Le elezioni 2024 in Venezuela hanno visto sì la vittoria (e quindi la riconferma) del presidente uscente Nicolàs Maduro, ma forze d’opposizione e popolazione non sono d’accordo con i risultati elettorali. Il risultato? Scontri per le strade di Caracas e di altre città venezuelane, decine di arresti e violenze che hanno portato gli occhi della comunità internazionale sul paese sudamericano.
Si contano già due vittime, mentre il numero dei feriti non è ancora noto.
Scontri fra i manifestanti anti-Maduro e polizia a Caracas e in altre città del Venezuela: due morti
Decine di arresti, cariche, lanci di molotov e scontri fra i manifestanti anti-Maduro e le forze di polizia: il post elezioni in Venezuela è carico di tensione e di violenza. I risultati hanno consegnato un altro mandato di 6 anni a Nicolàs Maduro, ma i due avversari alle urne, Edmundo González Urrutia e María Corina Machado, contestano brogli e conteggi errati nel voto elettronico.
Nella notte fra ieri 29 ed oggi 30 luglio 2024, diverse ONG hanno denunciato arresti arbitrati e la morte di 2 persone a causa dell’intervento della polizia venezuelana. Il procuratore di Caracas, nominato recentemente dallo stesso Maduro, ha promesso una risposta ancora più dura contro i manifestanti che avessero messo in campo atteggiamenti violenti.
La situazione è talmente tesa che i voli verso la Repubblica Dominicana sono stati sospesi, impedendo ai venezuelani di lasciare il paese.
Soprattutto nell’est di Caracas i manifestanti hanno costruito molte barricate con elementi di fortuna, aspettando l’intervento delle forze dell’ordine prima dell’inevitabile scontro. Avevano anche cercato di raggiungere il palazzo presidenziale, prima di essere fermati.
Maduro ha naturalmente accusato le forze d’opposizione, e in particolare l’estrema destra, di aver messo in campo un tentativo di colpo di stato “fascista”, segnalato durante la campagna elettorale per le presidenziali da un linguaggio d’odio e di violenza.
Da Milei a Musk, le elezioni in Venezuela non convincono nessuno: “Sono state una farsa”
Non sfugga, a questo punto, che le reazioni internazionali ai risultati delle elezioni non hanno coinvolto soltanto il mondo della politica, ma sono state espresse anche da personaggi insospettabili. Entrambe le categorie, però, sono accomunate dall’idea che il socialismo alla Maduro (o semplicemente il socialismo in quanto tale) è stato il fattore scatenante delle proteste che stanno coinvolgendo molti cittadini e non in Venezuela.
Javier Milei ed Elon Musk sono accomunati dalla loro ideologia libertaria e sicuramente non favorevole a qualunque politica di sinistra ed entrambi hanno condannato le elezioni venezuelane come corrotte ed ingiuste nei confronti della volontà popolare. Maduro però non si è fatto ben volere proprio da questi due personaggi, attaccandoli frontalmente nel discorso che sanciva la sua vittoria dopo lo spoglio definitivo.
Maduro infatti aveva paventato ingerenze ed interferenze esterne, veicolate anche tramite X (cioè il vecchio Twitter) di proprietà di Musk, che a cavallo del 29 e 30 luglio ha risposto a tono al presidente venezuelano:
Anche una scimmia ne sa più di Maduro.