Via al credito d’imposta ZES Unica Sud 2024: si tratta di un credito d’imposta per le aziende che investono nel Sud Italia.

Il credito di imposta ZES Unica Sud 2024 è stato sbloccato per le aziende che investono nel Meridione italiano. Il valore globale dell’intervento è pari a 1,8 miliardi di euro ed è attivo grazie al decreto attuativo Zes Unica del mese di maggio 2024. Ecco tutte le informazioni utili per capire questa interessante agevolazione: quali sono i requisiti, le tempistiche, le modalità di presentazione della domanda e le scadenze per richiedere il contributo.

ZES Unica Sud 2024: credito di imposta

Il Credito d’imposta ZES Unica Sud 2024 è finalmente stato sbloccato: si tratta di un’agevolazione per le imprese che investono nel Sud Italiano. Il valore globale dell’intervento è pari a 1,8 miliardi di euro ed è operativo grazie al decreto attuativo del mese di maggio 2024.

Il credito di imposta ZES Unica Sud 2024 si rivolge a tutte le aziende operative nella zona ZES, ovvero nelle regioni dell’Italia Meridionale e nell’Italia Insulare (Basilicata, Abruzzo, Campania, Sardegna, Sicilia, Molise, Puglia e Calabria). Non possono essere finanziati progetti di investimento con costo complessivo inferiore ai 200.000 euro.

Come accedere al credito di imposta ZES Unica Sud 2024?

Per poter accedere al credito di imposta ZES Unica Sud 2024 è necessario essere in possesso di una certificazione attestante le spese sostenute ed ammissibili dall’agevolazione. Le spese devono corrispondere alla documentazione presentata per avere accesso al credito d’imposta.

La certificazione per il credito di imposta deve essere rilasciata dal soggetto che si occupa della revisione legale dei conti e da un revisore legale (società o professionista) iscritto al registro di cui al Decreto Legislativo n. 39 del 27 gennaio 2024.

Credito imposta ZES Unica Sud 2024: è cumulabile?

Il credito d’imposta ZES Unica Sud 2024 può essere cumulato, ma a patto che vengano rispettati determinati requisiti. Il cumulo dei crediti non deve eccedere i limiti imposti dalle normative comunitarie vigenti in materia.

Credito d’imposta ZES Unica 2024: quali sono gli interventi agevolabili?

Con il credito d’imposta ZES Unica 2024 sono agevolabili due tipologie di intervento: l’acquisizione di macchinari, strutture ed attrezzature e realizzazione/ampliamento degli immobili utilizzati dall’impresa.

Il credito d’imposta non permette di finanziare le acquisizioni tra soggetti, tra cui sussiste un rapporto di controllo. La percentuale di investimento varia in base alla regione in cui si trova e opera l’azienda beneficiaria fino ad un massimo del 50 percento.

Credito d’imposta ZES Unica 2024: scadenze per presentare la domanda

Le domande per beneficiare del credito di imposta possono essere presentate tra il 12 giugno ed il 12 luglio 2024. La comunicazione deve avvenire rendicontando al Fisco le spese ammissibili sostenute dall’inizio del 2024 e la stima di quanto previsto sino al 15 novembre del corrente anno. Il credito d’imposta Zes Unica 2024 presenta elementi di complessità, per questo è necessario chiedere il parere di un consulente esperto in finanza agevolata.

ZES Unica Sud 2024: chi è escluso?

Gli unici soggetti esclusi dal credito di imposta ZES Unica Sud 2024 sono le aziende che sono soggette a liquidazione e scioglimento. Tale agevolazione non si applica alle imprese operanti nel settore siderurgico, trasporti, carbonifero, energia, credito, assicurazioni e finanza. Sono previste restrizioni anche rispetto al comparto in cui operano le aziende che vogliono beneficiare del credito di imposta.

Credito imposta ZES Unica Sud 2024: la polemica

Sul credito di imposta ZES Unica Sud 2024 è sorta una polemica tra Fitto e il ministro del Tesoro: il Fisco si è trovato a ridimensionare il contributo a seguito dell’ingente mole di richieste pervenute.  

Si tratta di risorse non reperibili nelle casse statali, da cui la decisione del Fisco di poter richiedere una riduzione del valore del credito di imposta. Il ministro Fitto ha contestato la mossa dell’AdE che pone a confronto il limite di spesa con l’ammontare delle istanze senza tenere conto del valore degli investimenti.