In un’era liquida, di artisti creati a tavolino, di meteore, utili soltanto a vendere milioni di dischi per un breve periodo, senza lasciare un messaggio ed un insegnamento concreto al pubblico, esistono poeti, musicisti, cristallizzati eternamente nel ricordo comune, alcuni dei quali impegnati in un risveglio di coscienza delle masse.

Da semplici cantanti, impegnati a portare a casa la “pagnotta”, personaggi come Elvis, John Lennon, Kurt Cobain e Jim Morrison, sono diventati esempi per numerosi giovani della loro epoca, ora adulti e per le future generazioni di ascoltatori e protagonisti inoltre, di numerose teorie del complotto.

Con il romanzo “Il Carteggio Morrison” l’esordiente scrittore Carmine Maffei, irpino classe ’81, presenta al pubblico una storia inedita sul celebre cantante statunitense di Melbourne, in Florida e leader dei Doors, che intreccia mistero ed intrighi internazionali, tra realtà e fantasia: un salto in una dimensione alternativa, coinvolgente e ricca di colpi di scena alla scoperta del “Re Lucertola”.

In arrivo “Il Carteggio Morrison” romanzo sul Re Lucertola, leader dei Doors: intervista all’autore Carmine Maffei

“Il Carteggio Morrison” non è ancora acquistabile e l’autore è impegnato in un’opera di crowdfunding sul sito Bookroad.it. L’obiettivo è raggiungere il numero di 200 copie pre-ordinate. La casa editrice s’impegna a realizzare editing e correzione bozze, elaborazione copertina, impaginazione, attività di ufficio stampa, comunicazione sui social network, promozione e distribuzione del libro sul territorio nazionale.

D. “Come è nata l’idea di scrivere un libro su Jim Morrison?”

R. “L’ho scritto in un periodo difficile della mia vita, in cui ho scelto volontariamente di auto-esiliarmi. Molti artisti che stimo, tra cui il pittore Paul Gauguin e il cantante David Bowie, si sono allontanati per un po’ dal mondo, e hanno utilizzato il tempo a disposizione come momento di rinascita e riconciliazione con sé stessi, come ho fatto nel mio piccolo anche io. La stessa cosa avrebbe voluto fare Morrison, perché lui voleva disintossicarsi dalle droghe, dall’alcol e trovare una via di fuga nella scrittura, nella lettura e soprattutto nella poesia, dato che sin da ragazzo si definì poeta e cineasta, prima ancora di entrare nei Doors.

D. “Di cosa parla il ‘Carteggio Morrison’?”

R. Il Carteggio Morrison è un romanzo a metà tra una storia vera, con fatti realmente accaduti e fantasia. Il libro inizia nel 1969, con Jim Morrison spiato dall’FBI. Esistono dossier completi su di lui, non è fantascienza ma la realtà. Si possono reperire tranquillamente online. Lo stesso accadde nel ’72 all’ex Beatles, John Lennon, un vero e proprio sorvegliato speciale. Jim Morrison, stremato dalle persecuzioni legali subite negli Stati Uniti, si esilia volontariamente in Francia, per dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Qui, in realtà, la sua condizione non migliora, finché i suoi drammi pubblici e privati non si interrompono a Parigi, dove muore per arresto cardiaco. Decenni dopo, gli agenti della CIA sono alla ricerca di una misteriosa busta da cui il cantante non si separava mai e le cui tracce si sono perse proprio in Francia. Intanto, Donald Lame, agente segreto, Jeremy Howard, giornalista e Jonathan Crane, biografo, in parallelo avviano delle ricerche per fare chiarezza, una volta per tutte, sulla vita e la morte del leggendario frontman dei Doors”

Carteggio Morrison romanzo Doors

D. “Dunque Jim Morrison, oltre ad essere un cantante è stato un attore e filmmaker?”

R. “Nel mondo del cinema non fu molto apprezzato, né dal suo corso all’UCLA in California che dalla critica in generale. In quel periodo era un senzatetto, viveva per strada o nelle case di alcuni amici, aveva troncato anche i rapporti con i suoi familiari. La leggenda narra che si lavasse nell’Oceano… Il suo amore per il cinema nasce dall’interesse per la nouvelle vague e i film di Agnès Varda, regista e sceneggiatrice francese morta nel 2019. La filmmaker viveva tra la California e la Francia e la conobbe nella prima città mediante la sua comitiva di amici cinefili alla fine degli anni ’60, poiché trasferitasi lì”

La conobbe a Parigi ed ebbe dei rapporti con lei molto sinceri e profondi, ma in città aveva pochi amici e Morrison poco tempo dopo si ritrovò solo, di nuovo annegato nell’alcolismo e situazione di droga ancor più compromettenti. La sua compagna Pamela Courson, era già abbastanza dipendente dall’eroina e frequentò per lui compagnie di scarso interesse, potremmo definirle bohémien, altolocate, ma che tenevano distante Morrison, di ideologia totalmente opposte e preso in quel momento da riflessioni più profonde ed esistenzialiste.

Jim Morrison e l’autoesilio a Parigi, in Francia

D. “La sua sosta in Francia non è stata come per Bowie la ‘trilogia berlinese’ ma i suoi ultimi giorni prima della sua dipartita?”

R. “Esattamente. Doveva essere una rinascita per lui, come disse anche ad una sua amante, prima di rifugiarsi in Francia. Come Arthur Rimbaud, voleva passare i suoi ultimi giorni in Africa, uno dei suoi riferimenti nella poesia, insieme a Nietzsche e Verlaine. Ad un certo punto Rimbaud rifiutò la poesia come Morrison rifiutò di essere un artista dannato del rock. Jim amava la poesia e voleva seguire le orme del suo autore preferito, prima Parigi e poi avrebbe pensato anche all’Africa”

D. “Come è nata la tua idea di autoesiliarti e scrivere ‘Il Carteggio Morrison’?”

R. “Ho concluso una parentesi lavorativa e mi sono esiliato a scrivere. Ho preso un evento negativo della mia vita e l’ho trasformato in qualcosa di positivo. Mi ha portato a pensare di immedesimarmi nel personaggio stesso. Come Morrison mi sono sentito “esiliato” ma per motivi diametricalmente opposti ai suoi, siamo stati entrambi accomunati da questa scelta

Quali film e documentari guarda per scoprire la figura di Jim Morrison

D. “Per scoprire la figura di Morrison, oltre il tuo libro, consigli film o documentari?”

R. “Per capire meglio il personaggio di Morrison, più che la visione di The Doors di Oliver Stone, con Val Kilmer nei panni del ‘Re Lucertola”, consiglio docufilm When You’re Strange del 2009. Il narratore è Johnny Depp per i paesi di madrelingua inglese”

D. “Nel film di Stone sono evidenziati solo l’alcolismo e gli eccessi…”

R. “Non critico assolutamente il lavoro di Stone e della sua troupe, si tratta di una produzione hollywoodiana con tantissime persone dietro, a differenza del mio lavoro, composto da un solo elemento: io. Ritengo però che quel film sia solo la punta dell’iceberg sulla storia di Morrison, che non era soltanto un rocker, ma molto di più. Era un amante della letteratura classica greca e latina e amava il mito di Dioniso, dio dell’ebbrezza. Jim morì a 27 anni, nel pieno degli eccessi. Ma non era il bere, il drogarsi, il vero motore di Morrison, bensì cercare di mitizzare la propria vita a seconda delle proprie letture, dei propri gusti letterari”