Come si lavora da corrieri Amazon? E’ un mestiere stressante e pericoloso? Il fenomeno dello shopping online è in continua espansione e negli ultimi anni la tendenza – complice anche il Covid – è cresciuta in maniera vertiginosa. Così i driver si sono ritrovati con molte più consegne da fare, a ritmi praticamente insostenibili e in condizioni lavorative non ottimali.
Proteste e azioni dei sindacati non sono riusciti a scalfire dei punti che ancora oggi fanno molto discutere nei contratti di lavoro, come il caso di danni ai furgoni che gravano economicamente in ogni caso -sia per negligenza o per atti causati da altri – sugli autisti alla guida dei mezzi. Una situazione complessa, soprattutto nelle grandi città come Roma, dove il traffico e la viabilità non aiutano. Tag24 ha parlato di condizioni lavorative stressanti e rischiose, infortuni sul lavoro e retribuzione con Massimo Pedretti, del sindacato di USB Logistica e ex driver Amazon.
Corrieri Amazon: condizioni lavorative peggiorate con l’aumento degli acquisti online
Amazon è tra i giganti degli acquisti online, uno strumento utilissimo per chi vuole comprare qualcosa comodamente dal proprio divano di casa. La vita da corriere però non è altrettanto “placida” e tranquilla. Come si lavora da corrieri Amazon? Ritmi di lavoro frenetici, condizioni di forte stress, numero di consegne che cresce a livello vertiginoso. Negli ultimi anni sono aumentate le proteste degli autisti, che come mezzo per farsi sentire, hanno scelto diverse volte di incrociare le braccia, come è successo ad esempio lo scorso 14 maggio 2024 nella Delivery Station di Magliana, a Roma.
Massimo Pedretti di USB Logistica ha raccontato a Tag24 che la situazione oggi non è cambiata molto e che per lui è ancora abbastanza “ambigua”. Ha spiegato infatti che dal punto di vista della fatica e dell’impegno lavorativo, le condizioni sono cambiate radicalmente e in peggio, soprattutto a causa dell’esplosione degli e-commerce. Il progressivo calo degli acquisti presso i negozi ha portato ad un aumento esponenziale del traffico di merce in strada.
Pedretti (USB): “Aumento folle del numero di consegne al giorno per i corrieri”
Pedretti ha spiegato che il peggioramento delle condizioni di lavoro per i corrieri è avvenuto per via di diversi fattori, primo fra tutti l’aumento degli acquisti negli e-commerce, con il conseguente aumento delle consegne:
“Basti pensare che una decina di anni fa, una giornata media di un corriere era basata su un massimo di 70/80 consegne. Oggi invece un corriere di Amazon ad esempio si trova ad effettuare anche 200/220 pacchi al giorno. La situazione è pressoché identica anche per quanto riguarda gli altri corrieri come SDA, GLS, FedEx, BRT”.
Quanto guadagnano i corrieri che lavorano per Amazon?
Più consegne ma stipendi fermi. Qualcosa non torna: per quale motivo? Pedretti ha spiegato:
“Anche tutti i corrieri tradizionali, che svolgono un’attività leggermente diversa da quella di Amazon, si lamentano di un aumento esponenziale dei volumi lavorativi. Questa situazione per me è ambigua perché la retribuzione media di un corriere a fronte di questa crescita di consegne – e quindi anche dell’aumento del profitto degli operatori del settore – è rimasta ferma al palo. Lo stipendio contrattuale base di un driver, quindi inquadrato a livello G1, previsto dal contratto collettivo nazionale, è di circa 1.700 euro lordi al mese, quindi parliamo di 1.3000/1.350 euro netti.
L’unica modalità che negli ultimi anni ha permesso di aumentare perlomeno la retribuzione netta degli autisti è l’ “indennità di trasferta”, sostanzialmente un elemento detassato che conviene ai datori di lavoro e che permette ai dipendenti e ai lavoratori di rimettere in tasca qualche soldo in più. Laddove c’è una contrattazione o una capacità di agire sindacalmente in maniera importante, le indennità di trasferta variano da un minimo di 10 ad un massimo di 25 euro al giorno. Dove questa previsione manca, l’autista prende la paga base”.
Corrieri Amazon tra stress e boom di infortuni
Per quanto riguarda stress e infortuni in questo settore si parla di una percentuale altissima. Pedretti ha raccontato che nel 2023 il settore lavorativo della logistica si è riconfermato quello con l’incidenza di infortuni sul lavoro più alta d’Italia. Poi ha aggiunto che:
“All’interno di questa percentuale, chiaramente la categoria dei lavoratori sottoposta al maggior numero di infortuni è proprio quella degli autisti. Un driver svolge più mansioni durante la giornata e che spesso non spetterebbero a lui: carica il suo furgone, si occupa a volte dello smistamento all’interno del magazzino, guida, fa le consegne, ritira la merce da portare in magazzino che verrà spedita il giorno dopo.
Tutta questa attività, più il salire e lo scendere dal furgone, la consegna al piano, la necessità di fare molta strada a piedi a volte in alcune via, comportano tutta una serie di rischi per la salute e la sicurezza. Per non parlare dell’arrivo della stagione calda: la situazione peggiora ulteriormente per via dello shock termico dal freddo in cabina per l’aria condizionata, alle temperature di fuoco che spesso ci sono fuori. Questo provoca ulteriori fattori di stress e anche di malattia”.
Pedretti: “I corrieri hanno a carico anche eventuali danni ai mezzi”
D: Quanto è complicato svolgere il lavoro di corriere in una grande e caotica città come Roma? Come si fa a conciliare la grande velocità richiesta per le consegne e il traffico della capitale? Se nella fretta o nella giungla cittadina capita che ad esempio si rompa uno specchietto del furgone cosa succede?
R: Io stesso in passato svolgevo il lavoro di corriere proprio a Roma e quindi so benissimo di cosa parliamo. Sul discorso dei danni, anche quello è un altro motivo di stress. Il contratto collettivo nazionale della logistica del trasporto merci prevede che il danno sia da attribuire a chi guida il mezzo. Non solo il danno per negligenza ma anche in caso di danno subito. Quindi se ad esempio sto facendo una consegna, torno e trovo il furgone con lo specchietto aperto, lo devo pagare io. Altra questione legata al traffico e alla viabilità di Roma sono le multe, anche quelle vengono fatte pagare ai corrieri.
Dove c’è una sindacalizzazione forte, una presa di coscienza e di consapevolezza dei lavoratori, che fanno fronte comune e si oppongono, questa situazione si riesce in qualche modo a contenere. In qualsiasi quartiere di Roma è praticamente impossibile fare le consegne; tra l’atro le aree di carico e scarico in questa città sono assolutamente inesistenti. Il primo esempio concreto che mi viene in mente è Via Magna Grecia, in zona San Giovanni: lì c’è una zona per lo scarico ma è puntualmente occupata da macchine in doppia fila. E’ una condizione lavorativa invivibile e difficile da gestire.
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