Proseguono serrate le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa in via del Ciclamino, a Rimini, la sera del 3 ottobre scorso: stando alle ultime notizie, gli inquirenti avrebbero isolato, sul tablet presente nella sua borsa, delle tracce di Dna che potrebbero appartenere al suo assassino.
Le ultime notizie sull’omicidio di Pierina Paganelli, consumatosi a Rimini lo scorso ottobre
Secondo le ricostruzioni, dopo aver accoltellato l’anziana, il killer avrebbe dedicato alcuni secondi alla ricomposizione della scena del crimine: in quegli istanti, oltre a simulare una violenza sessuale, abbassando gli slip e la gonna della sua vittima, avrebbe anche gettato all’interno della sua borsa alcuni oggetti che vi erano contenuti e che, nel corso dell’omicidio, erano caduti a terra.
Non solo un assorbente, ma anche un portafogli, un pacchetto di fazzoletti, una pezza per la pulizia degli occhiali, alcune monete, due penne, un ventaglio, un portatessere e un tablet. Su quest’ultimo, nel corso degli accertamenti, sarebbero state trovate delle tracce di Dna. Lo riporta Il Resto del Carlino, specificando che dovranno ora essere comparate con il profilo genetico dell’unico indagato, il 34enne di origini senegalesi Louis Dassilva.
Dallo scorso 16 luglio l’uomo si trova in carcere con l’accusa di omicidio aggravato: secondo gli inquirenti avrebbe ucciso la 78enne per paura che la stessa scoprisse la relazione extraconiugale che lo legava alla nuora Manuela Bianchi, mettendone al corrente la moglie Valeria Bartolucci, che a sua volta, da qualche giorno, risulta indagata per atti persecutori e stalking.
Il legale che lo difende, Riario Fabbri, ha chiesto al tribunale del Riesame di scarcerarlo, entrando nel merito delle prove raccolte a suo carico. Prove che, secondo la Procura, sarebbero piuttosto solide.
I video che incastrarebbero Louis Dassilva
Ad incastrare il 34enne sarebbero soprattutto i video di una telecamera di videosorveglianza installata fuori da una farmacia di via del Ciclamino. Nel primo, risalente alle 19.26 del giorno dell’omicidio, Dassilva sarebbe stato immortalato mentre cammina a passo spedito nei pressi del negozio, indossando degli abiti mai consegnati alla polizia.
Nel secondo, delle 22.17, lo stesso sarebbe stato ripreso mentre si dirige verso il civico 31. Secondo gli inquirenti si era appena macchiato dell’omicidio dell’anziana, sbarazzandosi della t-shirt bianca che indossava già dal pomeriggio, probabilmente sporca di sangue, insieme all’arma usata per uccidere, un coltello da carne dalla lama di circa 15 centimetri, in dei cassonetti per l’immondizia.
La telefonata di Manuela Bianchi al 112
Il corpo dell’anziana fu scoperto solo il giorno successivo. A trovarlo e a dare l‘allarme fu la nuora Manuela Bianchi, amante di Dassilva. “Ho trovato una signora che è presumibilmente morta di sotto nell’atrio delle nostre scale”, disse in una telefonata al 112.
Solo in un secondo momento – stando alla sua versione dei fatti – si accorse che quella signora era la suocera. Il marito Giuliano Saponi, figlio dell’anziana, non era in casa: nel mese di maggio era stato vittima di uno strano e grave incidente, venendo costretto al ricovero in una clinica. Sarebbe tornato nell’abitazione di via del Ciclamino solo dopo qualche giorno.
Sentita da Tag24 dopo l’arresto di Dassilva in merito a possibili ulteriori sviluppi del caso, l’avvocata che assiste lui e gli altri figli della vittima, Monica Lunedei, ha dichiarato: “La Procura non ha finito il suo lavoro, altrimenti avremmo avuto un provvedimento di conclusione, che ad oggi non c’è: potrebbero esserci dei colpi di scena, del resto ne abbiamo già vissuti parecchi”.