeguata, la richiesta viene rigettata e la procedura di riscossione riprende. Infine, presentare documentazione falsa comporta l’applicazione di sanzioni amministrative.