Era certo di essere fidanzato con Dua Lipa. Lui, Gianfranco Bonzi, noto come Franco tra gli amici, era il portiere 59enne di un palazzo in via Borgonuovo, nel cuore di Brera, un quartiere elegante di Milano. Lei, popstar britannica di 28 anni, con quattro album all’attivo, milioni di dischi venduti, numerosi premi e un’infinità di follower sui social. Quando un collega lo aveva avvertito della classica “truffa romantica”, Franco era sparito.

Chi era Gianfranco Bonzi? La causa della morte

Le ultime immagini di Bonzi, riprese da una telecamera, risalgono a sabato 23 marzo 2024. Poi, più nulla. Lunedì il suo nome è riapparso durante una verifica del DNA prelevato da un cadavere ripescato il 22 giugno scorso nell’Adda. Era il corpo di Bonzi.

Indossava jeans e una giacca chiara. La sua inseparabile coppola in testa. Con sé aveva anche un trolley azzurro. È stato intercettato per l’ultima volta dalla videocamera esterna del palazzo di via Borgonuovo alle 18.55 del 23 marzo. Gli appelli della famiglia, del figlio, degli amici, non sono serviti a nulla. “Franco” era scomparso, lasciando a casa portafoglio, bancomat, carte di credito. Sul web, un messaggio enigmatico che suonava come un addio: “Questo è il mio ultimo post che pubblico e anche una delle ultime azioni della mia vita. La causa è una delusione amorosa che non sono riuscito a reggere”.

Per mesi, prima di quel sabato, Bonzi aveva chattato con “lei”. O meglio, con chi si nascondeva dietro un profilo falso di Dua Lipa, dal quale aveva ricevuto dichiarazioni d’amore e foto. Fino a convincersi di essere impegnato in una relazione (“Sono già fidanzato con Dua” aveva scritto in una chat). Poi erano iniziate le richieste di denaro da parte della finta Dua Lipa. Prima piccole somme, sempre restituite, per conquistare la sua fiducia. Poi, a fine febbraio, “Franco” aveva fatto due prelievi di 2.500 euro ciascuno, come risulta dai suoi conti.

Si indaga per istigazione al suicidio

Dalla sua scomparsa, i carabinieri della compagnia di Abbiategrasso indagano per istigazione al suicidio. Si ipotizza che Bonzi possa essere stato vittima di truffatori seriali che dall’estero organizzano trappole online per raccogliere denaro. Forse gli era stato anche proposto un falso investimento in bitcoin. Nel frattempo, non si avevano più notizie di Bonzi. Fino al 22 giugno, quando alcuni pescatori avevano trovato un cadavere nei pressi di Crotta d’Adda, nel Cremonese. Sul corpo, irriconoscibile per la lunga permanenza in acqua, non c’erano segni di violenza. Solo il DNA ha permesso di risalire all’identità. “Alla fine ha fatto quello che aveva detto — spiega il figlio Luca —. Mi sento sereno e distrutto. Riposa in pace papà. Non importa cosa hai fatto, ti ameremo tutti per sempre, non soffrire più”.