Chi sono le vittime della strage avvenuta sulle alture del Golan? La tragedia si è verificata il 27 luglio 2024 nell’area che si estende tra i territori di tra i territori di Siria, Israele e Libano. Dodici ragazzini bambini sono morti mentre giocavano a calcio in un attacco per via di lanci lanciati dalle milizie di Hezbollah dal Libano.

Chi sono le vittime della strage nel Golan? La ricostruzione dei fatti

Dramma nelle alture del Golan: il territorio situato tra Israele, Libano e Siria è stato teatro di un terribile orrore. Un attacco missilistico di Hezbollah ha causato la morte di dodici ragazzi, di età compresa tra i 10 e i 20 anni e circa quaranta feriti.

Il raid ha colpito un campo di calcio dove i ragazzini stavano giocando, nella giornata di ieri, sabato 27 luglio 2024. La struttura, ora distrutta, dove restano solo morte e macerie, si trovava a Majdal Shams, una cittadina israelo-drusa. Si tratta di un’area annessa a Israele nel 1981. Vi abitano circa 150.000 drusi, oltre a milioni di ebrei e arabi israeliani.  

Secondo quanto riporta Israelhayom le vittime sarebbero: Fajer Laith Abu Saleh (16 anni), Ameer Rabeea Abu Saleh (16 anni), Hazem Akram Abu Saleh (15 anni); Johnny Wadeea Ibrahim, (13); Iseel Nasha’at Ayoub, (12), Vinees Adham Alsafadi (11), Yazan Nayeif Abu Saleh (12), Alma Ayman Fakher Eldin (11), Naji Taher Alhalabi (11) e Milad Muadad Alsha’ar (10 anni).

I funerali delle vittime della strage nel Golan

Centinaia di persone hanno partecipato ai funerali dei ragazzini morti mentre giocavano a calcio sulle alture siriane del Golan, dopo che un razzo di Hezbollah ha distrutto il territorio. Quest’azione ha creato ulteriori scossoni nel già instabile clima tra Israele e Libano, da quando è in atto la guerra nella Striscia di Gaza. La comunità internazionale teme un’escalation e i timori più forti arrivano dagli Stati Uniti.

Le famiglie dei bambini e la popolazione intera dei drusi oggi hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione delle vittime, spezzati dal dolore e dalle lacrime. Sul web circolano foto di persone che indossano il tradizionale copricapo bianco a forma di cono ôarbūsh, con abiti neri e rossi.

Chi sono i Drusi?

I Drusi sono un’etnia di cui si ha notizia a partire dal XI secolo. Seguono la religione araba – non musulmana – e devono il loro nome dall’egiziano al Darazi, che fondò una dottrina di derivazione ismaelita sciita, in Siria.

Il capo dei Drusi era il califfo al Hakim. Il loro credo si differenzia molto dall’Islam, non credono infatti nei cinque pilastri fondamentali, poiché ne osservano altri. La religione drusa attinge credenze in parte dall’induismo, dal cristianesimo, dalla cultura dell’antica Grecia e da elementi esoterici.

Attualmente la popolazione dei Drusi ammonta ad un milione: si trova per lo più in Siria, nel Libano, Israele e Giordania. Restano una comunità schiva e chiusa. 

Strage nel Golan: la reazione di Israele e la risposta di Hezbollah

Dopo la strage del Golan, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è di corsa rientrato in patria dagli Stati Uniti, per prendere parte ad una riunione speciale del gabinetto di sicurezza. Lo Stato ebraico punta il dito contro Hezbollah, accusando le milizie del gruppo sciita di essersi macchiato di un crimine orribile. Una reazione che arriva subito dopo la notizia della strage. Tel Aviv non ha dubbi sulla responsabilità del raid:

“Sappiamo esattamente da dove è stato lanciato il razzo. Abbiamo esaminato qui sul muro del campo di calcio i resti del razzo e sappiamo che si tratta di un razzo Falaq, fabbricato in Iran, con una testata da 53 chilogrammi. Questo è un razzo di Hezbollah”.

Il ministro della difesa di Israele, Yoav Gallant, ha espresso il proprio cordoglio su X e ha scritto:

“Ci sono 150 mila drusi in Israele, oltre a milioni di ebrei e arabi israeliani. Viviamo fianco a fianco e soffriamo il terrore inflitto da Hezbollah. Ci assicureremo che Hezbollah, che agisce per conto dell’Iran, pagherà un prezzo per questa perdita”.

Il capo di stato maggiore Herzi Halevi dell’Idf ha aggiunto:

“Chiunque lanci un simile razzo in un’area urbana vuole uccidere civili, vuole uccidere bambini”.

Anche il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen non va per il sottile e sui social attacca duramente il Paese dei Cedri:

“Quale crudele organizzazione terroristica spara ai bambini che giocano? Il Libano dovrebbe bruciare!”.

Il 28 luglio 2024, il giorno successivo alla tragedia, lo Stato ebraico è passato direttamente al contrattacco: l’esercito ha effettuato una dura rappresaglia, lanciando una serie di missili contro obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano.

Hezbollah non ha rivendicato l’attacco anzi più volte ha ribadito la sua estraneità rispetto al raid che ha ucciso i dodici bambini nelle alture del Golan. Dal Libano, il ministro degli Esteri Abdullah Bu Habib pensa che la tragedia potrebbe essere stata causata da un missile lanciato per errore da Israele e da Hezbollah o da “un’altra organizzazione”. Habib ha chiesto l’apertura di un’indagine internazionale.

Dall’Occidente arriva la condanna della strage da parte di Antonio Guterres, il Segretario generale delle Nazioni Unite:

“Occorre che tutte le parti esercitino la massima moderazione. I civili, e i bambini in particolare, non devono continuare a sopportare il peso dell’orribile violenza nella regione.