Un agente di polizia in Polonia potrà sparare impunemente se si troverà di fronte a minacce alla sicurezza nazionale o all’incolumità propria. Sarà possibile grazie a una legge approvata di recente dal Parlamento di Varsavia. Il provvedimento arriva dopo che a giugno al confine con la bielorusso un agente è stato ucciso. Le forze dell’ordine potranno dunque aprire il fuoco in caso di minaccia senza doverne poi rispondere.
Il Consiglio d’Europa e tanti attivisti hanno ‘bocciato’ questo disegno di legge indicandolo come pericoloso. La legge adesso dovrà essere promulgata dal capo dello Stato Duda.
La legge approvata in Polonia che permette alla polizia di sparare impunemente
La legge che consente di sparare alla polizia in caso di minaccia nazionale arriva in un momento teso sul confine bielorusso. Da qualche anno è in corso un contrabbando di migliaia di persone dall’Africa verso l’Europa ad opera di Mosca e Minsk. Stando a quanto riportato dalle autorità polacche, russi e bielorussi invierebbero dal proprio territorio persone fino al confine polacco orientale. Si registrano da anni scontri e disordini nell’Est del Paese e la polizia è stata più volte costretta ad usare la violenza.
Cosa prevede la nuova legge e perché preoccupa?
La norma approva dal Parlamento oggi esclude la responsabilità penale per l’uso delle armi o della forza diretta da parte della polizia se c’è una minaccia alla sicurezza di un individuo o del Paese. Non sono mancate però le critiche: il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Michael O’Flaherty ha detto all’inizio del mese di essere preoccupato che questa legge possa essere pericolosa e favorire gli abusi. Alcuni attivisti per i diritti umani hanno detto che si tratta di una “licenza di uccidere legalizzata”.
Nel frattempo l’esercito polacco ha annunciato che intensificherà la sua presenza lungo il confine est a causa delle “continue provocazioni della Bielorussia“. La crisi umanitaria nell’est della Polonia ormai va avanti da circa tre anni e non sembra conoscere fine.