Continua la visita del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, negli Stati Uniti. L’agenda di Netanyahu è molto intensa. Dopo il discorso al Congresso del 24 luglio, il premier israeliano ha incontrato il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris. Questo incontro ha rappresentato la prima sfida diplomatica per Harris, che ora è candidata alle elezioni presidenziali.
L’incontro tra Netanyahu e Harris a Washington
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha scelto gli Stati Uniti per la sua prima visita internazionale dopo lo scoppio della guerra a Gaza. Durante la prima giornata della visita, Netanyahu ha tenuto un discorso al Congresso per poi procedere con gli incontri con il presidente Biden e la vicepresidente Harris. Oggi è attesa un’incontro anche con Trump.
L’incontro del primo ministro israeliano con l’amministrazione Biden arriva in un momento storico per tutti e tre i protagonisti politici. La questione della guerra a Gaza è uno dei temi divisivi all’interno del Partito democratico statunitense. Alcuni politici democratici si sono già schierati a favore del popolo palestinese, mentre altri sostengono il governo israeliano. Ora che la vicepresidente Kamala Harris è candidata alla Casa Bianca, tutti i riflettori sono puntati sulla sua posizione riguardo al conflitto in corso a Gaza.
Solo pochi giorni dopo dall’inizio della campagna elettorale di Kamala Harris, la politica democratica ha affrontato uno dei temi più spinosi di politica estera. Dopo aver passato circa quattro anni al fianco di Joe Biden, Harris ora deve definire che tipo di presidente vuole essere.
Harris su civili uccisi e sfollati a Gaza: “Non resterò in silenzio”
Harris non ha completamente distaccato la sua posizione da quella dell’amministrazione Biden, ma ha messo in evidenza le sofferenze dei palestinesi. Ha dichiarato di avere un “impegno incrollabile” nei confronti di Israele e del suo diritto all’esistenza. Ha sottolineato che il paese ha il diritto di difendersi e ha esortato a esercitare pressioni per ottenere il rilascio degli ostaggi, raggiungere un accordo di cessate il fuoco e trovare una soluzione basata su due stati. Ha anche fatto le pressioni sul premier israeliano affinché protegga i civili a Gaza:
Riportiamo a casa gli ostaggi e forniamo un soccorso tanto necessario al popolo palestinese.
Le parole di Harris sull’avere “seria preoccupazione per la portata della sofferenza umana a Gaza, inclusa la morte di troppi civili innocenti” e “immagini di bambini morti e persone disperate e affamate che fuggono per mettersi in salvo” aumentano le pressioni sul primo ministro israeliano:
Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza, e non resterò in silenzio.
L’incontro tra Netanyahu e Biden
Biden e Netanyahu si sono incontrati alla Casa Bianca. Durante l’incontro, il presidente statunitense ha sottolineato l’urgenza di raggiungere un accordo al più presto, rilasciare gli ostaggi e raggiungere una pace duratura. Infatti, nel discorso alla nazione pronunciato il giorno prima dell’incontro, Biden aveva dichiarato che l’obiettivo finale della sua amministrazione era “portare pace in Medio Oriente”.
I due leader hanno discusso anche della necessità di sbloccare il flusso di aiuti umanitari verso i civili a Gaza. Successivamente, hanno incontrato i familiari degli ostaggi. Anche se i funzionari statunitensi si dichiarano ottimisti, Tel Aviv mantiene fermamente la posizione che la guerra non terminerà fino all’eliminazione di Hamas.