La querelle è sostanziale: durante la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 è stata rappresentata l’Ultima cena di Leonardo da Vinci in versione drag queen? O, invece, si trattava del meno noto “Convivio degli dei” del pittore fiammingo Jan Harmensz van Bijlert, conservato al Musèe National Magnin a Digione in Francia?
Ma procediamo con il confronto tra i due quadri finiti, loro malgrado, al centro della disputa delle ultime ore.
Inaugurazione Olimpiadi Parigi 2024, “Ultima cena” o “Convivio degli Dei”: quadri a confronto e la figura di Dioniso
I quadri al centro della diatriba sono due: il ‘Cenacolo’, meglio conosciuto come “L’Ultima Cena” del genio italiano Leonardo Da Vinci, conservato al Santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano e il “Convivio degli dei” del pittore fiammingo del ‘600 Jan Harmensz van Bijlert.
Gli organizzatori della cerimonia parigina hanno scelto di riproporre la scena del banchetto – poi cercheremo di capire quale – con una performance di drag queen che in molti, tra cui anche la Chiesa e diversi esponenti della destra italiana, hanno associato al quadro di Da Vinci, dando il là alle polemiche.
Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di Cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari francesi. Squallidi. #Paris2024 pic.twitter.com/3RpNvUundd
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 27, 2024
La prima cosa da notare è che entrambi i dipinti hanno la stessa impostazione con la scena interamente occupata da un banchetto che, nel primo caso raffigura uno dei simboli più potenti del Cristianesimo, ovvero, l’ultima cena di Gesù – al centro del quadro – con i dodici apostoli.
Il secondo quadro, invece, riproduce, una scena mitologica, il banchetto di nozze di Teti e Peleo alla presenza degli dei dell’Olimpo. Al centro della scena il dio Apollo e in primo piano, lontano dagli altri dei il dio Dioniso nell’atto di mangiare un grappolo d’uva.
E’ proprio la presenza del dio Dioniso, assente naturalmente dal capolavoro di Leonardo, ma presente in quello di van Bijlert a spingere, in queste ore, molti ad associare la performance parigina – dominata da un Dioniso completamente dipinto di blu e interpretato da Philippe Katerine – al quadro dell’artista fiammingo.
Fact check: lo show queer era davvero ispirato all’Ultima cena?
Confrontando i due dipinti con la rappresentazione delle drag queen parigine, si notano anche altri particolari. Al centro del tavolo Barbara Butch, la dj simbolo dei diritti Lgbtq+, ha il capo contornato da una sorta di aureola, che la rendono più vicina all‘Apollo di van Bijlert il cui capo è appunto circondato da un alone dorato, piuttosto che al Gesù di Da Vinci che nel quadro dell’Ultima Cena non è raffigurato con un’aureola.
Infine, se si contano i partecipanti al banchetto, si nota che nella versione olimpica ci sono 16 commensali mentre l’ultima cena gli apostoli sono solo 12.
Fin qui i richiami che sembrerebbero far pensare che gli organizzatori dello spettacolo si siano ispirati alla scena del banchetto dell’antica Grecia, eppure molte sono le similitudini anche con il quadro di Leonardo Da Vinci, come la disposizione dei personaggi, i colori degli abiti con l’alternarsi dei blu e dei rossi che spingono immediatamente all’associazione con il capolavoro italiano.
La versione ufficiale: “Dioniso simbolo dell’assurdità della violenza tra gli uomini”
Sulla diatriba e sulle polemiche esplose, mentre la cerimonia dello scorso 26 luglio era ancora in corso, sono intervenuti immediatamente gli organizzatori che, sull’account ufficiale dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, hanno chiarito il senso della rappresentazione artistica che voleva essere una condanna alla ‘violenza tra gli esseri umani’.
“L’interpretazione del dio greco Dioniso ci fa capire l’assurdità della violenza tra esseri umani”.
The interpretation of the Greek God Dionysus makes us aware of the absurdity of violence between human beings. #Paris2024 #OpeningCeremony pic.twitter.com/FBlQNNUmvV
— The Olympic Games (@Olympics) July 26, 2024
E’ proprio il richiamo al dio greco Dioniso, Bacco per i romani, – la figura completamente dipinta di blu al centro della performance – potrebbe essere il bandolo capace di districare la matassa.