Grazie al debutto della nuova piattaforma del Ministero della Giustizia per la raccolta di firme online per le consultazioni popolari, l’obiettivo del raggiungimento delle 500 mila firme per la richiesta del Referendum contro l’Autonomia Differenziata sembra sempre di più a portata di mano.
Negli ultimi tre giorni, infatti, si è registrato un boom di sottoscrizioni che vanno ad aggiungersi alle firme che, da sabato scorso 20 giugno 2024, si stanno raccogliendo in tutte le piazze italiane ai banchetti allestiti dal comitato promotore.

Una grande mobilitazione per riuscire a portare gli italiani alle urne nel 2025. Una mobilitazione che va di pari passo con l’iniziativa delle cinque ‘regioni progressiste’ Campania, Sardegna, Puglia, Emilia Romagna e Toscana – che con il via libera alla richiesta del referendum abrogativo nei rispettivi consigli regionali – hanno soddisfatto uno dei requisiti previsti dalla Costituzione per la richiesta di una consultazione popolare, ovvero, che almeno cinque regioni la richiedano.

Referendum Autonomia Differenziata firme on line, come funziona? Come registrarsi e aderire

E’ possibile votare anche online per il Referendum contro l’Autonomia Differenziata? Sì, grazie alla piattaforma online messa a disposizione dal Ministero della Giustizia.

“Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?”

E’ questo il quesito che da giorni migliaia di cittadini italiani stanno sostenendo con le loro firme presso i banchetti allestiti nelle principali piazze italiane e – a partire dal 26 luglio 2024 – anche on line con una sottoscrizione digitale.

Ecco allora come funziona e come fare per sostenere con una firma online l’iniziativa del comitato promotore del referendum.
Importante premessa: le firme non rappresentano un voto contro la legge sull’Autonomia Differenziata, ma servono per consentire lo svolgimento del referendum abrogativo nel corso del quale tutti i cittadini italiani – recandosi alle urne – con il proprio ‘sì’ o con il proprio ‘no‘ potranno scegliere se ‘cancellare’ o meno la riforma.

Per sostenere la campagna referendaria è possibile apporre la propria firma o recandosi ad uno dei banchetti allestiti in tutte le principali piazze italiane, o collegandosi all’apposita piattaforma per la raccolta delle sottoscrizioni sul sito del Ministero della Giustizia.

Per apporre la propria firma online, bisogna collegarsi alla piattaforma, cliccare sul pulsante ‘Accedi’ – in alto a destra della schermata – con lo SPID, la CIE o la CNS e poi scorrere l’elenco delle iniziative presenti fino a quando non si arriva a quella denominata: “Contro l’autonomia differenziata. Una firma per l’Italia unita, libera, giusta” (numero iniziativa 500020). A questo punto bisogna cliccare su ‘sostieni iniziativa’, poi ancora su ‘sostieni iniziativa’ e attendere. Dopo pochi secondi si riceverà la conferma del buon esito della procedura e si può scaricare il proprio attestato di firma.

Sfondato il tetto delle 150mila sottoscrizioni. E mentre la sinistra si compatta, la maggioranza si ‘spacca?

La battaglia contro l’Autonomia Differenziata sta suscitando un’ampissima partecipazione, tanto che in appena tre giorni, si è già sfondato il tetto delle 150 firme digitali sulla piattaforma superando il 28% del quorum necessario, e il conteggio continua ad aumentare molto rapidamente.

Tanto, quindi, l’interesse e l’entusiasmo per una battaglia divenuta identitaria per i partiti del centrosinistra, che proprio intorno alla lotta contro lo ‘Spacca Italia’ sembrano aver ritrovato l’unità perduta. Unità che, invece, comincia a scricchiolare nel centrodestra proprio a causa della Legge del ministro della Lega, Roberto Calderoli, che non è mai piaciuta a Forza Italia, preoccupato per le ripercussioni nei consensi nel centrosud, area del Paese che rischierebbe di essere penalizzata dall’entrata in regime della riforma. Ecco quindi i tentativi degli azzurri di frenare l’entusiasmo degli alleati leghisti e delle regioni settentrionali, a guida Lega, pronte a spingere sull’acceleratore per stipulare subito gli accordi.
Il risvolto della medaglia di un provvedimento divisivo, fino a questo momento solo per il Governo.

Perchè si stanno raccogliendo le firme?

La campagna referendaria punta all’indizione di un referendum abrogativo della Legge sull’Autonomia Differenziata approvata in via definitiva dal Parlamento lo scorso 19 giugno. La legge prevede l’autonomia di gestione, da parte delle regioni che ne fanno richiesta, su alcuni aspetti della pubblica amministrazione, quali ad esempio i trasporti, la scuola e la sanità.

La raccolta firme per la richiesta del referendum è promossa da un comitato costituitosi ad hoc e composto dai principali partiti di centrosinistra, alcuni sindacati – tra cui la Cgil da cui è partita l’iniziativa – e numerose associazioni. Alla base della contrarietà alla riforma il timore, secondo i promotori, che la legge contribuisca ad ampliare il divario di sviluppo tra le regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno, ‘spaccando’ il paese in regioni di serie A e B.