Terminata la fase di presentazione delle domande della Zona economica speciale (Zes) Unica 2024, le oltre 16mila imprese che attendono il pagamento del credito d’imposta sulle spese e sugli investimenti effettuati (o da effettuare entro il 15 novembre prossimo) potrebbero trovarsi a dover affrontare alcuni cambi in corsa.
In primis, la situazione della determinazione del credito d’imposta stesso che, secondo i calcoli dell’Agenzia delle entrate – alla cui piattaforma ZES UNICA andavano presentate le richieste di incentivo sugli investimenti effettuati o da effettuare – si dovrebbero attestare di gran lunga al di sotto della percentuale del 60 per cento ipotizzata nella fase di presentazione della pratiche.
Inoltre, le imprese potrebbero trovarsi di fronte a situazioni per le quali si verificano dei cambiamenti nella composizione dei propri investimenti. In tal caso, possono aiutare le comunicazioni integrative e di rettifica da presentare all’Agenzia delle entrate.
Infine, alcune attenzioni vanno poste sugli investimenti relativi agli immobili e ai terreni e sulla corretta determinazioni del valore dell’agevolazione spettante per questi beni.
Zes Unica 2024, come fare integrazione o rettifica investimenti dopo la domanda?
Dopo la fase della presentazione delle domanda di richiesta della Zona economica speciale (Zes) Unica 2024, è tempo di calcolo del credito d’imposta spettante sulle spese e sugli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 o da effettuare entro il 15 novembre 2024.
La domanda si presentava dal 12 giugno al 12 luglio 2024 e, negli ultimi giorni, le 16.000 aziende che hanno partecipato al bando hanno potuto verificare di quanto si sia abbassata la percentuale del credito d’imposta sulle spese effettuate in ragione del numero elevato delle istanze presentate e del volume degli investimenti incluso nelle istanze.
Credito d’imposta Zes Unica 2024, come funziona la percentuale bonus?
Allo stato attuale, l’aliquota del credito d’imposta sulla Zes Unica 2024 delle imprese localizzate nelle regioni del Sud Italia si attesta al 17,6668 per cento, di gran lunga inferiore rispetto a quella sperata, in vari casi, del 60%. Tale percentuale scaturisce dal numero delle domande presentate entro metà luglio, gestite dall’Agenzia delle entrate.
A tal proposito, si può evidenziare che il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, procederà con una rideterminazione dell’aliquota di credito d’imposta, in primis controllando l’effettivo investimento da parte delle imprese e, in seconda battuta, stabilendo lo stanziamento di maggiori risorse a favore della misura.
Ad oggi, le risorse stanziate dal ministero sono pari a 1,8 miliardi di euro, ma la gestione delle spese effettuate dalle imprese che hanno presentato richiesta genererebbe un importo complessivo di agevolazioni che supera di gran lunga i 9 miliardi di euro.
Comunicazione integrativa Zona economica speciale Unica fino al 17 gennaio 2025
Ulteriori situazioni potrebbero presentarsi per le imprese che hanno inviato domanda della Zes Unica 2024 per quanto riguarda gli investimenti che contavano di fare. Anche in vista di una possibile ricognizione degli investimenti effettuata dal ministero guidato da Raffaele Fitto, si fa presente che le imprese possono procedere con una comunicazione integrativa a partire dal 31 luglio 2024 e fino al 17 gennaio 2025. La comunicazione serve a indicare gli investimenti realizzati prima o dopo la data di invio della comunicazione ed entro il 15 novembre 2024.
Rettifica sulle agevolazioni della Zona economica speciale 2024
Ma per le vere variazioni degli investimenti può essere più utile la comunicazione rettificativa mediante la quale modificare l’ammontare degli investimenti effettivamente realizzati in fase consuntiva.
Pertanto, nel caso in cui l’importo degli investimenti inserito nella domanda dovesse risultare eccessivo rispetto alle spese effettivamente sostenute, si potrebbe procedere con la comunicazione di rettifica nella direzione della diminuzione dell’ammontare stesso. L’Agenzia delle entrate, in tal caso, provvederebbe a rideterminare il credito d’imposta in aumento a favore delle altre aziende.
Valore immobili e terreni, come determinarlo per il credito d’imposta massimo?
Infine, si ricorda che, per quanto attiene gli immobili e i terreni, il credito d’imposta non può eccedere il 50 per cento del valore dell’investimento agevolato, ma neanche quello degli impianti.
Pertanto, se l’investimento è di 1 milione di euro, di cui 600mila euro di immobili e 400mila euro di impianti, il valore massimo agevolato dell’immobile non è di 500mila euro (corrispondente al 50% dell’investimento agevolato), ma di 400mila euro che è il valore degli impianti.