Francesca Deidda è stata uccisa con un unico colpo alla testa. È quanto emerge dall’autopsia che ieri, 29 luglio 2024, il medico-legale nominato dalla Procura, Roberto Demontis, ha eseguito sul suo corpo a Cagliari, durata in tutto cinque ore.

Come è morta Francesca Deidda? La risposta dall’autopsia

Oltre al dottor Demontis hanno preso parte agli accertamenti anche l’antropologa forense Giulia Caccia, nominata dalla Procura, l’avvocato Gianfranco Piscitelli, che rappresenta Andrea Deidda, fratello della vittima, e l’antropologa da esso nominata, la dottoressa Chantal Milani, per Roberta Bruzzone. Lo riporta Rai News.

Sul corpo di Francesca Deidda non sarebbero emersi, oltre a quello alla testa, altri segni di violenza. Secondo una prima ricostruzione, la donna, scomparsa da San Sperate lo scorso maggio – e poi trovata morta, all’interno di un borsone, nelle campagne tra Sinnai e San Vito, sempre nel Cagliaritano – sarebbe stata quindi colpita un’unica volta, sul lato destro della fronte, con un oggetto contudente.

L’ipotesi è che stesse dormendo sul divano dell’abitazione che condivideva con il marito Igor Sollai, già arrestato con l’accusa di omicidio. Divano che l’uomo, di 43 anni, avrebbe cercato anche di vendere: analizzandolo, i carabinieri del Ris vi hanno trovato copiose tracce di sangue.

La ricostruzione del delitto

Del sangue era presente anche nel bagagliaio dell’auto appartenuta alla donna, una Toyota Yaris: è possibile che Sollai vi abbia caricato il suo cadavere – già all’interno del borsone in cui è stato ritrovato – per spostarlo, dopo averlo gettato da una delle finestre del retro dell’abitazione.

Il motivo è semplice: se l’avesse trascinato sulle scale della parte anteriore della palazzina, avrebbe potuto attirare l’attenzione di qualcuno, come accadde al 17enne che nel giugno del 2023 uccise la coetanea Michelle Causo a Primavalle, spostandone il corpo – messo in dei sacchi neri per l’immondizia mentre era ancora sanguinante – con l’aiuto di un carrello per la spesa.

Per averne conferma, nella giornata di oggi gli inquirenti effettueranno un nuovo sopralluogo a San Sperate. Sollai, intanto, resta in carcere a Uta: a suo carico ci sono, infatti, diversi indizi di colpevolezza.

La scomparsa, poi il ritrovamento del corpo

Interrogato, finora l’uomo si è proclamato innocente. Non è escluso però che, alla luce degli ultimi sviluppi delle indagini, possa decidere di fare almeno qualche parziale ammissione. Ad incastrarlo, i messaggi che, dopo la scomparsa della moglie, avrebbe inviato, fingendosi lei, a parenti e colleghi della stessa, convincendoli che si fosse allontanata volontariamente per un periodo di riflessione in previsione di una separazione.

Ma ci sarebbe anche la mail che avrebbe scritto a suo nome al suo datore di lavoro, per avvisarlo che si sarebbe licenziata: un gesto non da lei, secondo chi la conosceva, che si era quindi messo in allarme. Dopo la denuncia di scomparsa era arrivata la tragica notizia del ritrovamento del suo corpo senza vita: una storia che a molti ricorderà quella di Giada Zanola, trovata morta, al di sotto di un cavalcavia dell’A4, lo scorso maggio.

Ad ucciderla, gettandola al di là della ringhiera, dopo averla narcotizzata, sarebbe stato l’ex compagno Andrea Favero. Sembra che non accettasse il fatto che la donna, madre di suo figlio, lo avesse lasciato e volesse costruirsi una nuova vita, come Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, di recente risalito alla ribalta delle cronache per via delle frasi che il padre gli avrebbe rivolto nel corso del loro primo incontro in carcere.