Sono sempre più avanzate nonché ‘mirate’, confezionate ‘su misura’ del malcapitato. Parliamo delle truffe online che, come mostrano i numeri, non accennano a diminuire: nonostante di alcune si parli ormai da tempo, continuano a mietere vittime. Ma quali sono le più diffuse e quali sono i modi per difendersi?

Noi di TAG24 ne abbiamo parlato con Luigi Bovio, vice questore della Polizia di stato, che ci ha spiegato: “Fanno leva sull’urgenza: ed è questo particolare che spesso induce anche il soggetto più attento a cadere nella truffa”.

Truffe online, quali sono le più diffuse? Il vice questore Bovio: “Attenzione al phishing e al falso trading online”

Come evidenziato dal vice questore Bovio, la truffa online più diffusa è senza dubbio il phishing.

“Il phishing è una tecnica con cui, tramite l’invio di messaggi di posta elettronica, i malfattori cercano di carpire informazioni personali bancarie, al fine di effettuare pagamenti verso IBAN nelle loro disponibilità; oppure di indurre lo stesso malcapitato a effettuare il pagamento. Con il termine ‘phishing’, però, si fa riferimento al fenomeno in generale. Infatti messaggi simili sono mandati anche via sms sul telefonino. Oppure vengono anche effettuate telefonate con cui si cerca di carpire determinati dati. Queste truffe riguardano i cittadini: ma c’è un aumento anche di quelle ai danni delle aziende“.

Come sottolinea il vice questore, infatti, a essere prese di mira sono anche le mail aziendali. “In questi casi i truffatori si impossessano dell’indirizzo e-mail, per esempio dell’amministratore delegato della società, chiedendo ai dipendenti di disporre dei pagamenti di migliaia di euro. In alcuni casi anche di milioni di euro”.

Scenario diverso, ma simile inganno. “Siccome si tratta di business, puntano sulla rapidità, sottolineando che l’operazione deve essere conclusa il prima possibile”.

Un’altra truffa che sta prendo piede, e che quindi risulta in aumento, è quella legata al trading online, ossia alla possibilità di fare investimenti usando smartphone o computer, senza la necessità di recarsi in banca. Un’attività del tutto lecita, che però viene sfruttata per scopi illegali.

“Ci sono malfattori che inventano dei falsi siti di trading online. In alcuni casi vengono pubblicizzati, apparentemente, da personaggi famosi tramite tecniche di intelligenza artificiale chiamate deepfake. Sono video reali, però poi modificati nella mimica e nella voce del personaggio, che invitano a fare un investimento. Gli utenti vengono indirizzati su siti che in realtà sono controllati dai truffatori, non riguardano reali investimenti e quindi i soldi finiscono sull’iban di questi soggetti”.

L’elemento comune delle truffe? L’urgenza

Oltre al phishing e al falso trading online, c’è una truffa ‘evergreen’: quella del falso nipote, che normalmente colpisce gli anziani, spesso soli.

“Oltre che al telefono, queste truffe continuano a essere fatte anche dal vivo. A volte il truffatore si avvicina alla persona, magari mentre sta rientrando a casa, presentandosi come amico del figlio o del nipote. Questi malfattori sono molto abili: inducono a parlare, quindi è la stessa persona truffata a fornire tutte le informazioni che sembrano già conoscere. Simulando gravi difficoltà la spingono a farsi consegnare gioielli o soldi. Mentre al telefono o si fanno inviare denaro, tramite app bancarie, oppure prendono un appuntamento e si recano direttamente a casa del malcapitato”.

La caratteristica comune a tutte queste truffe è l’urgenza. “I truffatori sfruttano proprio l’urgenza, ovviamente simulata, per cui la persona va nel panico e dà tutte le informazioni che le vengono richieste“.

Cosa fare per difendersi? I consigli della Polizia postale per evitare di essere truffati

Nonostante ci siano già state campagne per mettere in guardia gli utenti, queste truffe continuano a colpire. “E’ un po’ come il famoso gioco delle tre carte, che miete vittime da decenni” spiega Bovio. Come già evidenziato, il fattore ‘urgenza’ gioca un ruolo non indifferente. “In queste truffe non cadono soltanto le persone più sprovvedute, non esperte a livello informatico. Spesso dipende dal tipo di truffa: ad esempio i messaggi phishing vengono mandati a pioggia a tutti i numeri. Ci sono invece tecniche più mirate, magari quando si deve colpire l’investitore di un certo tipo, per spillargli più soldi, per cui si studia la vittima”. Nel trading online, infatti, sono caduti nell’inganno anche investitori esperti. Quindi come difendersi da queste truffe?

“Consiglio di aggiornare sempre il sistema operativo dei propri smartphone. Infatti nel momento in cui si clicca un link malevolo, viene installato un software che carpisce tutti i dati. Più è aggiornato il sistema, più questi software malevoli hanno difficoltà ad installarsi. Inoltre è necessario cambiare spessissimo le password e non conservarle tutte insieme, né nel portafogli, tantomeno sul telefono. Se si usa la rete Wi-Fi, bisogna proteggerla usando password abbastanza complesse, alfanumeriche. Non, ad esempio, la propria data di nascita” spiega il voce questore Bovio.

Un ulteriore avvertimento? Non fidarsi di quello che viene detto. “Uno dei trucchi utilizzati dai truffatori è fingere una chiamata da parte delle forze dell’ordine. La polizia postale, come le altre forze di polizia e le banche, non chiederanno mai per telefono i dati personali” sottolinea.

Per ciò che riguarda il trading online, bisogna verificare che la piattaforma sia autorizzata da Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa). In generale, il consiglio è di effettuare dei controlli prima di avventurarsi in un investimento.

“Non bisogna avere paura di investire, né di utilizzare lo strumento elettronico, ma è necessario farlo con la testa. Un campanello d’allarme sono le proposte di investimento eccessivamente vantaggiose: la regola aurea è che ‘nessuno regala niente a nessuno'”.

E’ più che mai fondamentale non abbassare la guardia, evidenzia Bovio. “Con il tempo queste truffe si sono evolute, grazie allo studio dei soggetti presi di mira. Come succede nel trading online o per le aziende, dove c’è uno studio dei ruoli per capire chi può disporre e chi effettuare i pagamenti”.