Drammi e tragedie legate agli incidenti in acqua sono purtroppo all’ordine del giorno in Italia. Come si può prevenire l’annegamento?
Alla piscina comunale San Donato Active di via Ferruccio Parri, un uomo di 35 anni è finito sott’acqua dopo essere sceso dallo scivolo ed è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale il 24 luglio 2024.

A Imola, una bambina di cinque anni è morta annegata nella piscina di un hotel il giorno dopo e sua madre era con lei nella struttura. In Sardegna, un turista di 19 anni è deceduto mentre faceva snorkeling il 26 luglio, e a Dongo è stato recuperato il corpo di un altro visitatore, tedesco, che si era tuffato nel lago per aiutare suo figlio (sempre il 25 luglio 2024).

Una disgrazia al giorno, morti e casi che si moltiplicano.

Ogni anno in Italia si registrano centinaia di incidenti e morti per annegamento. Secondo quanto riporta una ricerca di Noto Sondaggi Indagini Demoscopiche, commissionata dal campione di apnea Nicola Brischigiaro e sostenuta da Acquatic Education e Assopiscine, soltanto il 41% degli italiani si definisce capace nel nuoto.

Questo lascia ancora alta la probabilità di annegamento tra gli adulti (59%), con i bimbi particolarmente a rischio, di solito per via di una mancata supervisione.

Da tutte questi studi, riportati da Ansa.it, nasce la campagna “Prevenzione incidenti ed annegamenti in età pediatrica”. Il progetto promosso da Acquatic Education e sostenuto da Assopiscine, ha l’obiettivo di avvicinare ed educare le famiglie e gli operatori sulla sicurezza in acqua.

Tag24.it, a questo proposito, ha intervistato proprio Nicola Brischigiaro, pluricampione di apnea ed esperto di educazione acquatica, per approfondire le cause di questi incidenti e le misure preventive necessarie per evitare certe tragedie.

Come prevenire l’annegamento e perché in così tanti muoiono affogati? Allarme bambini

Meglio non distrarsi neppure un attimo. Si leggono sempre più casi di bambini morti in acqua, dalle acqua più agitate del mare, a quelle apparentemente più calme, in piscina. C’è una mancanza di attenzione da parte dei genitori nei confronti dei bambini in acqua? Brischigiaro ha sottolineato la carenza di attenzione da parte di chi dovrebbe tutelare i figli, specie nella sorveglianza, quando sono in acqua:

“Poiché l’essere umano in generale non è un grande nuotatore, è evidente che in un paese con 8 mila chilometri di coste, laghi, fiumi e mari balneabili, dove d’estate molte persone che non sanno nuotare si avventurano inconsapevoli dei rischi, qualcuno purtroppo rischia di morire. È ovvio che poi i bambini siano più vulnerabili.

Per questo motivo, la nostra campagna in età pediatrica con Zanbrotta, la Brignone e gli spot in TV serve a sensibilizzare i genitori affinché siano i primi veri soccorritori dei loro bambini. E in che modo? Soprattutto non perdendoli mai di vista, perché quella bambina di cinque anni che è annegata è come quasi il 99,9% dei bambini che annegano: vengono persi d’occhio dai genitori. Non ci sono dubbi su questo, quindi sicuramente la sorveglianza è la prima cosa da fare.

Come non affogarsi? Acquaticità e addestramento

Considerando la scarsa acquaticità generale, come si può acquisire una maggiore sicurezza in acqua? Quali consigli si possono dare per andare meglio, quando arriva l’estate? Brischigiaro ha discusso così delle competenze necessarie per garantire la sicurezza in acqua:

“Paradossalmente, il corpo umano è concepito per galleggiare, non per affondare, eccetto alcune eccezioni fisiologiche. Tuttavia, non è nato per apprendere automaticamente la corretta respirazione, che è quella che permette all’essere umano di spostarsi in acqua con il miglior rendimento possibile, facendo meno fatica e stando più sicuro. Ovvio che i corsi di nuoto sono fondamentali perché permettono di imparare le abilità natatorie e di gestirsi anche in situazioni sfavorevoli o particolari, come quando il mare è mosso.

