Il nuovo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, con una battuta, ha detto che il primo incontro con i sindacati della sua gestione è andato bene “perché sul caffè ci siamo trovati tutti d’accordo: l’abbiamo voluto tutti decaffeinato”. Ma tant’è: l’incontro avvenuto oggi, 25 luglio 2024, a Roma tra gli imprenditori e i rappresentanti dei lavoratori (anche se la Cisl è stata assente) è servito soprattutto a mettere sul tavolo tutti i temi caldi del mondo del lavoro italiano, in primis quello della sicurezza. Per affrontarli nello specifico raggiungendo magari una sintesi che può essere portata all’attenzione del Parlamento con delle proposte normative condivise, Confindustria e sindacati si sono dati appuntamento nei primi giorni di settembre.

Cosa si fa per la sicurezza sul lavoro? I dati delle morti bianche e degli infortuni

Sta di fatto che uno degli argomenti su cui si verificherà davvero la tenuta di questa nuova stagione di collaborazione tra Confindustria e sindacati sarà quello della sicurezza. Del resto, i numeri parlano chiaro. In un recente studio della Uil su dati Inail, ne è venuto fuori uno su tutti: negli ultimi 35 anni, sono stati oltre 55 mila i morti sul lavoro. Una strage da 1200 morti l’anno che ha fatto dire alla Uil che il lavoro uccide più della mafia. Anche perché nemmeno le ultime normative riescono a migliorare la situazione. Basti pensare che le denunce di infortunio presentate all’Inail nei primi cinque mesi del 2024 sono state 251.132, il 2,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli incidenti mortali, invece, sono stati 369, con un incremento del 3,1% sul 2023.

Le proposte per la sicurezza: la patente a punti per le aziende e la Procura nazionale

Davanti a questo dato drammatico, sul quale si accendono le luci mediatiche solo per casi clamorosi come quello di Satnam Singh, in campo ci sono più proposte. La prima è quella del Governo: istituire la patente a punti per le aziende. Tutte partirebbero da un credito che, in caso di incidenti e morti bianche, verrebbe eroso, fino a portare l’azienda a non poter lavorare più. La ministra del Lavoro del Governo Meloni, Marina Calderone, vorrebbe che entrasse in vigore dal prossimo primo ottobre. Una seconda proposta, invece, è arrivata proprio dalla Uil: il sindacato di Luigi Bombardieri vorrebbe che si istituisse una Procura speciale contro i reati sul lavoro, in modo tale da scongiurare la prescrizione. Si tratta di due dossier che, alla ripresa settembrina, sicuramente impegneranno Confindustria e sindacati.

Emanuele Orsini (Confindustria): “Intesa sull’agenda da discutere”

Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, all’uscita dall’incontro con i sindacati, ai microfoni di Tag24.it, ha tenuto a sottolineare proprio questo:

“Sicurezza sul lavoro, Europa e contrattualistica saranno i temi che affronteremo assieme”

Landini (Cgil): “C’è la necessità di investire sulla formazione”

Anche Maurizio Landini, il segretario della Cgil, ha elencato i temi del confronto, ponendo un accento particolare, però, sulla formazione dei lavoratori che, anche dal punto di vista della sicurezza, è sempre più importante. Basti pensare che da poco è stata brevettata anche una T-shirt iper tecnologica capace di tenere sotto controllo tutti i parametri vitali dei lavoratori in tempo reale e di prevenire malori e incidenti. Assieme ai caschi, ai guanti e alle scarpe anti-infortuni, dovrebbe rientrare nei dispositivi di sicurezza che ogni lavoratore deve indossare. Per quanto riguarda i contratti, invece, Landini ha tenuto a precisare:

“Bisogna andare verso una riduzione delle tipologie e verso i loro rinnovi”

Bombardieri (Uil): “L’Autonomia differenziata può mettere in discussione i contratti nazionali”

Al caffè con Orsini, nuovo numero uno di Confindustria, infine, c’era anche la Uil di Luigi Bombardieri. Quest’ultimo ha posto l’accento su un altro punto caldo dell’agenda politica: quello dell’Autonomia differenziata. Il segretario ne ha svelato anche un altro aspetto preoccupante:

“Con l’Autonomia differenziata si mettono in discussione i contratti nazionali, i trattamenti economici del personale della sanità, ad esempio, oltre che i servizi che si danno alle persone. In più, anche la previdenza complementare potrebbe allargare le diseguaglianze”