TARI 2024: chi paga se vivo in affitto? Gestire le spese di un immobile in affitto può essere complicato, soprattutto quando si tratta di capire chi deve pagare la TARI (tassa sui rifiuti). Con l’aumento del costo della vita, molte famiglie cercano di contenere le spese in ogni modo possibile. È per questo che riceviamo numerose domande su chi debba pagare la TARI quando si vive in affitto. Vediamo nel dettaglio come funziona il pagamento della TARI e chi ha l’obbligo di versarla.
TARI 2024: chi paga se vivo in affitto?
Sono molte le famiglie italiane che vivono in affitto e si chiedono chi debba pagare la tassa sui rifiuti. C’è chi pensa di essere esonerato dal pagamento in quanto semplice utilizzatore dell’immobile e chi, invece, crede che il proprietario sia tenuto a versarla. Questa incertezza genera confusione e preoccupazione, soprattutto riguardo alla corretta destinazione delle tasse pagate.
È quindi fondamentale chiarire ogni aspetto normativo e capire chi, tra inquilino e proprietario, è tenuto al pagamento della TARI.
Chi paga la tassa sui rifiuti?
Secondo quanto riportato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), “la tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi”.
In base alle disposizioni normative contenute nella Legge di Stabilità 2024, la Tassa sui rifiuti è a carico dell’inquilino, quindi di chi vive in affitto, solo se è stato sottoscritto un regolare contratto di locazione da almeno sei mesi.
Se, invece, il contratto di locazione ha una durata inferiore ai sei mesi, il pagamento della TARI non è a carico dell’affittuario, ma bensì del proprietario dell’immobile.
Nello specifico, l’articolo 643 della Legge di Stabilità 2014, recita:
“In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, la TARI è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione o superficie.”
Se l’inquilino non paga la tassa quali conseguenze per il proprietario?
Riceviamo numerose domande sui casi in cui gli affittuari non pagano la TARI e le possibili conseguenze per il proprietario. Anche in questo caso, un riferimento normativo aiuta a fare chiarezza.
Il proprietario dell’immobile non è solidalmente obbligato al pagamento della tassa dei rifiuti insieme all’inquilino, anche perché il Comune procede a intestare il carico da pagare direttamente all’affittuario, ovvero colui che occupa l’immobile.
Per questo motivo, se l’affittuario non paga la tassa, la responsabilità non ricade sul proprietario dell’immobile, ma resta una pendenza debitoria a carico dell’affittuario. Il Comune può affidare il credito all’Agenzia delle Entrate – Riscossione o a una società di recupero crediti per recuperare quanto dovuto.
Come riportato da money.it, può accadere che per errore il Comune invii l’atto di pagamento della TARI al proprietario, anziché all’affittuario. In questo caso, il proprietario può contestare l’atto dimostrando la presenza di un contratto di affitto regolarmente registrato.
Non sono residente ma vivo in affitto chi paga la Tari?
Un altro punto di discordia tra il proprietario e l’inquilino sul pagamento della tassa dei rifiuti riguarda la residenza. Molti proprietari ritengono che gli inquilini debbano pagare la TARI anche se non hanno la residenza anagrafica nell’immobile.
Secondo la normativa vigente, la tassa sui rifiuti (TARI) è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti.
Pertanto, è obbligato a pagare la TARI chi occupa l’immobile, indipendentemente dalla residenza anagrafica, a condizione che il contratto di locazione superi i sei mesi. In questo caso, si presume che l’occupante sia il principale produttore di rifiuti.