Le dinamiche familiari si evolvono. Tra decisioni, affetti, organizzazione e conflitti ci si chiede: qual è il ruolo dei nonni nel percorso di crescita dei bambini e come si risolvono i dilemmi con i genitori? La loro presenza può rappresentare sia un prezioso supporto, che una fonte non trascurabile di tensioni quando si tratta di bambini.

Tag24.it ha intervistato la psicopedagogista Paola Campanaro per portare avanti il podcast “Genitori che fatica! Manuale d’istruzioni”. La nostra esperta, mediatrice e coordinatrice genitoriale, nonché direttrice del centro clinico La Quercia, ha risposto a tutte le domande sul delicato tema del ruolo dei nonni nell’educazione dei nipoti.

Qual è il ruolo dei nonni? I 2 tipi

I nonni sono spesso visti come un supporto fondamentale nelle famiglie moderne, specialmente quando entrambi i genitori lavorano. Tuttavia, non mancano tensioni, momenti imbarazzanti o addirittura conflitti, quando si tratta dell’educazione dei figli (nipoti). Questo perché i nonni talvolta tendono a interferire nelle decisioni educative dei genitori.

“Dobbiamo dividere i nonni in due grandi categorie: quelli che sostituiscono i genitori e quelli che fanno i nonni nel senso più tradizionale del termine”, afferma infatti la dottoressa Campanaro.

Nonni che sostituiscono i genitori

Quando i nonni assumono un ruolo genitoriale, si trovano di fronte a una sfida significativa:

“Devono allinearsi sulle linee educative dei figli. È un compito difficilissimo perché sono persone che hanno già fatto i genitori e si trovano in un’età più tarda”. Inoltre, Campanaro sottolinea come fare il genitore sia “il lavoro più difficile a cui siamo chiamati in età adulta”.

I nonni, in questo contesto, devono mantenere fermezza e coerenza, garantendo regole e confini, il che può risultare molto impegnativo, spiega la dottoressa:

“Hanno anche voglia di godersi la pensione oppure non stanno benissimo con la salute e non hanno più tutte quelle energie sia mentali che fisiche.

Serve quel polso per interfacciarsi con bambini che hanno bisogno di confini, di regole, dei no. Sopportare un no, reggere un capriccio, un bambino che vuole giocare, che ti scappa avanti e indietro, non è sempre facile.”

Il ruolo “giusto” dei nonni?

La dottoressa Campanaro chiarisce che non esiste un “giusto” assoluto nel modo di fare il nonno, ma piuttosto un coordinamento con i valori educativi dei genitori:

“Se decidono che non devono mangiare junk food, i nonni non possono dargli patatine o pane e Nutella ogni pomeriggio. Devono rispettare le regole sui compiti, sul tempo passato davanti alla televisione e sul gioco all’aperto”.

Quali sono i doveri dei nonni verso i nipoti? Le radici culturali

Una dinamica frequente è quella dei nonni che trasgrediscono le regole imposte dai genitori. La dottoressa ribadisce che che “Il compito del nonno è quello di radicare nella cultura familiare e sociale i nipoti”.

Questo può includere il viziare i nipoti per farli affezionare alla cultura familiare, tramandando tradizioni, dialetti e piccole abitudini:
“Quello del nonno è il compito di radicare. Vizia il nipote così si affeziona alla sua cultura familiare, alla tradizione del paese, del borgo e tramanda le tradizioni, il dialetto, le dinamiche.”

Diverso dalla figura genitoriale:

“Quello del genitore è un lavoro molto più faticoso, basato su regole e confini, mentre il nonno si occupa di radicare”.

Nonni “invadenti”, che cosa fare? Come gestire i conflitti

Quando i genitori e i nonni entrano in contrasto, la dottoressa Campanaro consiglia di evitare in primo luogo ricatti emotivi:

“Dire ‘fai come ti dico io o non ti porto più il nipote’ è un brutto ricatto. E’ preferibile lasciare al nonno la possibilità di trasgredire”, lì dove i nonni non ascoltano e proprio non riescono a rientrare nei limiti prestabiliti.

In situazioni di conflitto, è fondamentale che i genitori si chiedano cosa vogliono davvero per i loro figli e valutino alternative come tate, doposcuola o una migliore organizzazione del tempo di lavoro:

“Trasgrediscono, danno troppi regali, danno le caramelle, fanno vedere troppa televisione.
A quel punto il genitore deve chiedersi cosa vuole per il proprio figlio, sapendo che il periodo zero-sette anni è il periodo in cui si forma la struttura della personalità. Il genitore dovrà porsi alcune domande:

  • Preferisco che ci siano i nonni perché mi costa troppo una babysitter che mi può supportare?
  • Non ho delle risorse quindi non posso accedere a un doposcuola per mio figlio?
  • Non riesco ad organizzarmi con i tempi di lavoro e con i tempi della vita familiare?”

Se in maggioranza la risposta è un no, il genitore dovrà accettare, scendere al compromesso, che se i bambini passano la maggior parte del tempo con i nonni, possono esserci degli elementi su cui bisognerà “chiudere un occhio” per le “trasgressioni” alle regole.

Altrimenti, bisogna prendere comunque in considerazione che sicuramente ci sono dei cambiamenti da dover attuare.

Quante volte a settimana i nonni devono vedere i nipoti?

La dottoressa ci tiene a specificare che in realtà non esiste una regola aurea valida per tutti, ma suggerisce che i nonni “non sostitutivi della figura genitoriale”, sarebbe opportuno vedessero i nipoti una o due volte alla settimana.

“Se invece sono nonni in sostituzione del genitore, si tratta di quelli che tutti i pomeriggi si prendono cura, o fanno i compiti col figlio, gli fanno la doccia, gli danno da mangiare.”

La dottoressa sottolinea così che quando i nonni assumono funzioni genitoriali quotidiane, il genitore di fatto sta rinunciando al proprio ruolo. Non ci si può lamentare se i nonni non seguono le indicazioni educative dei genitori, poiché, a differenza di una tata o babysitter che si può formare o sostituire, i nonni agiscono anche in base al loro legame affettivo e del tutto personale:

“Allora lì il genitore sta abdicando. Non puoi protestare se poi le persone a cui affidi i figli non seguono la tua linea, perché, se è una tata, se è una babysitter, la addestri, se non ti va bene, ne scegli un’altra.”