La medusa Cassiopea (uovo fritto) è pericolosa? L’innalzamento della temperatura del Mar Mediterraneo sta favorendo la proliferazione della medusa Cassiopea, anche comunemente chiamata “uovo fritto” a causa del suo aspetto.
Nelle ultime ore hanno fatto il giro del web le immagini di alcune località spagnole, come ad esempio la costa davanti alla spiaggia di Jávea, completamente invase da questa particolare specie. I bagnanti di queste zone si sono chiesti il perché di così tante meduse Cassiopea e hanno preferito non entrare in acqua per non rischiarne il contatto. Le correnti marine hanno spinto molti esemplari fino alle coste di Malaga e Almería.
La Cassiopea mediterranea è una specie di medusa comune nel Mar Mediterraneo. È volgarmente chiamata “uovo fritto” per via della accesissima colorazione della parte centrale. Come la maggior parte delle meduse presenta uno sviluppo tipicamente ad ombrello: al centro del disco biancastro sorge però una protuberanza rotonda e gialla, che ricorda dunque un uovo fritto.
La medusa Cassiopea (uovo fritto) è pericolosa: è velenosa per l’uomo?
Sebbene i suoi colori possano far pensare ad un animale molto pericoloso, i suoi effetti sull’uomo sono pressoché nulli. A differenza di altre specie di medusa, la Cassiopea mediterranea non è in alcun modo né velenosa né urticante per la pelle umana.
Solo chi ha l’epidermide estremamente sensibile o chi soffre di particolari tipologie allergiche potrebbe percepire un lieve bruciore o pizzicore al suo contatto. In tutti gli altri casi, la tossina presente sulle estremità della medusa non determina alcuna reazione fisica.
Per questo motivo la balneazione è totalmente sicura anche in quegli specchi di mare popolati da un gran numero di questi esemplari.
Oltre a non essere pericolosa per l’uomo, la medusa Cassiopea svolge un’importante funzione di regolazione dell’equilibrio marino. Il suo contributo infatti è indispensabile per tutelare la biodiversità di questo ambiente e svolge un ruolo fondamentale per la salvaguardia della corretta catena alimentare subacquea.
Non solo la medusa Cassiopea è innocua per l’uomo ma potrebbe nascondere un valido aiuto per la ricerca nella lotta ai tumori. In particolare, alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato come la tossina presente in questi animali possa essere un efficace nel combattere del cancro al seno.
Per il momento non ci sono sufficienti ricerche per dare un risultato soddisfacente, ma gli studi si stanno focalizzando su come utilizzare questa sostanza per attaccare le cellule maligne e lasciare intatte quelle sane.
Dove si trova in Italia
Non deve apparire strano trovare la medusa Cassiopea all’interno del Mar Mediterraneo. Questa specie è infatti endemica delle nostre latitudini ed è molto comune soprattutto nel Mar Adriatico nel periodo che va da maggio ad ottobre.
Tuttavia l’innalzamento anomalo delle temperature sta modificando sensibilmente gli equilibri marini. Oggi infatti troviamo questi esemplari in tutto il Mar Mediterraneo e ne sarebbero state avvistate in notevole quantità anche nel Mar di Sicilia e a largo delle coste della Sardegna. Sebbene alcune zone siano più popolose, l’aumento della temperatura del Mar Ligure e del Mar Tirreno favorisce la propagazione anche queste aree, storicamente più fredde.
A facilitare la proliferazione della medusa Cassiopea non sarebbe però la sola temperatura più alta dei mari. Il cambiamento climatico ha ridotto molti dei predatori naturali di questi animali, come per esempio le tartarughe marine e diverse specie di pesce. Ciò ha indirettamente aiutato la medusa Cassiopea ad espandersi nel Mar Mediterraneo.
Una notevole popolazione di questa specie potrebbe comportare però gravi conseguenze sia all’industria ittica che al turismo. Le meduse possono infatti rimanere impigliate nelle eliche dei motori delle barche o restare intrappolate nelle reti da pesca, vanificando gli sforzi dei pescatori.
Nel settore turistico, invece, la disinformazione sulla innocuità di questa specie può indurre i visitatori a scartare determinate località come meta vacanziera.