Scomparso nella notte Edoardo Di Mauro, vicedirettore e docente dell’Accademia Albertina nonchè direttore del Mau, il Museo di arte urbana di Torino, deceduto a causa di una breve malattia che in poco tempo ne ha provocato la morte.
Molto conosciuto nel mondo dell’arte, Di Mauro era un critico di rilevanza nazionale, membro del Comitato scientifico di Nuova AICA Italia, sezione italiana dell’Associazione Internazionale Critici d’Arte. Nella sua carriera era stato anche titolare della cattedra di Storia e Metodologia della Critica d’Arte e di quella di Metodologia e Tecniche delle Arti del Contemporaneo dell’Accademia albertina, di cui è stato direttore dal 2020 fino al 2023.
Edoardo Di Mauro causa morte: età e biografia
Di Mauro era nato nel 1960 e aveva dunque 64 anni. Era nato a Torino da una famiglia italo-greca, originaria precisamente di Alessandria d’Egitto, appassionato di arte e attirato dai movimenti culturali del periodo, dopo aver conseguito la Laurea in Lettere con una tesi incentrata su “Marinetti ideologo” presso l’Università di Torino, partecipa a quelli controculturali e alternativi più importanti degli anni ’70.
Attraversa poi la scena punk inglese e quella italiana, sia come critico musicale, come scrittore e attore ma anche come organizzatore cinematografico indipendente torinese.
Al momento di scegliere, optò per dare spazio al proprio interesse scientifico, curatoriale e critico nel mondo delle nascenti controculture metropolitane, come il graffiti-writing e la street culture, diventando così uno dei critici d’arte più attenti ai fenomeni giovanili e alle nuove tendenze dell’arte contemporanea.
Nel corso della sua ricca carriera ha ricoperto il ruolo di co-direttore artistico della Galleria d’Arte Moderna di Torino, a fronte delle sue battaglie sostenute dalla fine degli anni ’80 per valorizzare gli artisti della città, soprattutto i più giovani.
Dopo questo periodo, Di Mauro tornerà poi alla curatela militante di mostre in spazi pubblici e privati, a Torino e nel resto d’Italia terminando la sua carriera con la trentennale esperienza di direzione artistica ed organizzativa del MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino e gli anni di servizio all’Accademia Albertina, da docente e vicedirettore vicario e direttore.
La notizia della morte improvvisa del critico d’arte di fama nazionale ha lasciato senza parole moltissimi conoscitori e appassionati d’arte che hanno espresso il loro cordoglio, a partire dell’Accademia di Belle Arti.
I libri
La sua attività ha visto occuparsi principalmente di vicende artistiche del secondo dopoguerra, con una particolare specializzazione verso gli ultimi 40 anni di storia, verso le controculture giovanili e verso le culture metropolitane, il muralismo, il graffiti-writing e l’arte pubblica.
Con la sua scomparsa rimangono in eredità a studenti e appassionati di arte numerosi seminari, dibattiti convegni, interventi in volume e cataloghi e più di 800 saggi di Di Mauro.
Oltre questi sono importanti anche gli articoli pubblicati su giornali e riviste specializzate tra cui “Il Giornale dell’Arte”, “Flash Art”, “Juliet”, e “Segno”.
Alcuni dei suoi libri più importanti sono: “Vocazione e progetto. Storia e attualità della critica d’arte” in cui esamina il ruolo e la funzione di quest’antica disciplina. Per testimoniare tutto ciò il critico d’arte e intellettuale compie parte dall’antichità e arriva fino alla seconda metà del Novecento, affrontando il dibattito della più recente attualità.
Molto conosciuta anche l’opera di Di Mauro “Futurismi. Dall’avanguardia storica al nuovo futurismo al postmoderno” edito da Univers Edizioni nel 2018.
La pubblicazione è un catalogo a cura del critico d’arte e di Leonardo Gallina articolata in tre sezioni. Nella prima sezione vengono esposte le opere di alcuni Futuristi storici tra cui i pavesi Angelo Rognoni, Pino Masnata e Gino Soggetti. Nella seconda sezione troviamo le opere di alcuni artisti che hanno aderito al nuovo futurismo e nell’ultima si trattano del postmoderno dove sono presenti 4 artisti che nel loro percorso artistico sono stati influenzati positivamente dall’estetica futurista.