Arrivano novità sul concordato preventivo 2024 delle partite Iva forfettarie e dei soggetti Iva dal decreto attuativo di delega fiscale del Governo. Ci sarà una nuova flat tax che renderà maggiormente attraente il nuovo sistema di tassazione, con aliquote crescenti a partire dal 3% o dal 10%. Per tutte le altre partite Iva soggette alla pagella fiscale, la riduzione andrà dal 10% al 15%.

Il via libera è arrivato per le imprese, i professionisti e i lavoratori autonomi che decideranno di aderire al nuovo regime del Fisco. La percentuale di tassazione dipenderà dalla pagella fiscale dei soggetti ai quali verrà formalizzata dall’Agenzia delle entrate la proposta di riduzione delle tasse.

Nel frattempo, il governo ha provveduto a rimandare la quinta rata della Rottamazione quater, in scadenza mercoledì prossimo, 31 luglio 2024. La nuova scadenza è fissata per il 15 settembre prossimo.

Concordato preventivo 2024, ecco quali sono tutte le aliquote dal 3% al 15% per chi aderisce

È arrivato il via libera del Consiglio dei ministri sul concordato preventivo 2024 delle partite Iva e dei soggetti Isa e sulla nuova flat tax che partirà da un’aliquota del 3%. Un nuovo taglio del cuneo fiscale che renderà più appetibile la proposta dell’Agenzia delle entrate ai contribuenti autonomi e che andrà a vantaggio soprattutto dei professionisti, delle partite Iva e delle imprese che ottengono i maggiori punteggi nelle pagelle fiscali.

Nel dettaglio, le nuove aliquote dei lavoratori autonomi che accetteranno di aderire al concordato fiscale saranno:

  • del 3% per le partite Iva a regime forfettario che rientrino nei primi cinque anni di attività;
  • del 10% per le altre partite Iva forfettarie che abbiano superato i cinque anni di attività con uno sconto di cinque punti percentuali sul cuneo fiscale;
  • del 10% per le altre partite Iva soggette alle pagelle fiscali se il voto è superiore a 8;
  • del 12% se il voto è tra 6 e 8;
  • del 15% se il voto della pagella fiscale è inferiore alla sufficienza.

Come aderire al nuovo regime di taglio del cuneo fiscale per le partite Iva?

Ci sarà più tempo per le partite Iva Isa e i forfettari per aderire al nuovo concordato preventivo per il biennio 2024 e 2025. Infatti, il termine è stato spostato di 16 giorni, passando dalla scadenza del 15 ottobre a quella del 31 ottobre 2024. Nel frattempo, l’Agenzia delle entrate ha aperto la piattaforma telematica mediante la quale si può effettuare l’adesione, calcolando anche quale sarà il risparmio in termini di tassazione.

Il 31 ottobre 2024 diventa anche il giorno di scadenza entro il quale i contribuenti interessati dovranno inoltrare all’Agenzia delle entrate, per via telematica, il Modello Redditi. Tale modulo deve essere trasmesso sia per quanto concerne le persone fisiche che le società.

Quali cause fanno uscire dal concordato preventivo e dalle aliquote di flat tax vantaggiose?

Le novità decise dal Consiglio dei ministri circa il concordato preventivo biennale comprendono anche le due nuove modalità di cessazione dell’accordo al quale partite Iva e forfettari abbiano aderito. La prima ipotesi è quella per la quale il contribuente abbia dichiarato ricavi e compensi in misura superiore al 50 per cento rispetto al limite previsto per l’applicazione degli Isa, nel caso di lavoratori e imprese soggetti alle pagelle fiscali. In tutto, sono circa sette milioni e mezzo i soggetti interessati da una situazione di questo tipo.

Cessazione proposta di concordato preventivo e flat tax oltre i 100mila euro di ricavi

La seconda soglia che ha fissato il Consiglio dei ministri nella giornata di ieri è quella relativa alle partite Iva a regime forfettario. Il limite è quello dei 100mila euro di ricavi e di compensi che determina, già secondo l’attuale normativa, l’uscita immediata dal regime fiscale.

Per questi soggetti – in tutto 150mila secondo le stime – l’uscita dal forfettario con flat tax al 15% avviene dallo stesso anno di imposta e per la fattura che determini lo sforamento del tetto di 100mila euro. Detto limite ora è da considerare anche ai fini della decadenza dalla proposta di concordato preventivo biennale.