Cosa non fare in acqua: segnali di pericolo e comportamenti da evitare

Ma allora, quali sono i segnali di pericolo a cui prestare attenzione quando si è in acqua? Cosa si può evitare di fare? Il nostro esperto ci offre alcuni consigli pratici:

  • “I corsi di nuoto e un buon addestramento aiutano a riconoscere i propri limiti e a comportarsi di conseguenza.
  • Quando sei in acqua, è fondamentale essere consapevoli delle proprie capacità e dei segnali di pericolo.
  • Ad esempio, i laghi possono avere correnti particolari e variazioni improvvise di profondità, quindi è sempre meglio evitare di nuotare in acque sconosciute senza adeguata preparazione.
  • Nei fiumi, anche 30 cm di acqua con una corrente forte possono essere pericolosi, quindi bisogna essere molto cauti.
  • In generale, è importante rispettare la segnaletica e le condizioni meteomarine. Se il mare è agitato, meglio evitare di fare il bagno o avventurarsi al largo.

Inoltre, “muoversi in acqua richiede più sforzo fisico rispetto all’aria, quindi anche nuotatori esperti possono stancarsi rapidamente e trovarsi in difficoltà.”, ci dice Nicola Brischigiaro.

Che differenza c’è tra annegamento in acqua dolce e acqua salata?Mare, laghi e fiumi

Ci sono differenze tra le acque del mare, dei laghi e dei fiumi? Quali sono le più pericolose? Esistono tanti falsi miti riguardo la difficoltà di galleggiamento o le insidie che si nascondono oltre le acque. Alcuni detti sono solo leggende metropolitane, altri, come “il lago è traditore”, celano invece, una verità, secondo Nicola Brischigiaro:

L’acqua dolce è più difficile per il galleggiamento rispetto all’acqua di mare, che è salata e quindi più facile per stare a galla. I laghi, in particolare, possono avere correnti subacquee e variazioni di profondità che li rendono insidiosi.

Nei fiumi, la corrente può essere molto forte, anche se l’acqua è bassa, rendendo difficile stare in piedi e aumentando il rischio di essere trascinati via.

In mare, invece, le condizioni meteomarine possono cambiare rapidamente, e se non si è nuotatori esperti, è facile trovarsi in pericolo e non riuscire a tornare a riva.

Cosa è fondamentale esercitare? “Una giusta respirazione. Si apprende con dei corsi specifici, con tempo e allenamento ed è la prima regola per non perdere il controllo del proprio corpo.”

Incidenti da tuffi, scivoli e altre attività in acqua

Tuffi, scivoli e altre attività acquatiche, ce lo insegnano i casi di cronaca, possono rivelarsi pericolosi. Li commenta così l’esperto:

“I tuffi sono divertenti ma possono essere molto pericolosi se non si controlla prima il fondale. È importante assicurarsi che l’acqua sia sufficientemente profonda per evitare traumi. Gli scivoli e altre strutture negli acquapark possono comportare rischi se non utilizzati correttamente. “

Purtroppo, ci sono stati casi di persone che hanno battuto la testa e sono annegate. Anche i malori, come la congestione, possono essere pericolosi, ma spesso, è anche la fatalità che fa da padrona alla sorte.

Come soccorrere in caso di annegamento? Cosa fare nell’emergenza

Sarebbe troppo facile fornire le solite regole di pronto intervento in cui ci improvvisiamo bagnini, medici o soccorritori d’emergenza.
Eppure, la vera regola importante è una: mai fare gli eroi.

Anche se si tratta del salvataggio dei propri figli, meglio non rischiare una doppia disgrazia. E’ difficile, si, ma bisogna fare affidamento a persone esperte, qualora si trovino nei paraggi. Brischigiaro ha esemplificato le azioni da intraprendere in caso di situazioni allarmanti:

“La prima cosa da fare è sorvegliare sempre i bambini a vista.

Per gli adulti, mai fare gli eroi e valutare bene le proprie capacità. In caso di emergenza, è importante mantenere la calma e cercare aiuto da qualcuno più esperto, come un bagnino.

Dire a un genitore di non andare a salvare il proprio figlio è complicato, ma se si rimane freddi e si sa che c’è qualcuno più bravo vicino, è meglio far intervenire lui. È fondamentale essere prudenti e rispettare sempre le regole di sicurezza per evitare situazioni caotiche o pericolose”.

In molti non lo sapranno, ma mantenere la calma, quando si parla di pericoli in acqua, è una delle prime regole doro per non farsi sopraffare completamente dalla difficoltà degli eventi.

Ecco chi è il ragazzo di 17 anni annegato dopo aver fatto un bagno a Torre del Greco.