Trecentomila euro l’anno a parte – tanto il Movimento Cinque Stelle paga Beppe Grillo per una “consulenza sulla comunicazione” – non c’è più alcun nesso tra il mondo pentastellato e il comico che l’ha concepito e fondato. Dopo una lunga serie di offese che Beppe ha rivolto a Giuseppi, l’ha sancito l’ultimo braccio di ferro tra i due: quello che si è svolto a colpi di messaggi pubblicati sul sito del Movimento, con Grillo che chiedeva di avere, nelle vesti di “garante”, un ruolo privilegiato in vista della Costituente di settembre annunciata da Conte e quest’ultimo a rispedire al mittente ogni trattamento di favore. A confermare il risultato di questo braccio di ferro, oggi, 30 luglio 2024, è stato, a microfoni di Tag24.it, Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento alla Camera.
Grillo-Conte: il Movimento Cinque Stelle si è degrillizzato. Ecco perché
Quando Grillo ha chiesto pubblicamente di avere un ruolo da protagonista in vista della prossima Costituente, Conte ha evitato di dare una risposta a stretto giro, una risposta di pancia. E’ intervenuto a freddo, ma in maniera netta, chiarendo che con lui non avrebbe tenuto alcun incontro preliminare per fissare regole, temi e percorso della prossima Costituente 5 Stelle. Questa mossa è stata vista dai suoi come “un atto di indipendenza politica”. L’ultimo atto del processo di degrillizzazione del Movimento Cinque Stelle. Come dire: Beppe il garante (o il consulente profumatamente pagato) politicamente non conta più nulla all’interno della formazione politica che ha fondato il 4 ottobre 2009 assieme a Gianroberto Casaleggio. Non ha alcuna presa sulla stragrande maggioranza dei parlamentari grillini (ormai tali solo di nome, non di fatto). E quando Tag24.it ha intercettato Francesco Silvestri, il capogruppo del Movimento alla Camera, questi non ha fatto che confermarlo. Con queste parole:
“Tra Beppe e Giuseppe non c’è in corso alcuna guerra. Tra loro è intercorso solo uno scambio di missive in cui Beppe ha ribadito la volontà di parlare in un ambito ristretto delle regole del Movimento e Giuseppe Conte ha risposto ‘Da quando ci sono io le cose funzionano in maniera collegiale. E quindi cosi si fa’. E così si farà”
Come dire: il Movimento Cinque Stelle da essere partito di Grillo, è passato ad essere il partito di Conte.
Il terzo mandato: il vero nodo politico che divide Grillo e Conte
Ora, i pentastellati che sono rimasti fedeli a Grillo hanno avuto già modo di far notare che tanto collegiale la conduzione di Conte del Movimento, come rivendicato da Silvestri, non è. Vedi la scelta di aderire al gruppo The Left all’europarlamento: l’avvocato del popolo con chi l’ha discussa? Sta di fatto che il vero nodo che con la Costituente farà capire una volta per tutte se il Movimento riuscirà a degrillizzarsi del tutto è quello legato al terzo mandato di chi ricopre un ruolo istituzionali. Se sarà confermato il limite dei due mandati, allora Grillo potrà ancora dire che conta qualcosa. Al contrario, se sarà tolto, come vuole Conte, allora la nuova era dell’avvocato potrà iniziare in maniera ufficiale.
La lista degli insulti a cui ha resistito Conte
Questo, nonostante una lista di insulti di Grillo che, nel corso degli anni, Conte ha subito da ottimo incassatore, quasi come un muro di gomma. Eccola servita: incapace, specialista din penultimatum, uomo senza visione politica, faccia meno espressiva di un avatar. E quando, alle scorse europee, il Movimento è stato ridimensionato al 9,99%, Grillo ha detto che ha avuto più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo. Ma intanto, quel vivo gli sta sfilando la sua creatura dalle mani. Se non l’ha già fatto.