Autovelox illegali, attivi ma non omologati, che hanno multato decine di automobilisti. Il gip del Tribunale di Cosenza ha disposto il sequestro preventivo dei misuratori di velocità denominati T-Exspeed v 2.0 presenti non solo in Calabria, ma dislocati in tutto il territorio nazionale. Una vittoria per il Codacons che, nel 2022, aveva presentato un esposto tramite il vicepresidente Francesco Di Lieto.

Intervistato da TAG24, Di Lieto ha sottolineato: “I comuni hanno delegato le contravvenzioni a soggetti privati. I principi di trasparenza e imparzialità della pubblica amministrazione vanno così a farsi benedire, perché il privato insegue il profitto”.

La decisione della procura cosentina apre la strada a una raffica di ricorsi, ma anche a ulteriori risvolti della vicenda. Il Codacons, infatti, ha già annunciato che presenterà un esposto alle Corti dei Conti di 10 regioni italiane per verificare eventuali “danni erariali”.

Intanto il rappresentante legale della società appaltatrice, che fornisce le apparecchiature ai comuni, è stato denunciato in stato di libertà per frode nella pubblica fornitura. 

Autovelox illegali e sequestrati in tutta Italia, Di Lieto (Codacons): “Gli automobilisti considerati bancomat”

Gli autovelox T-Exspeed v.2.0, con postazioni fisse per il rilevamento della velocità, sia media che puntuale, sono presenti in diverse strade d’Italia. In Calabria si trovano lungo la SS 107 e la SP 234 in provincia di Cosenza, ma anche sulla SS.106 delle Calabrie.

Si trovano, inoltre, in diversi comuni e città come Modena, Reggio Emilia, Pomarico (Matera), Cerignola (Foggia), Pianezza (Torino), Piadena (Cremona), Formigine (Modena), Venezia, Vicenza, Arcola (La Spezia), Carlentini (Siracusa), San Martino in Pensiliis (Campobasso).

Stando agli accertamenti effettuati, è stata riscontrata non solo la mancata omologazione, ma anche l’assenza del prototipo di rilevamento: elementi fondamentali per poter accertare la legittimità delle violazioni.

“Uno strumento come l’autovelox dovrebbe fare prevenzione, evitare costi alla collettività- come gli interventi sanitari- e non sanzionare per fare cassa” spiega l’avvocato Di Lieto.

“Gli automobilisti, di fatto, vengono considerati come dei bancomat. Sulla 106 Ionica, per fare un esempio, nel tratto calabrese vedrà una marea di autovelox in punti in cui i rischi per la circolazione sono davvero pochi: è evidente l’interesse a guadagnare”.

Il vicepresidente Codacons spiega che l’intervento del Prefetto è stato chiesto per far rispettare la normativa vigente a livello nazionale, stabilita dal codice della Strada.

“Noi capiamo che i viventi locali hanno bisogno di risorse per poter sopravvivere, ma non è questo il sistema. Abbiamo chiesto l’intervento dei prefetti per sospendere tutti gli autovelox, almeno fino a quando non avranno rispettato le condizioni prese della legge, ovvero l’omologazione”.

Nel mirino dell’associazione dei Consumatori c’è anche un altro rilevatore di velocità.

“Ci stiamo occupando di un altro sistema, altrettanto vergognoso, come lo Scout Speed. Si tratta di un piccolo apparecchio posizionato su una vettura civile, nascosto per cercare di sanzionare chi non rispetta le regole. Anche in questo caso la prevenzione va a farsi benedire” sottolinea Di Lieto.

“Ci siamo sempre battuti, anche negli anni scorsi, affinché chi si erge a moralizzatore dei costumi degli automobilisti, chiedendo e pretendendo giustamente il rispetto delle regole, debba essere il primo a rispettarle. Cosa che invece, per questi strumenti, non è avvenuta”.

Verifiche sui proventi delle sanzioni

Oltre al sequestro degli autovelox, il Codacons chiede di verificare anche che fine abbiano fatto i soldi, incassati dai comuni, grazie alle sanzioni.

“L’articolo 208 prevede che il 50% delle sanzioni debba essere destinato ad interventi per migliorare la circolazione, ad esempio per prevenire incidenti. Se così fosse- e parlo per la mia Regione, la Calabria- dovremmo avere strade d’oro. Invece non le abbiamo. E allora questo mi conferma che gli automobilisti sono visti come una sorta di bancomat, per prendere soldi e ripianare altri debiti“.

Da questa considerazione è nato l’esposto del Codacons, presentato stamattina alla Corte dei Conti della Magistratura Contabile, per capire che fine abbiano fatto i proventi derivanti dalle sanzioni.

“Parliamo di migliaia e migliaia di multe. Solo In Calabria abbiamo strumenti che generano 10mila sanzioni all’anno. Immagini per un piccolo comune che boccata d’ossigeno possano essere. Però, se la Procura di Cosenza ribadisce che gli autovelox sono illegali e poi non viene neanche rispettato il vincolo di destinazione, previsto dal codice della strada, allora possiamo parlare di una “tassa occulta” a carico degli automobilisti”.

Cosa fare in caso di multe dagli autovelox irregolari?

Cosa possono fare gli automobilisti se hanno ricevuto una multa dagli autovelox irregolari?

“Il nostro codice non prevede che si possano restituire le somme pagate. Perché, quando si paga una multa, è come se riconoscessi la violazione” spiega il vicepresidente Codacons.

“Però in questo caso si tratta di uno strumento che è ritenuto illegittimo, non dal Codacons ma da una procura della Repubblica di questo Paese. E una sanzione combinata con uno strumento illegittimo configura un’ipotesi di reato, che è quella dell’estorsione. Come possiamo noi non restituire a chi ha subito un reato ciò che ha dovuto pagare piegandosi al reato stesso?”

Per questo motivo il Codacons chiederà la possibilità di un risarcimento per il danno subito. Nel caso, invece, che la multa non sia ancora stata pagata?

L’automobilista deve contestarla, anche senza andare davanti al giudice di pace: basta fare una raccomandata al prefetto” consiglia Di Lieto.

L’esposto alla Corte dei conti per “danno erariale”

L’avvocato Di Lieto esprime i suoi dubbi sui servizi affidati, in tutto o in parte, ai privati, come nel caso di questi autovelox.

“Io mi chiedo perché un comune non acquisti queste apparecchiature, se davvero vuole fare prevenzione” sottolinea.

Prevedendo i tantissimi ricorsi che arriveranno dai cittadini, il Codacons ha deciso di presentare un ulteriore esposto alle Corti dei Conti di 10 regioni italiane- ossia Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Basilicata, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia- dove erano installati gli apparecchi. L’obiettivo? Verificare eventuali danni erariali.

I costi, tra gli eventuali rimborsi agli automobilisti e le mancate sanzioni in seguito allo spegnimento degli autovelox, potrebbero essere elevati e ricadere sulla collettività.

Giusto sanzionare i trasgressori, considerando che l’eccessiva velocità è tra le principali cause di morte sulle strade, sottolinea l’associazione dei consumatori: ma questo deve essere fatto rispettando tutte le leggi.