Louis van Schoor è autore di 39 omicidi negli anni ’80 in Sudafrica. L’uomo, conosciuto anche come il “killer dell’apartheid”, ha ucciso senza pietà uomini e bambini neri sfruttando il suo ruolo di guardia di sicurezza proprio nel paese che viveva sotto il sistema di segregazione razziale. Van Schoor è tornato in libertà dopo 12 anni di detenzione.
Chi è Louis van Schoor, la biografia del killer dell’apartheid
Louis van Schoor è nato nel 1951 in Sudafrica. Ex poliziotto di professione, ha successivamente intrapreso una carriera nel campo della sicurezza privata. Tra il 1986 e il 1989, van Schoor ha ucciso 39 sudafricani neri a East London, nella provincia di Eastern Cape, in Sudafrica. Tra le sue vittime ci sono anche due bambini.
Durante quel periodo, il paese era sotto il regime dell’apartheid, un sistema di segregazione razziale istituzionalizzata, e il leader anti-apartheid ,Nelson Mandela, era ancora imprigionato. Van Schoor lavorava come guardia di sicurezza con un contratto che prevedeva la protezione di circa il 70 per cento delle attività commerciali di proprietà dei bianchi, tra cui fabbriche, negozi e ristoranti. L’uomo sosteneva che le persone che aveva ucciso erano criminali e che la razza non è stata un movente per gli omicidi.
L’uomo è stato rilasciato nel 2004 dopo aver scontato 12 anni di detenzione.
La condanna
Van Schoor aveva nel mirino quelli che definiva “intrusi” o “piccoli criminali”. Sparava alle persone di notte e camminava sempre a piedi nudi. Considerato un protetto del sistema, si era persino autodenunciato per i crimini commessi. Il rilascio di Nelson Mandela nel 1990 ha travolto il sistema di segregazione in Sudafrica. Le pressioni degli attivisti e dei giornalisti hanno portato all’arresto del sudafricano nel 1991.
Il processo è stato uno dei più significativi nel Paese, che non aveva ancora superato l’ondata di razzismo. Van Schoor è stato condannato per soli 7 dei 39 omicidi che aveva commesso in tre anni. Gli altri 32 sono stati classificati come “giustificabili”. Van Schoor sosteneva, infatti, che uccideva solo i sospettati che tentavano di scappare. Si stima che l’uomo abbia commesso decine di altri omicidi non accertati dal sistema giudiziario.
Secondo un’inchiesta dell’emittente britannica Bbc, che ha intervistato van Schoor, il giudice del processo aveva liquidato i testimoni, definendoli “inaffidabili” o “poco sofisticati”. Ad oggi, il sudafricano nega di essere un “serial killer” e sostiene di aver agito secondo la legge.